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Superbonus, incentivo solo per 400mila immobili su 57 milioni. «Ha favorito i proprietari più ricchi»

di Andrea Carli

Deficit 2022 all'8%, pesa il calcolo del Superbonus

Sotto la lente dei giudici contabili anche il sistema dei controlli: «Idoneo a prevenire le vere e proprie frodi connesse alla creazione fittizia di crediti, ma poco in grado di assicurare l'effettiva qualità, utilità e durata degli interventi finanziati»

15 marzo 2023
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2' di lettura

Il superbonus 110%? Non solo è costato molto, ma l’incentivo ha interessato pochi immobili. Inoltre, con riferimento alle villette, ha favorito i proprietari più ricchi. È un vero e proprio “uno due” quello che la Corte dei Conti ha assestato al bonus in occasione dell’audizione della commissione Finanze. La Corte dei conti è stata chiamata a esprimersi nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti d'imposta. L’impegno finanziario richiesto per coprire le 626 «spese fiscali», ha spiegato, ammonta nel 2023 a «oltre 82 miliardi di euro».

110% per meno di 400mila immobili

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Primo punto. Secondo i giudici contabili, «le ingenti risorse destinate all'efficienza energetica con il Superbonus hanno fino ad ora permesso di intervenire su meno di 400 mila immobili, una quota notevolmente ridotta rispetto ai 57 milioni di unità immobiliari e ai circa 20 milioni di abitazioni principali esistenti nel nostro Paese». L'importo degli investimenti autorizzati per il solo Superbonus ha raggiunto i 65 miliardi di euro a gennaio 2023 e il costo atteso per l'erario i 71 miliardi. «Anche a fronte di una forte riduzione dei flussi annuali, le rate di compensazione nei prossimi anni avranno un impatto non trascurabile e ancora non del tutto quantificabile sulle entrate fiscali». Nell’audizione i rappresentanti della Corte dei conti hanno ricordato che l’Istat « ha proceduto a una revisione dei deficit tra il 2020 e il 2022 per l'entità dei crediti maturati, modificando il rapporto deficit/Pil di diversi punti (dal 9,5 al 9,7 nel 2020, da 7,2 a 9,0 nel 2021 e da 5,6 a 8 nel 2022)».

Sulle villette favoriti i proprietari più dotati di risorse

I giudici contabili hanno inoltre acceso un faro sulla scelta di aprire la strada del 110% alle cosiddette “villette”. E lo hanno fatto ponendo l’accento sul fatto che «l’indiscriminato “libero accesso” ai benefici pur mitigato, per quanto riguarda il Superbonus delle unità unifamiliari, dalle limitazioni soggettive (reddito familiare) e oggettive (abitazione principale) introdotte dal 2023, favorisce comunque i proprietari più dotati di risorse (finanziarie, ma anche tecnico-professionali)».

Il sistema dei controlli non assicura la qualità degli interventi finanziati

Infine, la Corte dei conti ha detto la sua sulle verifiche. «Quanto al sistema dei controlli - si legge nel testo presentato in audizione - , esso appare oggi in linea di massima idoneo a prevenire le vere e proprie frodi connesse alla creazione fittizia di crediti, ma poco in grado di assicurare l'effettiva qualità, utilità e durata degli interventi finanziati».

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