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Pir alla ricerca della “ricerca indipendente”

di Gianfranco Ursino

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(David - stock.adobe.com)

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Per De Bellis (Equita) bisognerebbe introdurre incentivi fiscali che rendano l'attività economicamente sostenibile

10 maggio 2022
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2' di lettura

L'universo da analizzare in termini di potenziali società sia per i Pir tradizionali che alternativi è rilevante, e va analizzato con attenzione. Inoltre, è fondamentale rivitalizzare la ricerca azionaria sulle piccole e medie imprese e garantire che tali aziende vengano presentate e valorizzate adeguatamente e in modo trasparente presso gli investitori.

Senza ricerca gli investitori non investono nelle imprese. «Bisognerebbe rendere obbligatoria la ricerca “indipendente” per tutti i soggetti quotati, introducendo al tempo stesso incentivi fiscali dal lato dell'offerta che rendano l'attività economicamente sostenibile», ha dichiarato Luigi De Bellis, co-responsabile Ufficio Studi di Equita nel corso della conferenza “La nuova stagione dei Pir” al Salone del Risparmio 2022. «La ricerca indipendente – ha ribadito De Bellis - è fondamentale per consentire agli investitori di decidere su un investimento attraverso l’analisi di un soggetto terzo e per dare visibilità alle società quando si presentano sul mercato per raccogliere nuovi capitali».

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L'emergenza Covid-19, con una forte discontinuità sui fondamentali delle aziende e cambiamenti importanti e rapidi dei business model, ha reso ancora più importante l'esigenza di un'analisi dettagliata e indipendente. La ricerca crea un circolo virtuoso: aumentando la trasparenza delle informazioni delle società coperte, si aumenta la loro visibilità nei confronti del mercato e il dialogo con gli investitori istituzionali. E spesso rappresenta uno spunto per le stesse società per crescere ulteriormente e/o mettere in discussione strategie. «Inoltre – ha concluso De Bellis - per quanto riguarda lo strumento dei Pir, auspichiamo una semplificazione della normativa. C'è un'eccessiva sovrapposizione di normative (Mifid II, regolamenti degli Eltif, circolari Consob, ecc.) ed eccesso di burocratizzazione, che volendo tutelare l'investitore retail spesso rendono l'individuazione del target market molto complicata per i collocatori e la distribuzione molto (troppo) selettiva, limitandone di fatto la diffusione».

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