Meloni in Algeria: Mediterraneo cruciale per interessi nazionali
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Un mix energetico come soluzione alla crisi innescata dalla guerra in Ucraina scatenata dalla Russia. A dirlo è Giorgia Meloni, in visita ufficiale in Algeria. La premier ha parlato del progetto («che ci diamo come orizzonte di legislatura») di fare dell’Italia «una sorta di Hub di distribuzione dell’energia».
Il paese nordafricano, ha detto la premier, «è il nostro principale fornitore di gas. Sono state firmate due intese da Eni e la sua omologa algerina, un’intesa per ridurre le emissioni di gas serra, quindi per uno sviluppo sostenibile, e l’altra è per giungere ad un incremento delle esportazioni di gas dall’Algeria all’Italia e all’Ue, la realizzazione di un nuovo gasdotto per l’idrogeno, la possibilità di fare gas liquefatto, insomma un meccanismo di mix energetico che individuiamo come possibile soluzione alla crisi in atto».
L’Algeria è cruciale nella strategia di approvvigionamento e diversificazione energetica per l’Italia: nel primo semestre 2022 il nordafricano è diventato il primo fornitore di gas naturale e a dicembre il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha dichiarato l’impegno preso con Roma per aumentare le forniture di gas dagli attuali 20 «ad almeno 35 miliardi di metri cubi». «Abbiamo bisogno in questo momento storico di affrontare una situazione difficile e quello con l’Algeria è uno straordinario ponte con l’Italia, anche e soprattutto sui temi energetici» ha affermato Meloni nel corso della conferenza stampa con il presidente algerino Tebboune ad Algeri. Il dossier energia è stato perciò al centro della visita ufficiale di Meloni, un appuntamento che rientra nella cornice del “Piano Mattei” per l’Africa, l’idea con cui la presidente del Consiglio mira a rendere l’Italia cerniera e ponte energetico naturale tra l’Africa e l’Europa.
Ed è iniziata con una tappa simbolica proprio al Giardino dedicato al fondatore dell’Eni e inaugurato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel novembre 2021 la seconda giornata di vista della presidente del Consiglio. Meloni è stato poi ricevuta dal presidente algerino Tebboune al palazzo presidenziale El Mouradia.
Il progetto di Meloni di una collaborazione con i Paesi africani per rendere l’Italia un hub energetico del Mediterraneo non può che interessare l’Algeria che, dopo la guerra in Ucraina, è diventata il primo fornitore di gas naturale dell’Italia passando da una copertura del 22% all’attuale 40% del fabbisogno energetico, allentando la dipendenza dal metano russo. Di «un progetto importante che fa dall’Italia un distributore di energie per tutta l’Europa» ha parlato il presidente dell’Algeria Tebboune .
Un progetto sul quale però Descalzi ha fatto notare: «Venendo tutto il gas dal Sud, se abbiamo un collo di bottiglia tra Campania, Abruzzo e Molise il concetto di hub è potenziale, non si entra in energia cinetica. È un grande potenziale che non si esprime». Per l’ad di Eni Descalzi, l’Italia potrà azzerare le forniture di gas russo «nell’inverno 2024/2025»: «Direi che continuando così le cose vadano nel verso giusto» ha detto a margine della visita della premier Meloni al Giardino Mattei ad Algeri. «Aggiorniamo gli accordi annualmente sulle quantità che sono state rispettate: sono stati dati più di 3 miliardi di metri cubi e altri 3 miliardi nel 2023 e poi altri ancora» ha detto l’ad di Eni. «Bisogna pensare che solo 2 anni fa l’Algeria dava all’Italia circa 21 miliardi, adesso ha dato 25, arriveremo a 28 miliardi l’anno prossimo e poi nel 24-25 supereremo ancora - ha aggiunto Descalzi -. È davvero un partner strategico che sta aiutando molto per l’Italia».
Ridurre le emissioni di gas serra in Algeria e incrementare le esportazioni di energia verso l’Italia, anche attraverso un nuovo gasdotto per l’idrogeno: sono gli obiettivi dei due memorandum di intesa firmati da Eni e Sonatrach in occasione della visita ufficiale ad Algeri della presidente del Consiglio Giorgia.
Il primo dei due memorandum, firmati dall’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e dal presidente e direttore genarale di Sonatrach Toufik Hakkar, punta a individuare congiuntamente le possibili attività per ridurre le emissioni di gas a effetto serra in Algeria, e le migliori tecnologie da utilizzare. L’Intesa prevede inoltre progetti congiunti sulla riduzione delle emissioni di Co2 nelle strutture produttive di idrocarburi in Algeria.
Il secondo memorandum, per la valorizzazione della rete di interconnessione energetica tra i due Paese per una transizione energetica sostenibile, mira a individuare le migliori opportunità per incrementare le esportazioni di energia dall’Algeria verso l’Italia, attraverso lo studio congiunto sull’incremento della capacità di trasporto del gas esistente, la realizzazione di un nuovo gasdotto anche per il trasporto di idrogeno, la posa di un cavo elettrico sottomarino e l’aumento della capacità di produrre gas liquefatto.
«L’Algeria è il primo partner italiano in Africa e noi i primi clienti di Algeri. Ora bisogna rafforzare la rete delle imprese italiane in Algeria e di quelle algerine in Italia. Queste intese sono frutto di accordi e ci sono tanti campi di collaborazione possibili, e vogliamo esplorarli tutti» ha detto la premier al termine dell’incontro con il presidente algerino. «La nostra lunga chiacchierata è stata occasione per parlare di stabilizzazione della Libia e della situazione nel Mali, dove c’è una instabilità che ci preoccupa. Sulla Palestina solo la soluzione di due stati può assicurare la pace nella regione».
«Vogliamo che l’Italia diventi un hub europeo del gas algerino. Uno snodo per altri Paesi Ue» ha detto ambasciatore algerino in Italia Abdelkrim Touahria al Messaggero, «ampliando la cooperazione ad altri fronti. Idrogeno verde, fotovoltaico, energie rinnovabili». E a proposito del “piano Mattei” pensato da Meloni ha assicurato che l’Algeria aiuterà « l’Italia ad avere una piazza in altri Paesi africani, dalla Nigeria al Sud Africa, dal Mali al Burkina Faso».
Per diventare l’hub dell’Europa l’obiettivo dell’talia è raccogliere entro il 2024-25 tra i 50 e i 70 miliardi di metri cubi di metano all’anno per soddisfare il fabbisogno nazionale e per distribuirli nei vari Paesi europei, come Austria, Germania e Polonia. Ancora Descalzi ha fatto notare che «con l’Africa siamo gli unici ad avere una connessione via pipe con l’Algeria, che ha una capacità di circa 36 miliardi di metri cubi, ancora sottoutilizzata: sono ancora circa più di 10 miliardi che possono arrivare in Italia. Abbiamo - ha continuato - una connessione via pipe con la Libia che vale adesso circa 12-14 miliardi di metri cubi in termini di capacità che, con adeguate aggiunte di compressione, può salire di parecchi miliardi. Poi abbiamo l’Egitto e tutta l’Africa, con Nigeria, Angola, Congo, Mozambico, che può portare energia».
Ad aprile 2022 l’allora premier Mario Draghi aveva chiuso il primo di una serie di accordi con l’Algeria sull’energia per consentire di sostituire fino a un terzo del metano russo: l’intesa aveva permesso di aggiungere 9 milioni di metri cubi nel 2023-2024 attraverso il Transmed. Il viaggio ad Algeri fu il primo di una serie per accelerare al massimo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento italiane. A luglio una nuova visita di Draghi aveva sancito un accordo per aumentare di altri 4 miliardi di metri cubi le forniture algerine di gas all’Italia.
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