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Per l’Italia un ponte con la Bay area nell’hub Innovit

di Laura La Posta e Marco Valsania

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Il Console generale a San Francisco, Sergio Strozzi, il direttore di Innovit Alberto Acito e la Ad del Gruppo 24 Ore, Mirja Cartia d'Asero, nella sede dell'hub Innovit a San Francisco

Il Console generale a San Francisco, Sergio Strozzi, il direttore di Innovit Alberto Acito e la Ad del Gruppo 24 Ore, Mirja Cartia d'Asero, nella sede dell'hub Innovit a San Francisco

Il centro diretto da Alberto Acito porta le Pmi nella Silicon Valley e racconta agli investitori americani la capacità innovativa del made in Italy

25 febbraio 2023
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4' di lettura

L’innovazione tecnologica italiana si è messa in luce a San Francisco, capitale della Silicon Valley e della Bay area. E lo ha fatto nel nuovo polo di divulgazione delle eccellenze italiane: Innovit, Italian Innovation and culture hub, che integra in uno spazio unitario l’Istituto italiano di cultura, i desk attrazione investimenti esteri e innovazione di Agenzia Ice e il nuovo Centro per l’Innovazione. Un’iniziativa promossa dall’Ambasciata italiana a Washington e dal Consolato generale a San Francisco, sostenuta dalla Presidenza della Repubblica e realizzata dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale in collaborazione con l’Agenzia Ice. Ed è proprio nell’hub Innovit di San Francisco che si è svolta, il 25 febbraio 2023, la seconda tappa degli eventi esteri di avvicinamento al Festival dell’Economia di Trento, organizzati dal Gruppo 24 Ore in collaborazione con le ambasciate italiane e l’Enel.

Un centro al servizio di Pmi innovative e start up

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Una pluralità di investitori, imprenditori, manager e ricercatori americani sono interessati a collaborare con le imprese e le università italiane.«Innovit è uno strumento in più per le aziende italiane per dare maggiore visibilità in Silicon Valley a un lato del nostro Paese spesso poco conosciuto, quello dell'’innovazione», così Alberto Acito racconta Innovit, di cui è direttore. Una “piattaforma operativa” di supporto per start up e Pmi innovative che vengano a lezione a San Francisco (senza escludere grandi gruppi in cerca di outpost nella patria dell'hi-tech).

Innovit è adesso al debutto concreto: a marzo arriva la prima pattuglia di 30 aziende, 15 start up e altrettante Pmi, selezionate per un programma intensivo di due settimane dedicato a intelligenza artificiale, metaverso, cultura e creatività. Le prescelte appartengono a settori diversi, da piattaforme B2B di e-learning allo sviluppo di nuovi materiali. È solo l'inizio. Entro l'anno le start up e Pmi coinvolte saranno almeno un centinaio, in quattro sessioni a cadenza trimestrale. I prossimi appuntamenti saranno incentrati su robotica, blockchain, cybersecurity e Iot; sostenibilità, food e agrotech; infine aerospazio. Le selezioni avvengono attraverso domande online vagliate da un gruppo di esperti di alto profilo.

«Per le start up è un programma di accelerazione – spiega Acito - Avranno possibilità di entrare in contatto con potenziali investitori, presentare i loro progetti, e rientrare in Italia dopo essersi confrontate con la cultura imprenditoriale trasformativa di Silicon Valley». Forte accento viene però anche posto sul tessuto di piccole e medie imprese innovative a caccia di competitività e internazionalizzazione: «L’hub può aiutarle a cavalcare l'onda dell'innovazione, a essere più produttive, a migliorare l'accesso al mercato».

Gli ambiti di intervento

L'attività è strutturata con una componente comune e una parte mirata ai singoli partecipanti, con a disposizione mentors e un ventaglio di esperti, specializzati su diversi fronti: dai pitch alla caccia a partner tecnologici, fino alla proprietà intellettuale. E non basta: di recente, caso di apertura a grandi player del sistema Paese, Innovit ha facilitato il primo roadshow di Cdp negli Usa, tre giorni di incontri con focus sul venture capital.

L’hub è uno spazio d'avanguardia fin dalla sua stuttura: 1.200 metri quadrati su due piani di sale e spazi di co-working vicino a North Beach, storico quartiere di San Francisco caro agli italiani. Nato su impulso della Presidenza della Repubblica e del ministero degli Affari esteri e della cooperazione Internazionale, è decollato come partnership pubblico-privato: la gestione dei servizi è stata vinta dall'associazione temporanea di imprese, guidata dalla Fondazione Giacomo Brodolini ed Entopan Innovation.

«Innovit è una straordinaria opportunità per i tanti innovatori del nostro Paese», dice Fabio Sgaragli, responsabile del progetto per il gestore. Per la prima volta, hi-tech, business e cultura sono sotto lo stesso tetto: l’hub ospita infatti anche l'Istituto italiano di cultura e il desk dell'Agenzia Ice, la Italian Trade Agency. L'ambizione, per l'Italia, è di ampliarlo al mondo accademico e, se avrà successo, riprodurlo fuori dagli Usa.

Un Advisory board di altissimo livello

Innovit può contare su un Advisory board di altissimo livello, con 15 super esperti attivi negli Stati Uniti e con conoscenza dell'Italia del mondo delle imprese innovative, della ricerca più tecnologicamente avanzata e degli investimenti con capitali di rischio: gli investitori Alec Ross (AMPLO, Visiting Professor all'Università di Bologna, saggista, ex Consigliere per l'Innovazione al Dipartimento di Stato), Giovanni Colella (OODA Health), Assia Grazioli Venier (Muse Capital), Doug Mauro Leone (venture capitalist, ex Sequoia Capital Managing Partner), Diego Piacentini (View Different, Exor Seeds, ex top manager di Apple e Amazon, ex Commissario per l'Agenda Digitale del Governo italiano), Kim Polese (Crowdsmart e Berkeley), Ronald Spogli (Freeman, Spogli & Co., ex Ambasciatore USA in Italia), Tom Siebel (C3-AI), Jamie Viggiano (Fuel Capital), i manager Natalia Bergamaschi (Google), Francesco Grilli (Qualcomm), Luca Maestri (Apple); e i Professori Maria Grazia Roncarolo (Stanford), Shankar Sastri (Berkeley) e Silvio Savarese (Chief Scientist Salesforce e Stanford).

Nel corso della prima riunione dell’Advisory board, sono emersi diversi temi e proposte per sostenere l’innovazione italiana in modo concreto: l'importanza di un maggiore sostegno istituzionale alle nostre start up e imprese innovative; la necessità che Innovit operi in senso bi-direzionale, portando il meglio dell’Italia negli Usa ma anche attraendo in Italia la Silicon Valley; il ruolo chiave del venture capital e del collegamento tra business e centri di ricerca; la rilevanza dell'imprenditoria femminile e della formazione dei giovani ad una cultura dell'innovazione; la necessità per l'Italia di intercettare le opportunità che nascono negli ecosistemi più avanzati del mondo; il rilievo degli investimenti anche per il loro impatto sociale. Le linee strategiche emerse nella riunione e dal lavoro che sarà svolto dell'Advisory board verranno sottoposte al Comitato di direzione del centro, presieduto dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.

Il forte sostegno dell’Ambasciatrice Zappia e della Farnesina

Nello stesso incontro, l’'Ambasciatrice d'Italia negli Usa Mariangela Zappia ha evidenziato il clima favorevole per l’innovazione nel nostro Paese, la qualità dei talenti italiani dei settori più avanzati e gli investimenti ingenti del Pnrr in digitalizzazione, transizione verde, ricerca e istruzione. Il progetto italiano, ha proseguito, non vuole essere “one-off” ma è destinato a durare nel tempo come iniziativa strategica pluriennale e presenza tangibile italiana in Silicon Valley: una vera e propria “antenna per l'innovazione”, che rappresenti una piattaforma e un ponte tra Italia e Usa che sia “future-proof” per disegnare le aziende e le risorse umane del domani, in un mondo in transizione epocale. «Innovit può e deve essere un catalizzatore di idee, conoscenza e investimenti a sostegno di aziende innovative, start up, centri di ricerca e università italiane negli Stati Uniti», ha concluso l’Ambasciatrice Zappia.

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