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#JeSuisPhilip: il ricercatore che denuncia i baroni "eroe" sui social

di Alessia Tripodi

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26 settembre 2017
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2' di lettura

«Un esempio da seguire», «Un grande», «Il nostro eroe», «L'Italia ha bisogno di tanti Philip». Così su Twitter - con l'hashtag #JeSuisPhilip - si celebra oggi Philip Laroma Jezzi, il ricercatore universitario che, registrazioni alla mano, ha denunciato alla Guardia di Finanza le manipolazioni dei concorsi a cattedra all'università di Firenze. Dando il via a un'inchiesta che scosso gli atenei italiani: 7 i professori arrestati, 22 quelli sospesi per un anno, su un totale di 59 indagati.

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Philip Laroma Jezzi, il ricercatore che ha denunciato la spartizione di cattedre universitarie, in una foto tratta da Linkedin (Ansa)

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Quarantanove anni, padre italiano e madre inglese, un posto al dipartimento di Scienze Giuridiche all'università di Firenze e uno studio legale nel centro del capoluogo toscano, Philip Laroma Jezzi aveva titoli superiori ai candidati proposti da un cartello fiorentino costituito da due celebri studi legali tributari, e ha denunciato tutti alle Fiamme Gialle dopo che gli fu detto: «Non sei nella lista, ritirati dal concorso». Secondo l'inchiesta la lista, illegale, era quella concordata tra gruppi di pressione per spartirsi i posti e veniva segnalata ai commissari.

«Non fare l'inglese, fai l'italiano»
«Non siamo sul piano del merito, Philip», «Smetti di fare l'inglese e fai l'italiano», «tu non puoi non accettare», e «che fai? fai ricorso? ... però ti giochi la carriera così...». Sono alcune delle frasi registrate col telefono cellulare in un
colloquio dal Jezzi Laroma, cui era stato chiesto di ritirarsi da un concorso e che invece non rinunciò. «Non è che non sei idoneo... Non rientri nel patto», «ritìrati», «per mantenerti integra la possibilità di farlo in un secondo momento». Questi i "consigli" che vennero dati al ricercatore per indurlo a mollare. Ma lui, invece di mollare, raccontò tutto alla Guardia di Finanza.


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