di Luca Tremolada
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Partiamo da qui: Nintendo Switch è la summa del modo di concepire il videogame della Nintendo. Dopo una settimana di prove febbrili si giunge a questa conclusione. Dentro riconosciamo le incarnazioni passate delle console precedenti. Nintendo Switch è “giapponese” e compatta come è stata il Game Cube. C'è dentro l'idea portatile e social del tablet che era stata lanciata con Wii U. L'uso intelligente dei sensori connessi ai controller della Wii. L'esperienza sul mondo delle console portatile di Nintendo Ds. Nasce quindi come una risposta alla crescita esponenziale del business del mercato del videogioco su smartphone (a cui Nintendo ha scelto di partecipare con le app Pokemon Go e con Super Mario Run) che quest'anno ha superato quello su console. È una macchina da gioco che guarda al passato con una idea forte, anzi fortissima: rendere il gioco davvero portatile e social.
Come si presenta. Concettualmente è una console portatile che si connette al televisore di casa. Si presenta quindi come una sorta di Playstation Vita (le dimensioni sono un po’ quelle). Un tablet quindi con display Led multi-touch da 6,2 pollici arisoluzione di 720p (quindi niente 4k). Sui bordi della console il modulo Wifi e la porta Usb-c che serve per ricaricare la batteria, e uno slot per inserire una scheda microSD ( non compresa nella console). All'interno della confezione troviamo due Joy-Con e due laccetti con tasti laterali per utilizzarli separatamente. Un supporto (si chiama Grip) che consente di unire i due Joy-Con per formare un controller. E poi c’è la base di Nintendo Switch che serve per alimentare la console portatile e connetterla al televisore attraverso un cavo HDMI.
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L’innovazione è il controller. Dai lati del display da 6,2 pollici si staccano due controller chiamati Joy-Con. Piccoli a forma di telecomando degli anni Ottanta (ricordano vagamente quelli della Wii) sono la verà innovazione della console. Come detto si possono “incastrare” ai lati del tablet, possono essere usati indipendentemente, impugnandoli uno per mano o insieme come se fossero un controller unico. Si possono quindi collegare alla console o può essere dato a un amico. Si può quindi giocare in otto contemporaneamente, o un paio in locale e gli altri connessi. Ogni controller è un oggetto indipendente e contiene un accelerometro e un sensore di movimento. Quello destro ha un sensore Nfc che permette di interagire con i pupazzetti di plastica Amiibo e una telecamera Ir in grado di rilevare la distanza, la forma e il movimento degli oggetti. Quello sinistro ha un pulsante per catturare le immagini di gioco. La vibrazione è piuttosto realistica grazie alla funzione Rumble Hd e si potranno collegare fino a oggi giocatori per giocare contemporaneamente senza fili. E quindi supporterà il gioco multiplayer via Wi-Fi. C’è da dire che sono un po’ piccini. Comodi ma piccini.
Che impatto avrà sul mercato? Il prezzo è altino. Lo diciamo subito: 329 euro di per sè non è un prezzo proibitivo ma si affaccia su un mercato popolato da due macchine (Ps4 e Xbox One) più potenti e meno costose. Manca nella confezione una demo tecnica di successo come è stato Wii Sports per Wii. Servirà acquistare una scheda microSd (la memoria interna è di soli 32 Gb). Il Joy-Con Grip è piccolino e carino ma i giocatori più appassionati, quelli da televisore e divano, sentiranno la necessità di un controller tradizionale che esiste, ma viene venduto separatamente a 69,98 euro. Infine, al line-up potrebbe sembrare debole. Accano a The Legend of Zelda: Beath of the Wild (di cui parleremo domenica su Il Sole 24 Ore) ci sarà Super Bomberman R, e i party game 1-2 Switch, Snipperclips, Shovel Knight: Specter of Torment e I Am Setsuna. Nessuno di questi fattori però la console ha moltissimo da dire.
Il giudizio. Non avrà l’effetto wow della prima Wii ma Nintendo Switch ha la stoffa del maratoneta. È la prima console che parla forte e chiaro a una fascia d’età precisa, che va dagli otto ai sedici anni. Risponde alle esigenze di gioco per le famiglie che rappresenta un marchio di fabbrica dell’offerta di Nintendo. Le modalità ancora tutte da studiare di gioco multiplayer (nelle stessa stanza) - ricordo che si potranno collegare fino a oggi giocatori per giocare contemporaneamente senza fili - lo rendono una fonte di intrattenimento comoda e facile (inoltre libera il televisore di casa). Le sei ore di autonomia della batteria sembrano più che sufficienti per rendere sostenibile il gioco in mobilità. Nasce quindi come la migliore console per adolescenti sulla piazza. La scommessa di Kyoto è quella di renderla anche un oggetto per adulti. Ma questo dipenderà dai giochi. L’arrivo del gioco del calcio Fifa su piattaforma Nintendo potrebbe davvero fare la differenza.
Luca Tremolada
Giornalista
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