di Matteo Meneghello
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Scende anche in campo anche Intel nella corsa dei produttori ad adeguare la capacità produttiva globale alla domanda crescente di semiconduttori. Il colosso americano prepara un investimento in Europa da 95 miliardi di dollari in dieci anni. L’amministratore delegato, Pat Gelsinger, ha dichiarato che il gruppo sta pianificando la costruzione di due impianti per la produzione di microchip in un nuovo sito europeo e che il piano potrebbe potenzialmente espandersi ulteriormente nel corso di oltre un decennio. «Questa nuova era di domanda sostenuta per i semiconduttori ha bisogno di grandi e ampie valutazioni» ha detto Gelsinger, intervenuto a un evento al Motor Show di Monaco di Baviera.
Il rivale Taiwan Semiconductor Manufacturing Co, il maggior produttore di chip al mondo, ha detto quest’anno che spenderà 100 miliardi di dollari nei prossimi tre anni per aumentare la produzione. Un altro rivale, Samsung Electronics, ha comunicato di voler aumentare di un terzo i suoi investimenti nei prossimi tre anni a oltre 205 miliardi di dollari. Lo scorso giugno anche Bosch ha inaugurato, a Dresda, una nuova fabbrica di semiconduttori, investendo 1,2 miliardi (di cui 200 milioni da aiuti dell’Unione europea), mentre l’italo-francese Stm sta ampliando lo stabilimnento di wafers di silicio di Agrate (il progetto è partito nel 2018), con beneficio sulla quantita e qualità di chip prodotti.
La carenza mondiale di chip sta colpendo duramente il settore auto, costringendo Ford Motor e General Motors, per esempio, ad annunciare - la scorsa settimana - un taglio alla produzione. Intel ha dichiarato di voler dedicare un impianto in Irlanda alla produzione dei chip per il settore auto. Secondo Gelsinger, il mercato dei chip per le auto registrerà un aumento superiore al 100% entro la fine del decennio. I semiconduttori, ha detto, rappresenteranno oltre il 20% dei costi materiali delle future auto del segmento premium, in rialzo dal 4% del 2019, visto le nuove funzioni di assistenza alla guida, i nuovi touch screen e altri accessori. L’espansione della produzione in Europa fa parte di un più ampio progetto di Gelsinger che comprende nuovi investimenti negli Stati Uniti: due impianti in Arizona per 20 miliardi di dollari e ulteriori 3,5 miliardi di dollari in New Mexico. Entro la fine dell’anno, ha detto, Intel sceglierà il sito per una nuova fabbrica negli Stati Uniti.
Gelsinger, ricorda il Wall Street Journal, è impegnato anche in trattative con i politici europei e statunitensi per ottenere dei sussidi che sostengano l’espansione di Intel, dato che in molti considerano vitale, per l’economia, l’aumento della produzione di chip. Gelsinger ha infine annunciato che la sussidiaria Mobileye, società israeliana acquistata nel 2017 per 15 miliardi di dollari, lancerà un programma pilota per un servizio robotaxi in Israele e Germania il prossimo anno, a testimonianza degli sforzi che Intel sta facendo anche nel settore della guida autonoma.
Matteo Meneghello
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