di Gianluigi Rossini
Drama. Da sinistra, Logan Roy (Brian Cox) e Tom Wambsgans (Matthew Macfadyen)
2' di lettura
La quarta stagione di Succession uscirà il 3 aprile (su Sky e NOW), ma il primo colpo di scena è arrivato già a fine a febbraio, quando il creatore Jesse Armstrong ha annunciato che sarebbe stata l’ultima: la saga dei Roy si concluderà qui. La cosa suscita sentimenti contrastanti: il livello finora è rimasto altissimo, ma la scorsa terza stagione ha mostrato ogni tanto un po’ di ripetitività nel costante ribaltare tutto perché i personaggi potessero continuare a scannarsi a vicenda. I primi quattro episodi che HBO ha inviato come anticipazione mostrano chiaramente come nell’ultimo atto sia possibile andare fino in fondo e non risparmiare nulla, e promettono un finale da fuochi d’artificio.
Si riparte da dove avevamo lasciato: mancano pochi giorni alla vendita della Waystar-Royco, ma Logan Roy (il sempre magnifico Brian Cox) non è tipo da restare fermo in attesa e ha in programma un’ultima grande operazione. Kendall, Roman e Shiv, nel frattempo, lavorano al loro nuovo progetto The Hundred, descritto come «Substack che incontra Masterclass che incontra l’“Economist” che incontra il “New Yorker”». I tre rampolli sembrano molto più uniti di quanto li abbiamo mai visti, ma in segreto ognuno di loro ha colloqui con l’altro lato della barricata. D’altra parte si capisce subito come The Hundred non sia un progetto serio, perché l’odio/amore succube che i tre hanno per il padre padrone Logan, dal quale non riusciranno mai a staccarsi, li porta subito altrove.
Succession è uno dei grandi capolavori della serialità di questi anni, e se da un lato ha avuto gioco facile a fare satira sui super-ricchi, dall’altro ha creato un’estetica specifica che descrive bene uno spirito di fondo del capitalismo contemporaneo, rimuovendo l’elemento glamour dalla rappresentazione della ricchezza.
La tragica, shakespeariana lotta dei figli per succedere al padre fondatore di un impero mediale è combattuta tra brutti Barbour e costosi cappellini da baseball, tra cinica spietatezza e meschina vigliaccheria, tra nepotismo spudorato e retorica da relazioni pubbliche. Logan è un mostro, i suoi figli cresciuti nel privilegio sono degli incompetenti, intorno a loro si muovono arrivisti e opportunisti. Eppure, magia della serialità, siamo entrati a far parte di questa famiglia e sarà difficile lasciarla.
Succession 4
Jesse Armstrong
Sky e NOW, dal 3 aprile
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