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Il terziario rialza la testa e riparte da nord a sud

di Cristina Casadei

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(Adobe Stock)

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Nel terzo trimestre del 2021 si registra una crescita del valore aggiunto del 3,4% sul trimestre precedente. Il presidente Mantovani: «Riprende il processo di terziarizzazione ma servono politiche di sviluppo»

16 febbraio 2022
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2' di lettura

Il terziario, nel suo complesso, esce da questi anni molto complessi con segnali positivi. A dirlo è l’Osservatorio del terziario di Manageritalia, l’organizzazione che rappresenta i manager del terziario, a cui sono iscritti 38mila dirigenti, da cui emerge che questo comparto torna ad essere il traino del Paese nel terzo trimestre 2021, con una crescita del Valore Aggiunto (VA) del 3,4% sul trimestre precedente, più alta di quella nazionale, stabile al 2,6%.

Riprende quindi «il processo di terziarizzazione che negli ultimi 40 anni si è interrotto soltanto durante la pandemia in due trimestri a cavallo tra il 2020 e il 2021», osserva il presidente di Manageritalia Mario Mantovani.

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I servizi, secondo i dati dell’Osservatorio, producono oltre il 72% del VA totale nel Nord-Ovest e quasi l’80% nel Centro e nel Meridione. La quota minore si riscontra nel Nord-Est con due terzi del totale. Se andiamo a vedere i settori, a guidare questa performance positiva, per il secondo trimestre consecutivo, sono i comparti alloggio e ristorazione, commercio e trasporto che registrano una crescita dell’8,6%. Ancora in flessione ( - 0,4%) il comparto delle attività artistiche e di intrattenimento, dopo il rimbalzo del trimestre precedente. I tassi sono positivi per tutti gli altri servizi.

L’analisi degli andamenti dell’ultimo decennio pre-pandemia rileva che il terziario di mercato è l'unico settore con tassi di crescita medi annui positivi e quote in aumento in tutte le macro-aree, regioni, anche al Sud, sia in termini di occupazione che di valore aggiunto, con una crescita occupazionale media intorno all’1,5% nel Nord e nel Centro e inferiore all’1% al Sud e nelle isole. Mantovani osserva Mantovani che, se guardiamo ai settori, «c’è un fenomeno di surriscaldamento del settore delle costruzioni che, assorbendo più risorse degli altri comparti, soffre un gap di offerta e di manodopera che non riesce a colmare la domanda. Il rischio è che continuando con questa politica si blocchi la crescita strutturale di tutta l’Economia del Paese in cui il settore del terziario continua a registrare, senza incentivi, valori positivi maggiori».

Il terziario anche nel Meridione «gode complessivamente di buona salute e ha ottime potenzialità grazie a capacità e competenze amministrative, imprenditoriali e manageriali in alcune province. Perché possa sbocciare definitivamente occorre una politica di sviluppo di quel terziario avanzato che sostiene anche industria e turismo del territorio, fornendo competenze e managerialità per una crescita comune, sinergica e strutturale», aggiunge Mantovani.

Il direttore Osservatorio del Terziario Manageritalia, Emilio Rossi dice che i dati dipingono «un’immagine dell’Economia del Paese molto chiara e a tratti inaspettata. Il Terziario, povero di incentivi e maggiormente penalizzato dal lock down, cresce più del Pil italiano, e lo fa in maniera omogenea, a dimostrazione del fatto che il processo di Terziarizzazione dell’Economia italiana prosegue anche dopo lo stop imposto dalla pandemia. È un settore virtuoso quindi in cui bisognerebbe investire di più perché possa trainare in maniera ancora più forte la ripresa dell'economia».

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