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Agricoltura biodinamica tolta dalla legge quadro sul biologico

di Micaela Cappellini

Nuova PAC e possibili impatti sull’agricoltura italiana

Dopo una dura battaglia dentro e fuori dal Parlamento, la Camera ha bocciato i sostenitori del cornoletame. Ecco chi sono e quale è il loro giro d’affari

9 febbraio 2022
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4' di lettura

La comunità scientifica ha vinto: la legge sull’agricoltura bio, che il nostro Paese attende ormai da dodici anni, è stata approvata oggi alla Camera senza l’equiparazione tra biologico e biodinamico. Con 421 voti a favore nella seduta di mercoledì 9 febbraio, il provvedimento ora torna al Senato per la quarta lettura. Corni di vacca riempiti di letame, vesciche di cervi o carcasse di ratti applicati ai terreni in base alle fasi della luna con l’obiettivo di renderli fertili. Teorie di Steiner per un’agricoltura in armonia con la natura, secondo alcuni. Stregoneria senza basi scientifiche, secondo altri. Ma il Parlamento ha preso la sua posizione, togliendo ufficialmente il tema controverso dalla legge sull’agricoltura bio.

Quanto vale il mercato

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In Italia, secondo l’Osservatorio Sana di Nomisma, l’agricoltura biologica vale 4,6 miliardi di euro. Ma quanto vale, al suo interno, questo segmento dell’agricoltura biodinamica che tanto fa accendere le polemiche? Il primo punto è che trovare dati specifici solo per questo sottoinsieme del bio è piuttosto difficile. Gli unici disponibili sono contenuti nel Bioreport 2018, dove si legge che le aziende che applicano il metodo biodinamico in Italia sono 4.500.

Considerato che in Italia la galassia bio conta circa 70mila imprese, stiamo parlando di una fetta che a malapena supera il 6% del totale. Più complicato è capire quale sia il fatturato aggregato del segmento della biodinamica. Nel Bioreport gli unici dati economici sono riferiti al solo campione di 419 imprese che, a far data al 2018, facevano capo a Demeter. Di che cosa stiamo parlando? Dell’associazione privata di imprese, con casa madre in Germania, che nel 1930 ha registrato come marchio nel mondo la dicitura “biodinamico”, ed è quindi l’unica che può concedere a un produttore di fregiarsi di questo titolo, naturalmente dietro pagamento dei diritti.

Di queste 419 imprese certificate si sa che hanno un’estensione complessiva di 9.685 ettari, e che il fatturato medio ad ettaro è di 13.309 euro. La cifra è decisamente superiore alla media di 2.441 euro all’ettaro delle aziende biologiche, ma buona parte del motivo sta nel fatto che la maggior parte delle imprese biodinamiche fa vino, un’attività in cui la resa è tra le più elevate di tutta l’agricoltura.

Facendo un rapido calcolo, il giro d’affari annuo di queste 419 imprese è dunque di 129 milioni di euro. Come proiettare proporzionalmente questo dato sulle altre 4mila aziende biodinamiche esistenti in Italia è esercizio impossibile. Coldiretti, però, ci viene incontro: secondo le sue stime, il giro d’affari del biodinamico in Italia potrebbe essere attorno ai 200 milioni di euro. E torniamo così a una fetta, all’interno del mondo bio, intorno al 5 per cento.

Gli organismi di rappresentanza

A livello istituzionale, gli agricoltori biodinamici si dividono tra le principali associazioni agricole nazionali. Sotto il cappello di FederBio, la federazione che riunisce le principali sigle dell’agricoltura biologica in Italia, ci sono poi tre associazioni ad hoc: l’Associazione per l’agricoltura biodinamica, la Federazione Trentina Biologico e Biodinamico, e Demeter, appunto. Contro quest’ultima il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, in questi giorni tra i più accesi detrattori dell’agricoltura biodinamica, non ha avuto parole tenere: «Il marchio “Biodinamica” è di proprietà di una società multinazionale con fine di lucro, la Demeter Int., che con il riconoscimento legislativo avrebbe acquisito un vantaggio competitivo rilevante rispetto ai tanti agricoltori che con serietà, onestà e sacrificio si sforzano di rispettare i disciplinari dell’agricoltura biologica».

Parisi si dice favorevole all’agricoltura biologica, «ma la Biodinamica è altra cosa. Riconoscendola, il Parlamento avrebbe affermato la validità di metodi previsti da Steiner come l’uso di letame maturato nelle corna di vacca, oppure di fiori di Achillea sepolti per mesi nella vescica di cervo maschio. Teorie pseudo scientifiche».

I detrattori del biodinamico

Storica oppositrice dell’agricoltura biodinamica è la senatrice a vita Elena Cattaneo, la scienziata che per prima in Italia aveva smascherato il metodo Stamina. «Una pratica agricola fondata su rituali esoterici e astrologici - la definisce da sempre la senatrice a vita - se questo disegno di legge fosse stato approvato senza modifiche, l’Italia sarebbe stata il primo tra i maggiori Paesi europei a promuovere il pensiero magico in una legge dello Stato».

A Parisi e Cattaneo si erano aggiunti in questi giorni gli appelli dell’Accademia dei Lincei, di quella dei Georgofili e una petizione firmata da 35mila tra ricercatori e cittadini. A chiedere di non procedere all’equiparazione tra biologico e biodinamico, però, è stata anche una parte degli stessi agricoltori: «Sul Dld biologico dobbiamo andare avanti - ha detto il presidente di Cia-Agricoltori italiani, Dino Scanavino - ma non possono, tuttavia, essere ignorate le forti perplessità in merito all’equiparazione dell’agricoltura biodinamica al metodo biologico ribadite di recente in una lectio magistralis dal premio Nobel, Giorgio Parisi, cui ha fatto eco il pronunciamento del presidente Mattarella, che ha reso espliciti i suoi dubbi su alcuni passaggi del provvedimento».

Già , il presidente Mattarella: lo scorso novembre, presenziando all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università La Sapienza di Roma, rifacendosi a quanto detto poco prima dal premio Nobel Parisi ha detto: «Vorrei rassicurarla sulla agricoltura biodinamica di cui ha parlato. È una questione che sta nel Parlamento e io notoriamente non posso pronunziarmi. Ma posso ben dire che vi sarebbero, perché diventasse legge, alcuni altri passaggi, anche parlamentari anzitutto, che rendono lontana questa ipotesi».


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