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Crisi Ucraina, task force internazionale indaga su trust e società offshore degli oligarchi russi “listati”

di Ivan Cimmarusti

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Cambia l’approccio investigativo per stanare i patrimoni degli esponenti del regime russo finiti nelle black list internazionali dopo l’invasione dell’Ucraina. Le Financial intelligence unit di Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Olanda, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti hanno istituito un nuovo gruppo di lavoro

17 marzo 2022
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2' di lettura

Cambia l’approccio investigativo per stanare i patrimoni degli esponenti del regime russo finiti nelle black list internazionali dopo l’invasione dell’Ukraina. Non più l’analisi sul singolo soggetto, ma una valutazione più ampia per individuare trust e società offshore in paradisi fiscali, che «schermano» le proprietà miliardarie nel tentativo di sfuggire alle sanzioni economiche varate all’indomani della guerra voluta da Vladimir Putin.

Nuovo “Gruppo di lavoro”

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Il livello dei controlli finanziari è stato innalzato all’ultima riunione della Task force transatlantica, l’organismo incaricato di favorire l’applicazione delle sanzioni finanziarie e di cui fanno parte le Financial intelligence unit (Fiu) di Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Olanda, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti.

È stato istituito un “Gruppo di lavoro” specifico con un incarico: incrociare e analizzare tutte le segnalazioni relative ai vari oligarchi listati, con particolare attenzione a quelle che riportano a trust e società offshore.

Gli obiettivi del Gruppo di Lavoro sono enunciati nella “Dichiarazione di Intenti” approvata dalle Fiu il 16 marzo 2022:
1. contribuire all’efficace applicazione delle misure restrittive decise dalla comunità internazionale, fornendo indicazioni al settore privato e contrastando comportamenti elusivi;
2. impiegare gli strumenti delle analisi e della collaborazione per individuare e “tracciare” beni riferibili alla nomenclatura russa.

L’esempio italiano

La stretta s’è resa necessaria, soprattutto perché a livello internazionale solo l’Italia - attraverso gli accertamenti della Guardia di finanza e dell’Unità d’informazione finanziaria (Uif) - si sta distinguendo per aver individuato e «congelato» tre yacht, quattro ville e sei società riconducibili a sette oligarchi, per un valore di 730 milioni. All’estero invece risultano sequestri esclusivamente in Francia (uno yacht), in Germania (uno yacht) e Spagna (tre yacht). In Italia stanno operando in sinergia il Comitato di sicurezza finanziaria (Csf) del Mef, la Guardia di finanza e l’Uif, l’ente antiriciclaggio di Bankitalia. In particolare, si sta applicando il Decreto legislativo 109 del 2007, norma che consente il «congelamento» delle proprietà in attuazione delle disposizioni contenute nel Regolamento Ue 269.



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