di Redazione Scuola
(AFP)
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Che sia turismo scolastico o soggiorni di studio (anche all'estero), l'Italia ha delle ottime carte da giocarsi sia sul mercato interno che su quello internazionale. Sono 1.000 le agenzie italiane che propongono viaggi d'istruzione nella loro offerta. Di queste, 150 hanno come attività prevalente l'Education (viaggi d'istruzione, corsi di lingua all'estero, stage e altro). Il fatturato è stimato in 3 miliardi di euro l'anno, il comparto occupa circa 8.000 lavoratori diretti e circa 40.000 se si considera l'intera filiera (aerei, treni, bus, alberghi, ristoranti, guide turistiche). «Il turismo è pronto alla ripartenza, ma ha bisogno di aiuto a livello istituzionale» spiega Giuseppe Ciminnisi, vicepresidente di Fiavet-Confcommercio. «La prima necessità - aggiunge - è a livello di applicazione delle normative: se bisogna ripartire da zero nel post pandemia è necessario che nelle gare di appalto per affidare i viaggi scolastici si faccia riferimento alle leggi esistenti e non a quelle abrogate ormai da tempo».
A chiarire il punto interviene il legale della Federazione, Federico Lucarelli: «Diversi bandi richiamano erroneamente la normativa del contratto di pacchetto turistico, una legislazione nazionale e comunitaria ormai abrogata da tempo». Fiavet chiede anche un intervento del Miur nei confronti delle istituzioni scolastiche che non intendono riconfermare le aggiudicazioni di viaggi poi cancellati a causa dell'emergenza sanitaria come da decreto del 2020. «Vogliamo semplicemente applicare delle regole esistenti in un momento di grande difficoltà, ma anche di grande rinnovamento» afferma Ciminnisi. «Vorremmo aprire un dialogo su questi temi con il Miur in pieno spirito collaborativo, magari assieme al ministero del Turismo, con l'obiettivo di una ripartenza tempestiva e consapevole» conclude.
L'Italia è capofila anche per quanto riguarda “l'education abroad”. Con 250.000 studenti nel 2019 (secondo l'autorità Gaela) il Belpaese era da anni in testa alla classifica mondiale per numero di persone che studiavano una lingua straniera all'estero, o sceglievano corsi di laurea, master, occupazioni per ottenere certificazioni internazionali sia a livello professionale che linguistico. I ragazzi italiani sono stati di gran lunga i più numerosi in Gran Bretagna (138.000 studenti), in Irlanda (36.400 studenti), in Spagna (29.500 studenti) e a Malta (24.200 studenti). «Dopo questo stop forzato e un abbattimento totale della domanda 2020 in mancanza di soggiorni studio la voglia di viaggi studio è cresciuta enormemente, tra i giovani e i meno giovani» afferma la presidente di Ialca, Associazione Italiana degli agenti e dei consulenti linguistici, Pina Foti che annuncia che il 27 novembre al Salone delle Fontane a Roma si terrà la seconda edizione de “Il Salone delle Lingue” con la partecipazione delle più grandi agenzie italiane specializzate nei corsi di studio all'estero, e altrettanti rappresentanti di scuole.
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