di Marzio Bartoloni
(ANSA)
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Dopo averla offerta nelle settimane scorse a quasi 900mila super-fragili, nei prossimi giorni una quarta dose del vaccino contro il Covid sarà resa disponibile per i quasi 4 milioni di over 80 che hanno già fatto il booster e altri 2 milioni di fragili tra i 60 e i 79 anni. Ma c’è una grande incognita e cioè quanti aderiranno a questa possibilità. Il rischio di un flop della quarta dose, come dimostrano i numeri bassissimi di adesione dei pazienti “super fragili”, è infatti concreta. La colpa? La cosiddetta “stanchezza” da vaccinazione, come ammette la stessa Agenzia Ue del farmaco (Ema): troppe le iniezioni vicine a fronte di poca informazione sulla necessità di proteggere ancora chi rischia la malattia grave
Il richiamo (quarta dose) del vaccino anti-Covid è previsto per le persone che abbiano compiuto o superato gli 80 anni di età, per gli ospiti delle Rsa e per coloro i quali siano inseriti nelle categorie a rischio e abbiano un'età compresa tra i 60 e i 79 anni «con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti». A comunicarlo è stato il ministero della Salute dopo il pronunciamento di Ema ed Ecdc sulla seconda dose di richiamo del vaccino anti Covid-19 (secondo booster), e alla riunione della Commissione tecnico scientifica di Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. La seconda dose di richiamo è raccomandata con vaccino mRna nei dosaggi autorizzati per la dose booster con Pfizer e Moderna, purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo. Sono esclusi «al momento» i soggetti che hanno contratto il Covid dopo la somministrazione della terza dose.
Come detto la quarta dose è stata offerta già da oltre un mese a 890mila “super fragili”. Si tratta di soggetti con «marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e ai soggetti sottoposti a trapianto di organo solido». In questa platea ci sono soprattutto malati di cancro, reumatologici e neuirologici e pazienti trapianti. Ma finora l’adesione è stata molto bassa: hanno fatto la quarta dose, o booster dopo il ciclo completo di vaccinazione (tre dosi) solo in 66.805, in pratica l’8,5% della platea che potrebbe fare la nuova iniezione. Eppure «per questa categoria - avverte l’ultima nota del ministero della Salute - la quarta dose «deve essere considerata equivalente a una dose di richiamo, consistendo il ciclo di vaccinazione primaria di tre dosi». «Sono molto, molto preoccupato perché poche di queste persone si stanno vaccinando» ha sottolineato Alberto Mantovani, presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca e direttore scientifico Humanitas. «Su questi non abbiamo dubbi che ci voglia la quarta dose - rimarca l'immunologo - anche se abbiamo pochi dati, perché lo sappiamo che rispondono male e perché diamo più dosi già per altri vaccini».
Dopo i fragili è dunque concreto il rischio che anche l’adesione degli over 80 alla nuova vaccinazione che potrebbe essere raccomandata già nei prossimi giorni sia molto bassa. E questo accade anche perché potrebbe subentrare una certa «stanchezza della vaccinazione» ma anche una «percezione a basso rischio della malattia tra molte persone», avverte l’Ema proprio nel suo parere sulla quarta dose dei giorni scorsi. L’Agenzia europea del farmaco sottolinea infatti come «le campagne di vaccinazione dovrebbero tenere conto dell'impatto delle dosi ripetute di richiamo sull'accettazione e sull'assorbimento del vaccino nella popolazione generale». Da qui il consiglio a prepararsi a fare più promozione e informazione sul ruolo di una futura quarta dose e sull’impatto della malattia.
La raccomandazione a fare una nuova iniezione per proteggere i grandi anziani e i fragili over 60 nasce dal fatto che dopo alcuni mesi dalla terza dose queste categorie possono rischiare la malattia grave. A dimostrarlo ci sono a esempio i dati dell'ultimo bollettino mensile dell'Istituto superiore di Sanità che sottolinea come sui 3798 decessi tra il 2 febbraio e il 6 marzo, 2629 sono over 80 (oltre il 70%) e di questi 1272 (il 50%) hanno già fatto anche la dose booster. Tra l’altro per molti grandi anziani la nuova iniezione potrebbe scattare subito visto che la stragrande maggioranza ha fatto già la dose booster da oltre 4 mesi, un lasso di tempo considerato l’intervallo minimo per fare la nuova iniezione.
Marzio Bartoloni
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