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Terna lancia “Driving Energy”, un nuovo premio dedicato alla fotografia

di Nicola Zanella

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Aperte fino al 31 agosto le iscrizioni all’iniziativa del valore di 26mila euro dedicata alla creatività contemporanea. Ne parla Paolucci

3 giugno 2022
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5' di lettura

Il “Premio Driving Energy 2022” segna il ritorno di Terna, dopo otto anni, nell'arena dei concorsi dedicati all'arte contemporanea, questa volta il focus è sulla fotografia, il tema? «Cameras on Driving Energy». I partecipanti dovranno sintetizzare in un'immagine la mission aziendale di Terna nonché il suo claim.
La società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, con la sua divisione interna “TernaCult” vuole rendere strutturale l'impegno aziendale verso la cultura, con un focus sul coinvolgimento dei dipendenti, che saranno anche chiamati ad assegnare una delle menzioni speciali del premio.

Il premio

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Il concorso è a iscrizione gratuita, oltre a tre menzioni speciali da 2.000 euro, assegna un premio principale da 15.000 euro e uno dedicato ai fotografi under 30 da 5.000 euro. Il tema degli investimenti corporate in progetti culturali può essere fondamentale per dare ossigeno alle professioni creative e, allo stesso tempo essere un volano per lo sviluppo socio-economico del paese purchè fatto con competenza e tenendo conto specificità del sistema, di tutto questo Arteconomy24 ne parla in esclusiva con Massimiliano Paolucci direttore Relazioni Esterne, Affari Istituzionali e Sostenibilità, dell'azienda partecipata dallo Stato.

Come è nata l’idea del Premio Driving Energy?
È nata in modo spontaneo, con l'obiettivo di colmare un vuoto. Un'azienda come Terna non può non avere un progetto importante di promozione culturale a beneficio del Paese. Il nostro business è il settore elettrico, tuttavia è nel nostro Dna contribuire alla crescita del Paese anche a livello sociale e culturale. Tornare dopo diversi anni a farlo con un premio, naturalmente rinnovato nella disciplina di riferimento, ci è sembrato un passo fondamentale. Più nello specifico, l'idea di puntare sulla fotografia ha avuto una incubazione di due anni. Veniamo da due importanti esperienze con la fotografia d'autore, alla quale abbiamo affidato il compito di raccontare per immagini prima le nostre infrastrutture e, poi, le nostre persone, attraverso i volumi fotografici «Driving Energy» del 2020 e del 2021. Anche in questo caso, ci è sembrato naturale imprimere un'evoluzione al percorso e questa evoluzione è rappresentata dal lancio del “Premio Driving Energy 2022 – Fotografia Contemporanea”. La fotografia, infatti, è arte ma anche comunicazione, documentazione di un momento storico (sia nelle tragedie come la guerra, sia nelle occasioni felici) e di fenomeni sociali. Per questo la fotografia è la rappresentazione dell'energia di un popolo, di un Paese, di una società.

Quale pensi possa essere l’impatto positivo sul sistema culturale italiano da parte del premio? E sugli artisti partecipanti?
Il nostro è un piccolo contributo, ma ritengo che avremo più di un impatto positivo. Il primo è, in generale, relativo al sistema culturale che ha bisogno di essere sostenuto anche dalle aziende, con un impegno concreto per tenere vivo il legame tra arte e impresa attraverso progetti strutturati, prestigiosi e ambiziosi. Il nostro premio vuole fare la sua parte in tale direzione. Con il «Premio Driving Energy» vogliamo sostenere la comunità dei fotografi in Italia in modo che si possa portare ancora più fotografia nell'arte. Ogni sfida, si sa, spinge ognuno a dare il meglio, fino magari a scoprire nuove risorse dentro di sé. Ci piace pensare che il nostro premio, con il suo tema sfidante di dare un'interpretazione creativa della missione di Terna, «Driving Energy», rappresenterà per tutti i fotografi un'opportunità, di ricerca e di riflessione sulla contemporaneità. E poi, naturalmente, ci sono effetti positivi anche sul proprio percorso: c'è l'opportunità di portare il proprio lavoro all'attenzione di una giuria autorevole, di cui mi onoro di far parte, formata da personalità di alto profilo, che abbiamo composto in modo volutamente trasversale dal punto di vista delle discipline: Salvatore Settis, Lorenza Bravetta, Elisa Medde, Emanuele Trevi e Jasmine Trinca. C'è poi una grande occasione di “visibilità” per i finalisti, che vedranno i loro lavori fotografici esposti nella mostra finale (ad accesso gratuito) che allestiremo a novembre al Palazzo delle Esposizioni a Roma.

Quanto è l’investimento nel premio da parte di Terna? Ci puoi anticipare di altre vostre iniziative in ambito culturale nei prossimi anni?
Il premio sottopone a una sfida artistica e creativa i partecipanti. Pertanto, ci è sembrato il minimo sottoporre anche noi stessi a una sfida, e lo abbiamo fatto sull'investimento. Il costo complessivo è, infatti, molto contenuto: il premio è stato sviluppato quasi esclusivamente al nostro interno, con il lavoro della Funzione TernaCult in sinergia con altre strutture dell'azienda. È un'impostazione che ci ha richiesto un lavoro d'eccellenza dal punto di vista della pianificazione, dell'organizzazione e della gestione. Appunto, una sfida. Per quanto riguarda il ‘futuro culturale' di Terna, posso anticipare che avrà molte dimensioni, a cominciare dall'eventuale nuova edizione del «Premio Driving Energy», con significativi elementi di novità. È, inoltre, allo studio la versione ‘pilota' di una biblioteca aziendale da realizzare nella nostra sede centrale di Roma. Per quanto possa sembrare strano in quest'era del digital e dei social, la biblioteca aziendale, con la sua aura di luogo culturale per eccellenza, i suoi scaffali e i suoi libri cartacei, anche se, certamente, avremo anche una sezione digitale, si sta rivelando uno degli strumenti più importanti e innovativi per prendersi cura del benessere delle proprie persone.

Quali pensi debbano essere gli incentivi perché sempre più aziende inizino ad investire in cultura in modo strutturale e non solo come sporadico strumento di comunicazione?
Incentivi in senso stretto, come sappiamo, esistono già e sono importanti, come lo strumento dell'Art Bonus. Quello di cui forse c'è bisogno, è un ‘incentivo culturale', e questo penso possa venire solo da un cambio di mindset delle aziende. Ritengo che gli investimenti passeranno da occasionali a strutturali solo se la mentalità prevalente delle aziende tornerà a essere centrata su un ideale olivettiano, su una ‘cultura dell'importanza della cultura'.

La fotografia e la cultura sono temi apparentemente molto lontani dal vostro core business, in che modo queste iniziative hanno un impatto positivo sull’azienda? Siete tra gli attori principali del Paese in quella che è definita la transizione energetica, pensate che in qualche modo sia collegata ad una transizione culturale?
Vero, è però una distanza solo apparente. In realtà arte fotografica e trasmissione dell'energia, come ha spiegato anche Marco Delogu, curatore del nostro premio, hanno un'affinità genetica perché sono figlie della stessa rivoluzione industriale e hanno avuto un ruolo fondamentale per la nascita e l'evoluzione del mondo di oggi. Penso siamo tutti d'accordo: senza energia elettrica, senza fotografia, gli ultimi due secoli della nostra storia sarebbero stati ben diversi. È anche per questo, in fondo, che abbiamo scelto proprio la fotografia per il «Premio Driving Energy». Ciò vale anche in senso più generale, per la cultura. Per noi la cultura è l'asse portante del benessere delle persone e le persone sono l'asse portante del business. Occuparsi di cultura per le nostre persone significa, quindi, contribuire al loro benessere, sia sul posto di lavoro - come azienda stiamo stimolando all'interno del progetto NexTerna - che al di fuori, significa metterle nelle condizioni di esprimere al meglio le loro competenze uniche, il loro impegno e il loro spirito di servizio per il Paese. Un elemento ancora più importante oggi, alla luce delle sfide poste dalla transizione energetica, che chiedono a tutti noi performance e competenze sempre più all'avanguardia, integrate, trasversali e in continua evoluzione.

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