di Gabriele Biglia
Edouard Manet, Copie de la Vierge au lapin Succession B. Caprotti
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L'arricchimento delle collezioni attraverso l'acquisizione di nuove opere d'arte, riveste un'importanza centrale per la vita di un museo. Nel 2017, nuovi capolavori dell'arte di ogni secolo sono entrati a far parte delle principali istituzioni museali europee e americane. E anche l'Italia quest'anno è stata al passo, non lasciandosi sfuggire alcuni importanti capolavori. Il nostro Paese nel 2017 ha rotto il suo salvadanaio stanziando 4 milioni di euro (altri 4 milioni sono stati inseriti nella legge di bilancio per il Fondo dedicato all'acquisizione di beni culturali), arricchendo così con 151 nuove opere i piccoli e grandi musei sparsi sul nostro territori, tra sculture, fotografie, porcellane, disegni, ma soprattutto quadri.
È entrata a far parte delle raccolte di Palazzo Spinola a Genova una “Allegoria della pittura” dipinta da uno dei maestri della pittura Genovese del Seicento, Bernardo Strozzi (1581-1644). Al Museo del Palazzo Ducale di Gubbio il Mibact ha destinato, invece, una serie di otto scomparti di polittico, già conservati in origine nella chiesa locale di San Domenico, acquistati in asta mediante prelazione da Pandolfini a Firenze
Mentre la Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma ha integrato le proprie collezioni con un importante ritratto di Pompeo Batoni (Lucca 1708 Roma 1787), raffigurante il Senatore di Roma Abbondio Rezzonico (1766), nipote di papa Clemente XIII.
In Francia sono entrati a far parte del département des Peintures del Louvre di Parigi alcune importanti opere come il “Portrait présumé de Hassan”, scudiero del console francese in Egitto, Bernardino Drovetti (1776-1852), incaricato di proteggere e accompagnare una giovane giraffa offerta in regalo dal vice d'Egitto Mehmet Ali al Re di Francia Charles X. Era il primo esemplare vivente di giraffa a giungere in Francia. L' animale sbarcò nell'ottobre 1826 a Marsiglia e arrivò a Parigi nel luglio 1827 nella rotonda del giardino del re (attuale zoo del giardino delle piante). Il dipinto, realizzato nel 1827 da Claude-Marie Dubufe, è stato acquistato a credito dal Louvre attraverso la Galerie Colnaghi di Londra.
Il Louvre ha ricevuto anche inoltre una importante donazione dall'Italia: l'imprenditore ideatore di Esselunga Bernardo Caprotti (1925-2016) ha lasciato attraverso volontà testamentaria una tela del pittore impressionista Edouard Manet, “La Vierge au lapin” al museo francese. Si tratta di una copia fedele di un celebre dipinto di Tiziano. Il museo ha comprato per il dipartimento di scultura un busto in marmo della figlia dello scultore francese Jean Antoine Houdon (1741-1828), Anne Ange Houdon, stanziando 220.000 euro.
Sappiamo con certezza dove è finito il controverso “Salvator Mundi” attribuito a Leonardo da Vinci. Il “the last da Vinci”, è stato acquisito dal Department of Culture and Tourism di Abu Dhabi per il museo il 15 novembre scorso per la cifra record di 450 milioni di dollari. Sarà presto visibile nella sala del Louvre di Abu Dhabi , che già accoglie “La belle fer-ronnière” di Leonardo, in prestito dal Louvre di Parigi.
Il Rijksmuseum di Amsterdam ha arricchito le proprie raccolte con un raro dipinto su tela di Jean-Étienne Liotard (Ginevra, 1702-1789), raffinato pittore e pastellista svizzero specializzato in ritratti, scene di genere e nature morte, autore della celebre “Cioccolataia” (1744) conservata alla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda. Il Museo olandese si è aggiudicato per 3,8 milioni di sterline (4,4 milioni con le commissioni di acquisto) la tela raffigurante una “Ragazza olandese intenta a fare colazione” , battuta all'asta a luglio 2016 da Sotheby's.
Esistono solo 30 dipinti ad olio su tela di Liotard, noto soprattutto per i suoi raffinati pastelli. L'opera, rimasta nella stessa collezione privata per più di due secoli, è giunta al Rijksmuseum di Amsterdam solo lo scorso gennaio, dopo che il Governo del Regno Unito ha deciso di concedere la export licence all'opera.
Nel 2017 la National Gallery di Londra ha integrato le proprie collezioni di dipinti antichi con l'acquisto di una importante veduta di Bernardo Bellotto (Venezia, 1721 – Varsavia, 1780), “The Fortress of Königstein from the North” (1756-58), su cui pendeva una export-deferred del Ministero Uk in attesa di raccogliere i fondi necessari all'acquisizione del dipinto. La svalutazione della sterlina a seguito della Brexit ha fatto salire a 11,7 milioni di sterline il prezzo di acquisto: 670mila in più rispetto agli 11 milioni di sterline versati dal collezionista privato, probabilmente americano, alla famiglia del Conte di Derby, proprietaria del dipinto dal 1834.
Ma l'istituzione museale inglese non si è fatta scoraggiare e si è rifatta attraverso una generosa donazione ricevuta da parte del collezionista Willem Baron van Dedem, ex-presidente del Tefaf di Maastricht, scomparso nel 2015 all'età di 86 anni. Nel 2017 sono infatti entrati a far parte delle raccolte del museo altri importati lavori: una “Natura morta con uva, fragole e asparagi (1703) di Adriaen Coorte, una “Incoronazione di spine” di David Teniers il Giovane (1610 - 1690 ) e due minuziosi dipinti su tavola di Jan van Kessel the Elder (1626 - 1679) con la riproduzione meticolosa di insetti, fiori e bacche che ricordano le illustrazioni scientifiche.
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La Tate di Londra, attraverso i fondi generosamente messi a disposizione dalla Luma Foundation di Maja Hoffmann (Arles), ha acquisito quest'anno più di 12.000 album fotografici di proprietà del fotografo britannico Martin Parr. La collezione assemblata in 25 anni comprende opere di Hans Bellmer, Nobuyoshi Araki e Robert Frank. I libri saranno esposti in mostra alla Tate e al centro culturale Luma Arles, che sarà inaugurato nel 2018. L'acquisizione porta la Tate ad essere una delle istituzioni leader a livello mondiale nella rappresentazione dei fotolibri, e rappresenta un significativo passo in avanti nel costante impegno di Tate verso la fotografia: “La straordinaria collezione di Martin Parr è indubbiamente una delle più grandi del suo genere a livello mondiale” ha affermato Frances Morris, direttrice della Tate Modern.
Dall’altra parte dell’oceano. In America il Museum of Fine Arts di Boston ha ricevuto una donazione formidabile composta da 113 opere realizzate dalla mano dei più grandi maestri del Secolo d'oro della pittura olandese e fiamminga. Un corpus impressionante di dipinti di Rembrandt, Gerrit Dou, Frans Hals, Albert Cuyp e Jan Steen, che hanno fatto parte delle collezioni di Rose-Marie e Eijk van Otterloo, Susan e Matthew Weatherbie, tra cui spicca il “Ritratto di Aeltje Uylenburgh” (1632) di Rembrandt, appartenuto per lungo tempo alla baronessa Batsheva de Rothschild, acquistato in asta nel 2000 dal gallerista Noortman per 19,8 milioni di sterline e, successivamente, rivenduto per 25 milioni di sterline ai donatori della istituzione museale americana.
È il più grande dono di dipinti europei sino ad oggi ricevuto dal MFA di Boston nei suoi 140 anni di storia.
Ma a lasciare veramente a bocca aperta sono anche gli acquisti del J. Paul Getty Museum di Los Angeles.
Quest'anno sotto l'albero di Natale, oltre alla «Vergine con il Bambino, San Giovannino e Maria Maddalena» del Parmigianino (1503-1540), opera acquistata nel 2016 per 24,5 milioni di sterline, da pochi mesi entrata fisicamente nelle raccolte del museo americano, ci sarà anche da scartare un raccolta eccezionale di 16 preziosi disegni realizzati da Michelangelo Buonarroti, Parmigianino, Andrea del Sarto, Lorenzo di Credi, Federico Barocci, Giovanni Domenico Tiepolo, Francisco Goya, Edgar Degas, provenienti dalla collezione di un collezionista inglese.
Della importante raccolta fa parte anche “La Surprise”, una fête galante di Jean-Antoine Watteau (1684-1721), un dipinto su tavola per lungo tempo creduto distrutto, e riapparso dopo 200 anni in asta da Christie's nel 2008, e acquistato dal precedente proprietario per 12.361.250 sterline, segnando un world record d'asta per un disegno francese d'alta epoca.
Questo gruppo di opere probabilmente proviene dalla collezione inglese di Luca Padulli, co-founder della società di investimenti Camomille Associates . Si tratta di disegni acquistati in asta negli ultimi 17 anni dal collezionista: il disegno di Michelangelo è stato comprato nel 2001 per 6 milioni di sterline da Sotheby's, mentre il disegno a carboncino e sanguigna di Andrea del Sarto “Studio per la testa di San Giuseppe”, esposto tra il 2015 e il 2016 alla Frick Collection preparatorio per l'incantevole Sacra Famiglia conservata a Palazzo Pitti a Firenze, è stato battuto in asta nel 2005 per 6,5 milioni di sterline. Nel XVI secolo faceva parte della collezione di Giorgio Vasari. Si stima che il valore compressivo della collezione valga intorno ai 100 milioni di dollari. Alcune opere, precisamente tre disegni, risultano ancora ferme alla frontiera del Regno Unito in attesa di poter lasciare il Paese e ottenere la sospirata licenza di esportazione.
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