di Silva Menetto
(Agf)
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Due anni di lavoro, di colloqui a distanza con gli artisti, di videocall da un capo all'altro del mondo e alla fine Cecilia Alemani ha presentato alla stampa la “sua” Biennale Arte, la 59esima, che andrà in scena ai Giardini e all'Arsenale di Venezia dal 23 aprile fino 27 novembre 2022.
Il titolo della mostra si rifà a quello di un libro per bambini dell'artista surrealista Leonora Carrington che parla di un mondo magico che costantemente si reinventa. “Il latte dei sogni” ha avuto una genesi vorticosa: la curatrice Cecilia Alemani era partita dall'idea di fondo della metamorfosi e poi ha allargato il tema a tutto quello che stava accadendo nel mondo, in ostaggio della pandemia.Il risultato è una mostra che si annuncia militante, dove le opere sono realizzate a larghissima maggioranza da donne, dove metamorfosi e ambiguità segnano la strada e le trasformazioni del corpo umano superano deliberatamente il pensiero rinascimentale dell'uomo al centro dell'Universo ribadendo la forza creatrice e propulsiva di un universo liquido e mutevole in fortissimo fermento.
Cecilia Alemani ci ha messo passione e pazienza certosina per creare un puzzle di opere che conversassero tra passato e presente, un viaggio trasversale che mescola suggestioni e interpreti.
Sono tre i filoni tematici scelti dalla Alemani: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi, la relazione tra individui e tecnologie, la connessione tra corpi e terra. Negli spazi del Padiglione Centrale dei Giardini e nel complesso dell'Arsenale saranno esposte oltre 1400 opere di 213 artiste e artisti provenienti da 58 nazioni. Le artiste e gli artisti italiani sono 26 e 180 sono alla loro prima partecipazione alla Biennale. Opere contemporanee e nuove produzioni saranno alternate a “capsule del tempo”, ovvero piccole mostre che affrontano le stesse tematiche dell'Esposizione Internazionale ma attraverso artiste di periodi precedenti. “Le capsule – spiega Cecilia Alemani - sono quasi il cuore pulsante della mostra. Ho voluto raccontare storie che fino ad oggi molti hanno considerato minori, di artiste che spesso erano state sottovalutate rispetto ai colleghi uomini, creando rimandi tra opere storiche e contemporanee. L'ho fatto grazie a prestiti importantissimi di opere che non si sono mai viste in Italia, per sovvertire i cliché in cui la donna è stata interpretata nella storia dell’arte”.
Le capsule dedicano ampi richiami alle artiste surrealiste, dadaiste, futuriste, alle protagoniste del Bauhaus e dell'arte cinetica degli anni Sessanta, alla Poesia Visiva e alle combinazioni che alcune artiste del Novecento hanno creato tra l'umano e l'artificiale generando cyborg.
Ibridazione, sovvertimento degli schemi, mescolanza di culture, reinvenzione dei generi, identità mutante: nelle opere esposte alla 59. Biennale Arte la dimensione onirica si intersecherà continuamente con la realtà della natura e della terra.“Il latte dei sogni” non vuole essere una mostra sulla pandemia ma inevitabilmente sarà una chiara testimonianza dello stato dell'arte per il periodo in cui abbiamo vissuto e viviamo, in cui abbiamo scoperto la fragilità e la caducità dei nostri corpi e il rapporto con gli altri è stato reso possibile dalla tecnologia che però è anche fonte di separazione.E come dopo ogni periodo di profonda crisi, saranno l'arte e gli artisti ad indicarci nuove possibili forme di rinascita e convivenza.
La Biennale di Venezia 59. Esposizione Internazionale d'Arte, Il Latte dei sogni, Giardini e Arsenale di Venezia – 23 aprile- 27 novembre 2022, Pre-apertura 20,21 e 22 aprile
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