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Superbonus: infissi e caldaie, cosa serve per mantenere cessione e sconto in fattura

di Giuseppe Latour e Giovanni Parente

Sportello superbonus: gli effetti dello stop alle cessioni

Firme su contratti e bonifici o preventivi sul lavoro e ordini non fanno fede: l’unico elemento rilevante per restare nel vecchio regime è l’avvio dei lavori

1 marzo 2023
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2' di lettura

Ordini, preventivi, firme su contratti e bonifici. Sono tutti passaggi caratteristici della procedura tipo che porta all’installazione di prodotti in edilizia libera, come infissi e caldaie, ma anche tende da sole e pompe di calore. Nessuno di questi, però, consente di mantenere la cessione dei crediti e lo sconto in fattura, anche se arrivato entro la fatidica scadenza del 16 marzo; fa fede soltanto l’inizio dei lavori. A spiegarlo, con un riepilogo molto chiaro, è stata FederlegnoArredo, nel corso delle audizioni sulla legge di conversione del decreto blocca crediti (Dl n. 11/2023) in discussione alla Camera.

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Il periodo transitorio

La questione nasce dal fatto che il decreto ha previsto il blocco totale della cessione dei crediti e dello sconto in fattura a partire dal 17 febbraio. Ha, però, anche dato la possibilità ai contribuenti di salvarsi, continuando ad applicare le vecchie regole in alcuni casi. Per tutti i lavori in edilizia libera (come l’installazione di infissi e caldaie, ma anche di tende da sole e pompe di calore) si guarda al momento di avvio dei lavori, che dovrà essere arrivato entro il 16 febbraio.

L’avvio dei lavori

Concretamente, cosa si intende per avvio dei lavori? FederlegnoArredo, nel corso della sua audizione, ha riepilogato le fasi caratteristiche della procedura che porta a installare i suoi prodotti (infissi e tende). È possibile analizzarle, perché danno un riferimento interessante per tutti gli interventi di edilizia libera.

I diversi step

Si parte con la firma del contratto, dell’ordine o del preventivo che individua l’intervento che dovrà essere realizzato e che prevede, al suo interno, il pagamento in parte attraverso lo sconto in fattura. Segue una fase di raccolta della documentazione del cliente, utile a verificare i presupposti per l’applicazione dello sconto in fattura: ad esempio, la visura catastale dell’immobile sul quale si interviene.

Le ultime fasi

Passato questo step, si arriva al pagamento: il cliente esegue un bonifico “parlante” del 50% dell’ammontare pattuito. A questo punto, di solito, il dettagliante ordina il prodotto finito, pronto da montare, al produttore. Occorrono circa 60/90 giorni prima che i prodotti siano nella disponibilità del dettagliante, anche se questo cambia molto a seconda del tipo di installazione. Una volta arrivato il prodotto, il fornitore prende appuntamento per l’installazione e iniziano i lavori. Il paradosso è che solo quest’ultimo step consente di salvare la cessione dei crediti. Prima di questo passaggio, il rischio è di ricadere nel nuovo regime.

L’ipotesi della dichiarazione sostitutiva

Tra le ipotesi formulate dalle associazioni di categoria al Governo nel tavolo per sbloccare l’impasse sulla cessione dei crediti c’è anche la proposta di provare che i lavori in edilizia libera sono iniziati entro il 16 febbraio attraverso una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che attesti l’esecuzione delle opere. Allo stato attuale, questa autodichiarazione è già prevista per tutti i bonus su interventi in edilizia libera. Tuttavia va ricordato che questo tipo di dichiarazione è accompagnata da sanzioni penali in caso di dichiarazioni false.

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