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Omicidio Cerciello, la Cassazione annulla le condanne ai due statunitensi. Appello da rifare

Omicidio Cerciello, ridotte le condanne per i due americani

Per Helder la condanna a 24 anni è stata annullata sulle circostanze aggravanti e sulla sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Per Hjorth l’annullamento con rinvio riguarda l’accusa di concorso in omicidio

16 marzo 2023
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2' di lettura

La Cassazione ha annullato con rinvio le condanne di Lee Elder Finnegan e Gabriele Natale Hjorth, i due cittadini statunitensi accusati dell’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, ucciso il 26 luglio 2019 durante un intervento nel quartiere Prati, a Roma. Si terrà dunque un appello bis. Per Helder (esecutore materiale dell’omicidio) la condanna a 24 anni di reclusione è stata annullata con rinvio sulle circostanze aggravanti e sulla sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Per Gabriele Natale Hjorth l’annullamento con rinvio riguarda l’accusa di concorso in omicidio.

«Dal primo minuto in cui abbiamo esaminato le carte processuali abbiamo capito che Elder non aveva assolutamente capito di trovarsi davanti a due carabinieri. Quell’intervento è stato anomalo. All’atto pratico ci sarà un nuovo processo e non è possibile, senza motivazioni, stabilire quale può essere la nuova pena», il commento di Renato Borzone, legale di Lee Elder Finnegan.

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Le richieste della Pg

Nella sua requisitoria la Pg della Cassazione Francesca Loy aveva chiesto ai giudici della prima sezione penale della Suprema Corte di dichiarare «inammissibili» i ricorsi delle difese. Per la Pg Loy, «con motivazione concorde e congrua le sentenze di merito hanno ricostruito tutta la vicenda e i ricorsi delle difese dei due imputati non spostano di un millimetro» quanto è stato accertato in giudizio. «In modo congruo e logico è stata esclusa la legittima difesa dal momento che i carabinieri si erano qualificati».

In aula a ripercorrere la notte torrida nella quale Cerciello Rega ha perso la vita colpito da 11 coltellate sferrate da Elder in 20 secondi in una centralissima via del signorile quartiere Prati, vicinissimo alla Cassazione, c’era Rosa Maria Esilio la giovane moglie della vittima, con i familiari e molti colleghi dell’Arma a darle conforto e sostegno. C’erano anche le madri di Elder e Hjorth - reclusi a Rebibbia - e i loro familiari, con loro anche personale diplomatico dell’ambasciata americana che ha seguito tutte le fasi del processo.

Le condanne ridotte in appello

In primo grado Finnegan e Hjorth erano stati condannati all’ergastolo. A marzo 2022 i giudici della Corte d’Assise di appello avevano ridotto sensibilmente la condanna, rispettivamente a 24 e 22 anni, riconoscendo le attenuanti generiche, pur ribadendo l’impianto accusatorio della Procura generale che contestava ai due il concorso in omicidio volontario.

La ricostruzione della notte del 26 luglio 2019

Durante i due processi sono stati ricostruiti i vari passaggi della vicenda iniziata con il tentativo dei due americani di comprare della cocaina a Trastevere. Poi il furto dello zaino del “facilitatore” dei pusher, Sergio Brugiatelli. Quest’ultimo, ricevuta la telefonata dei due statunitensi con la richiesta di riscatto, il classico “cavallo di ritorno”, aveva allertato i carabinieri. Cerciello Rega e il suo collega di pattuglia di quella note, Andrea Varriale, dopo una trattativa intercorsa tra Brugiatelli e i due ragazzi, si sono recati in borghese all’appuntamento in via Pietro Cossa. Secondo quanto ricostruito dall’accusa i due carabinieri si sono avvicinati dichiarando di essere delle forze dell’ordine. In pochi istanti una tranquilla serata dell’estate romana si e’ trasformata cosi’ in tragedia. I due americani aggrediscono Cerciello e il collega. Elder, che aveva con sé un coltello, colpisce con undici fendenti il vicebrigadiere.

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