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E se l’Italia rialzasse la testa nel 2019? Ecco le «previsioni pazze» di Nomura

di Maximilian Cellino

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13 dicembre 2018
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3' di lettura

Il 2019 sarà l’anno del «Rinascimento» per l’Italia? Molti sono pessimisti, ma qualcuno se lo augura, non solo chi siede sugli scranni del Governo. Una banca d’affari piuttosto conosciuta e credibile come Nomura inserisce un simile evento fra i 9 «cigni grigi» del prossimo anno: eventi cioè che non sono forse quelli maggiormente attesi sul mercato, ma che non sono poi neppure così improbabili. Una via di mezzo, per così dire, rispetto al classico «cigno nero», espressione coniata da Nassim Taleb per ricordare come l’improbabile possa a volte talvolta trasformarsi in realtà.

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E se per Nomura l’unico «cigno nero» del 2018 può essere rappresentato dal summit fra Stati Uniti e Corea del Nord che si è tenuto a giugno (evento che nessuno riteneva possibile alla fine dell’anno precedente), la via di mezzo dei «cigni grigi», ovvero «rischi che molti avevano sottolineato, ma che si sono poi materializzati in una misura più estrema di quanto atteso», prende le sembianze delle svendite che hanno colpito i mercati emergenti, dal balzo della volatilità (misurata dall’indice Vix) e in generale dal vistoso calo dei listini azionari.

Un mercato «eccessivamente pessimista»
Ma torniamo all’Italia: «Un rally in grande stile dei BTp potrebbe essere la grande sorpresa del 2019», avverte Bilal Hafeez, strategist di Nomura. Una sentenza che potrebbe sembrare buttata lì, ma che la banca d’affari giapponese prova a giustificare. In primo luogo c’è un mercato che forse è stato «eccessivamente pessimista» nei nostri confronti. «Dopotutto, se escludiamo i pagamenti per gli interessi, il Governo italiano ha registrato un avanzo di bilancio dall’inizio degli anni 90, quindi il deficit complessivo riguarda più ciò che è dovuto per i peccati passati piuttosto che riflettere gli attuali comportamenti scorretti», sottolineano gli analisti.

La scommessa fiscale
Fin qui si tratta di elementi ben noti, così come il fatto che «dalla recessione del 2012, l’Italia ha registrato un avanzo delle partite correnti» ed è quindi «prestatore netto nei confronti del resto del mondo». Dove Nomura si spinge senza dubbio più in là è sulla portata delle misure che il Governo cerca portare avanti all’interno della Legge di Bilancio. «Se l’Italia dovesse riuscire ad approvare le misure fiscali beneficerebbe di un impulso simile a quello di cui gli Stati Uniti hanno goduto nel 2018 - azzarda Hafeez - e proprio come gli investitori sottovalutavano la crescita americana, potrebbero adesso commettere lo stesso errore». Il nostro Paese potrebbe insomma seguire le orme dell’America trumpiana, del resto si sta parlando di «cigni grigi», previsioni in fondo un po’ pazze...

Petrolio, inflazione, crescite e yuan: ecco gli altri «cigni grigi»
Per chi fosse curioso, gli altri otto eventi che nel 2019 sono poco probabili, ma che alla fine potrebbero anche palesarsi vanno dalla «fine dell’ascesa del populismo» su scala globale a un’imprevista «riaccelerazione della crescita», passando per fenomeni economici e di mercato che spesso si contraddicono fra di loro. Per esempio la «deflazione» sui mercati emergenti e nell’Eurozona si muove probabilmente in senso opposto al possibile boom dell’inflazione causato negli Stati Uniti dalla maggior pressione salariale e da un ritorno di fiamma dei prezzi delle materie prime. Anche perchè fra i «cigni grigi», oltre che a un ritorno all’apprezzamento dello yuan e a un «terremoto» sui mercati finanziari, figura pure il crollo a 20 dollari al barile per le quotazioni del petrolio. Tutti a caccia della stranezza, insomma, per poi fra 12 mesi vantarsi con il classico «io l’avevo detto!».

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