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Los Angeles torna sulla ribalta

di Silvia Anna Barrilà

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Lo stand di Gagosian a Frieze Los Angeles 2023, foto di James Jackman / CKA. Courtesy of Frieze

Lo stand di Gagosian a Frieze Los Angeles 2023, foto di James Jackman / CKA. Courtesy of Frieze

La quarta edizione di Frieze ha acceso i riflettori su un ecosistema artistico sano, in cui si sente forte il senso di comunità. In arrivo diverse gallerie internazionali

21 febbraio 2023
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5' di lettura

È un momento di grande fermento per la scena artistica di Los Angeles. La quarta edizione della fiera Frieze LA, che per la prima volta si è svolta all'aeroporto di Santa Monica dal 16 al 19 febbraio, ha portato l'attenzione internazionale sulla città americana che, a dire il vero, è sempre stata un importante centro di produzione dell'arte – pensiamo a grandi artisti come Ed Rusha, James Turrell, Paul McCarthy, Doug Aitken, e ad accademie come CalArts e Ucla – ma finora è rimasta alquanto isolata. Sarà per la distanza (più di dieci ore di volo dall'Europa e nove ore di fuso orario), Los Angeles ha fatto comunità a sé, ma ora sta attirando gli investimenti esterni.

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Lo stand di Gallery Hyundai a Frieze Los Angeles 2023, foto di James Jackman / CKA, Courtesy of Frieze

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Nuove gallerie a Los Angeles

Nei prossimi mesi, diverse gallerie internazionali apriranno una sede in città. Tra queste, David Zwirner, che inaugurerà (in data da definire) con una mostra della nigeriana di base a Los Angeles Njideka Akunyili Crosby, e Marian Goodman, che non ha ancora annunciato la prima mostra, ma lavora con artisti di base a Los Angeles come Andrea Fraser (in fiera ha dato largo spazio a Nan Goldin in occasione della candidatura all'Oscar del documentario su di lei “All the Beauty and the Bloodshed”, e a William Kentridge, in mostra al Broad Museum a Downtown fino al 9 aprile). Anche l'inglese Lisson Gallery aprirà nella città californiana il 15 aprile 2023 con una mostra di Carmen Herrera, artista riscoperta a 90 anni, che ha avuto una personale al Lacma un anno fa ed era rappresentata anche in stand, dove una sua opera è stata venduta a 750.000 $.

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Lo stand di Welancora Gallery a Frieze Los Angeles 2023, foto di James Jackman / CKA, Courtesy of Frieze

Ma anche le gallerie losangeline si stanno espandendo: François Ghebaly ha aperto un nuovo spazio a Hollywood con una mostra dello scultore losangelino Patrick Jackson, mentre Roberts Projects (colui che ha lanciato Amoako Boafo) si è trasferito in un'ex-concessionaria, inaugurando con una mostra di dipinti di Kehinde Wiley. Anche Hauser & Wirth, già presente a Downtown, ha raddoppiato con uno spazio iconico ristrutturato da Annabelle Selldorf e una mostra di George Condo. In fiera ha dato spazio agli artisti di base a Los Angeles che rappresenta, vendendo un dipinto di Mark Bradford a 3,5 milioni di $, uno di Henry Taylor, in mostra al Moca fino al 30 aprile, 450.000 $ e uno di Luchita Hurtado a 225.000 $.

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Ingresso alla fiera durante l'anteprica per i VIP di Frieze Los Angeles 2023 al Santa Monica Airport, fotografia di Casey Kelbaugh

Una scena artistica in divenire

“Lavoro nel mondo dell'arte a Los Angeles dal 1986” ha raccontato ad Arteconomy24 Bennet Roberts di Roberts Projects, “e ho già vissuto altri momenti in cui Los Angeles sembrava essere lì lì per diventare un centro artistico di importanza globale, ma poi non è stato così. In passato anche Pace ha aperto a Los Angeles, ma poi ha richiuso. Eppure, questa volta è diverso, perché c'è un ecosistema molto sano. Ci sono ottime mostre, grandi artisti, spazi alternativi di qualità, giovani gallerie oltre alle blue-chip, e anche una nuova generazione di collezionisti”. Tra gli spazi alternativi interessanti ci sono Ica, The Mistake Room, Lace, dedicato agli artisti locali, e Land, dedicato all'arte concettuale e alla Land Art, mentre tra le gallerie giovani e mid-career troviamo Matthew Brown, Sow & Taylor e Chris Sharp. Da quest'ultima la città di Santa Monica ha acquistato a Frieze un dipinto per la collezione municipale di Edgar Ramirez, artista messicano cresciuto a Los Angeles che parla di gentrificazione realizzando dipinti astratti su cartelloni usati per sponsorizzare la vendita di immobili (12-20.000 $). La galleria Sow & Taylor, invece, ha fatto sold out di dipinti di Veronica Fernandez (14-26.000 $), che raccontano momenti della sua infanzia vissuta in condizioni di difficoltà economica e attualmente in mostra anche da Galleria Poggiali a Milano (fino all'11 marzo). Un altro artista di origini latine, Narsiso Martinez, ha vinto il Frieze Impact Prize, dedicato ad un artista che ha generato impatto sociale attraverso l'arte contemporanea, con la sua serie di ritratti di lavoratori messicani dei campi americani dipinti su cassette della frutta (8-40.000 $ presso Charlie James Gallery).

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Lo stand di Victoria Miro a Frieze Los Angeles 2023, foto di James Jackman / CKA, Courtesy of Frieze

Le vendite in fiera

In generale, la scena di Los Angeles è molto apprezzata per il forte senso di comunità artistica. Rispetto ad una città come New York, molto più orientata al business, a Los Angeles si respira un clima “familiare”, più aperto al dialogo e al tempo libero. Il fatto che le gallerie e le istituzioni siano spesso lontane l'una dall'altra fa sì che, quando si va a vedere una galleria, si rimanga lì tutta la sera, rinunciando al gallery hopping. A Frieze Los Angeles c'era la possibilità di vedere insieme più di 120 gallerie americane e internazionali che hanno registrato vendite vivaci sin dalle prime ore della fiera. Molti hanno registrato il sold out, tra queste Victoria Miro con dipinti dell'israeliano di base a New York Doron Langberg, mentre Stephen Friedman Gallery ha venduto diversi dipinti e tappezzerie di Andreas Eriksson tra 15-80.000 euro. Anche Massimo De Carlo, una delle quattro italiane presenti, ha venduto nelle prime ore della fiera metà delle opere del suo stand, dedicato nei primi due giorni a Ferrari Sheppard e, a seguire, Matthew Monahan, entrambi artisti di base a Los Angeles. Le altre italiane presenti in fiera erano Kaufmann Repetto, con varie opere tra cui una grande installazione di spirito femminista di Andrea Bowers; Mazzoleni ha riscontrato grande curiosità per le opere del secondo dopoguerra con Lucio Fontana, Carla Accardi e Victor Vasarely. Scoperta (o riscoperta), inoltre, di Salvo, e di opere pittoriche dall'alta componente cromatica. La galleria ha registrato diversi acquisti durante il week-end, tra cui un'importante opera di Fontana. Arte italiana anche da Tornabuoni, che aveva opere della scuola di Milano con artisti come Fontana, Dadamaino e Paolo Scheggi, dell'Arte Povera con Pistoletto e Boetti, e della Scuola Romana con Schifano, Dorazio e Rotella, al centro dello stand, sculture di Pablo Atchugarry che hanno subito registrato un buon riscontro. I prezzi in stand andavano da 80.000 a 3,5 milioni di dollari. L'arte italiana era rappresentata anche da alcune opere esposte da gallerie internazionali, come un Ettore Spalletti da Marian Goodman, un Claudio Parmiggiani da Bortolami e un'opera da Isabella Ducrot, artista da poco riscoperta, da Standard Oslo.

Alla fiera LA Art Show, dal 14 al 18 febbraio al Convention Center di Los Angeles, era esposta, invece, una grande video installazione dell'artista romano Pietro Ruffo intitolata “Il giardino planetario”. Commissionata dall'Istituto di Cultura della città, l'installazione conduceva il visitatore attraverso un paesaggio desertico in cui si incontrava ripetutamente una roccia a forma di teschio. Un memento mori derivato dal cambiamento climatico e una riflessione sul problema della siccità, che affligge la California e la avvicina, drammaticamente, all'Italia

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