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Vaccini Covid-19: Wto verso l’accordo sulla sospensione dei brevetti

di Gianluca Di Donfrancesco

Ue-Africa accelerano sui vaccini ma e' scontro sui brevetti

Stati Uniti, Unione Europea, India e Sud Africa hanno raggiunto un'intesa per autorizzare una deroga nei Paesi in via di sviluppo

16 marzo 2022
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2' di lettura

Si avvicina l’accordo per la sospensione parziale dei brevetti sui vaccini anti-Covid. Dopo oltre un anno di discussioni alla Wto, Stati Uniti, Unione Europea, India e Sud Africa hanno concordato gli elementi chiave per una deroga, quando ormai il problema sembra però essere soprattutto la distribuzione dei farmaci, più che la loro produzione. La proposta era stata avanzata da Sudafrica e India nell'ottobre del 2020, a frenare era soprattutto l'Unione Europea.

Aiuto circoscritto ai Paesi in via di sviluppo

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L'intesa raggiunta il 16 marzo apre la strada a un accordo che potrà essere approvato dai 164 Stati membri dell’Organizzazione mondiale per il commercio. Serve l'unanimità: basta l'opposizione di un solo Governo per bloccare tutto. L'intesa raggiunta tra i quattro permetterebbe agli Stati in emergenza sanitaria di autorizzare i propri produttori nazionali a realizzare vaccini senza il consenso del titolare del brevetto per un periodo di 3-5 anni.

L'opzione sarebbe circoscritta ai Paesi in via di sviluppo che rappresentano meno del 10% delle esportazioni globali di vaccini Covid-19 nel 2021. Sarebbe pertanto esclusa la Cina, mentre riceverebbe luce verde l'India, che è un grande produttore di vaccini, ma che l'anno scorso ha bloccato l'export per far fronte all'emergenza interna.

«È un importante passo avanti, ma non siamo ancora arrivati. Abbiamo ancora molto lavoro da fare per assicurarci l'adesione di tutti», ha affermato la direttrice generale della Wto, Ngozi Okonjo-Iweala, che molto si è spesa sull'equo accesso ai vaccini anti-Covid.

Big Pharma non ci sta

Le cause farmaceutiche hanno ribadito la loro opposizione alla deroga, che - sostengono - rischierebbe di minare la capacità del settore di rispondere alle future pandemie. «Le aziende biofarmaceutiche riaffermano che l'indebolimento dei brevetti ora, quando è ampiamente riconosciuto che non ci sono più vincoli di fornitura dei vaccini Covid-19, invia il segnale sbagliato», ha affermato il direttore generale della Federazione internazionale dei produttori e delle associazioni farmaceutiche, Thomas Cueni.

Cueni ha aggiunto che l'industria farmaceutica globale produce più di un miliardo di dosi al mese e l'attenzione dovrebbe spostarsi dalla produzione alla distribuzione di vaccini nelle nazioni più povere.

Covax, il programma globale per fornire vaccini alle popolazioni a basso reddito, ha fatto fatica quest'anno per piazzare più di 300 milioni di dosi. L'accesso ai vaccini, in queste aree del mondo, è infatti ormai soprattutto limitato da problemi logistici: dalla carenza della catena del freddo, necessaria per la conservazione del farmaco, all'esitazione a vaccinarsi da parte di popolazioni spesso non raggiunte da una adeguata campagna di informazione. Mancano poi le risorse per mettere in piedi una macchina delle vaccinazioni paragonabile a quelle entrate in funzione nei Paesi avanzati.

Una campagna di vaccinazione universale ed efficace è fondamentale per interrompere la circolazione del virus e limitare il rischio di insorgenza di nuove varianti, la cui pericolosità si è chiaramente manifestata con la diffusione della Omicron.

Troppo poco

Critiche arrivano anche dal versante opposto. La People’s Vaccine Alliance, una coalizione di oltre 90 associazioni, ha affermato che la proposta formulata ignora le altre barriere alla diffusione dei vaccini legate alla proprietà intellettuale e sottolinea che non include gli altri trattamenti salva vita.

L'accordo provvisorio dispone che i membri della Wto debbano decidere entro sei mesi su un'estensione della deroga a strumenti e metodi diagnostici (come i tamponi) e alle terapie.

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