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Ericsson in rialzo alla Borsa di Stoccolma, dopo patteggiamento per corruzione in Iraq

di Giuliana Licini

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La società ha raggiunto “un accordo risolutivo” con il Dipartimento di Giustizia Usa che comporterà il pagamento di un’ammenda di 206,7 milioni di dollari

3 marzo 2023
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2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) Ericsson avanza alla Borsa di Stoccolma, dopo aver annunciato l’accordo con la Giustizia Usa che pone fine all’annosa vicenda dei sospetti di corruzione in Iraq, con il pagamento di una multa di quasi 207 milioni di dollari. Il titolo del produttore svedese di tecnologie e servizi per le reti tlc è tra i migliori dell'indice Stoxx Europe 600. In un comunicato diffuso nella notte tra giovedì e venerdì, Ericsson ha reso noto di avere raggiunto “un accordo risolutivo” con il Dipartimento di Giustizia Usa che comporterà il pagamento di un’ammenda di 206,7 milioni di dollari. L’importo è inferiore a quanto il gruppo aveva accantonato per il dossier, ovvero 220 milioni di dollari. Il patteggiamento fa seguito all’accordo transazionale concluso nel dicembre 2019 con cui il gruppo aveva già pagato un miliardo di dollari per chiudere i dossier di corruzione in cinque altri Paesi (Gibuti, Cina, Vietnam, Indonesia e Kuwait). Il caso Iraq era rimasto nel mirino dei magistrati Usa, perché la società non aveva fornito in modo tempestivo e in maniera esaustiva i risultati di un’inchiesta interna sul presunto pagamento di tangenti nel Paese, nelle aree controllate dallo Stato Islamico. «Fare questo passo oggi significa che la questione di tutte le violazioni adesso è risolta. Questo ci permette di concentrarci sulla realizzazione della nostra strategia, mentre continuiamo a dare impulso al cambiamento culturale in tutto il gruppo che pone l’integrità al centro di tutto quello che facciamo», ha dichiarato il ceo di Ericsson, Borje Ekholm, aggiungendo «abbiamo imparato la lezione e stiamo facendo un importante percorso per trasformare la nostra cultura. Per essere un vero leader, dobbiamo essere leader di mercato e delle tecnologie, ma anche leader nel mondo in cui conduciamo la nostra attività». L’inchiesta interna riguardava versamenti sospetti per il trasporto su strada nelle zone dell’Irak, controllate dall’Isis.

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Nel comunicato, per altro, Ericsson ribadisce che «sta continuando ad indagare i fatti in collaborazione con il DoJ e la Sec. Come precedentemente indicato, l’indagine condotta nel 2019 dalla società non è giunta alla conclusione che Ericsson abbia fatto o sia responsabile di alcun pagamento ad alcuna organizzazione terroristica. Le ulteriori indagini svolte nel 2022 non hanno alterato questa conclusione». Il DoJ (dipartimento di Giustizia Usa) a sua volta ha commentato l’accordo, sottolineando che «Ericsson ha significativamente rafforzato il suo programma di compliance e di controlli interni attraverso modifiche strutturali e nella leadership” e ha anche “rafforzato in modo significativo i suoi sforzi di collaborazione e condivisione dell’informazione».

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