di Cl.T.
(Imagoeconomica)
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Il rapporto fra scuola, università e imprese «è diventato una priorità non solo per il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, ma perché è il primo dei problemi legati alla nostra competitività». Lo ha affermato Riccardo Di Stefano, presidente nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria, intervenendo in collegamento video al Festival nazionale dell’Economia Civile a Firenze. «Nell’anno del blocco dei licenziamenti e della caduta del Pil, il 2020 - ha spiegato Di Stefano -, le nostre imprese cercavano 110mila profili specializzati e non li hanno trovati sul mercato».
Per Di Stefano «in una situazione normale sarebbero 300mila, e sono calcolate per il prossimo triennio 500mila figure. Per fare questo quindi dobbiamo puntare su più livelli di intervento, e il Pnrr è certamente un’occasione per dare una risposta forte a questo problema atavico, direi ventennale ormai».
Di Stefano ha ricordato i progetti di Confindustria per le materie Stem alle scuole medie, per l’apprendistato duale alle superiori, e per gli Its dove «il plauso al governo è assolutamente meritato, perché avere investito un miliardo e mezzo previsto nel Pnrr per gli Its vuol dire aver compreso che essi sono una risposta forte alle esigenze delle imprese».
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Claudio Tucci
Redattore
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