Economia
Pubblicità

Economia

Ryanair: O’Leary, addio voli a 10 euro, pesa il caro-carburante

Torna la voglia di viaggiare, e' boom del traffico aereo

Per l’ad Michael O’Leary le tariffe superscontate di Ryanair sono destinate a scomparire per il caro energia scoppiato con la guerra in Ucraina

11 agosto 2022
Pubblicità

2' di lettura

Addio alle tariffe superscontate di Ryanair. I voli a 0,99 o a 9,99 euro sono destinati a scomparire per il caro energia scoppiato con la guerra in Ucraina e che pesa anche sul settore aereo. Lo ha detto l’amministratore delegato del gruppo, Michael O’Leary intervistato da Bbc Radio 4.

Inflazione e dintorni

Pubblicità

In un discorso molto ampio sull’inflazione, O’Leary ha spiegato che il settore delle low cost - che pure resisterà perché le persone continueranno a volare “frequentemente” - è inevitabilmente influenzato dagli aumenti del petrolio. «Non credo - ha detto - che ci saranno più voli a 10 euro. La nostra tariffa media è stata l’anno scorso di 40 euro, andremo verso i 50 nei prossimi 5 anni. Le nostre tariffe promozionali superscontate, quelle a 1 euro, a 0,99 o anche a 9,99, penso che non si vedranno per un certo numero di anni. Ryanair - ha concluso l’amministratore delegato di Ryanair - continuerà comunque ad avere “milioni di posti a 19,99 euro, 24,99 e 29,99 euro».

Non più low cost

L’aumento delle tariffe medie dei biglietti su Ryanair (e vista anche la struttura tariffaria low cost con molti supplementi, soprattutto per i bagagli) potrebbe arrivare a far costare un viaggio andata e ritorno fino a diverse centinaia di euro o sterline.

Michael O’Leary, tuttavia, vuole credere che la domanda di viaggi aerei continuerà e che di fronte ai vincoli di budget dei consumatori, i vettori “low cost” se la caveranno bene.

Contro Johnson per la Brexit

Ha anche protestato contro la Brexit, che ha notevolmente ridotto l’accesso dei lavoratori europei al Regno Unito, dove in precedenza avevano centinaia di migliaia di posti di lavoro. “Se ci fosse qualche onestà da parte del governo Johnson, ammetterebbe che la Brexit è stata un disastro per la libera circolazione dei lavoratori e che una delle principali difficoltà che l’economia britannica deve affrontare in questo momento è la mancanza dei lavoratori”.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy