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Ferragamo debole dopo i conti del 2022, analisti divisi nei giudizi

di Eleonora Micheli

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Jefferies ritiene che le azioni siano troppo costose, considerando che per adesso non ci sono segnali chiari sul rilancio dell'azienda. Più ottimisti gli esperti di Equita

3 marzo 2023
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3' di lettura

(Il Spole 24 Ore Radiocor) Salvatore Ferragamo in ribasso all’indomani della diffusione dei conti del 2022, giudicati deludenti. La società fiorentina l’anno scorso ha risentito delle chiusure in Cina, dove è molto esposta, oltre che dei costi per sostenere il processo di rilancio appena iniziato. Nel dettaglio ha chiuso il 2022 con un utile netto, inclusivo del risultato di terzi, pari a 65 milioni di euro rispetto agli 81 milioni di euro registrati nell’esercizio 2021 (-19,5%). Il margine lordo è stato di 901 milioni di euro, in aumento del 15,4% rispetto all’esercizio 2021. L’incidenza sul fatturato è aumentata di 320 punti base, passando dal 68,8% al 72%, grazie ad un miglioramento del rapporto full/off price e all’impatto positivo delle valute. L'ebitda è passato da 305 milioni di euro dell’esercizio 2021, a 299 milioni di euro, con un’incidenza percentuale sui ricavi del 23,9% rispetto al 26,8% dell’esercizio 2021. L'ebit è stato positivo per 128 milioni di euro, in calo del 10,8% rispetto ai 143 milioni di euro registrati nell’esercizio 2021. I ricavi, che la società aveva già comunicato, si sono attestato a 1,2 miliardi, in aumento del 10,2% a cambi correnti e del 5,7% a cambi costanti rispetto all’esercizio 2021. Il cda proporrà all'assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo di 0,28 euro per azione, contro gli 0,34 euro dell'anno scorso.
Le azioni hanno incassato il giudizio negativo da parte di Jefferies, che consiglia un ‘Hold’, ma indica un target di prezzo molto più basso delle quotazioni di Borsa e pari a 14 euro. La casa d’affari ha commentato che l’ebit del 2022, di 128 milioni, è solo lievemente al di sopra del consensus, ma alla fine è in calo di 240 punti rispetto all’anno precedente, risentendo sia degli investimenti, sia dell’inflazione da costi. Intanto nei negozi stanno arrivando i capi presentati a settembre e disegnati dal nuovo stilista Maximilian Davis, ma, come indicato dal management nel corso della conference call, «per adesso è troppo presto per discutere di tendenze». Jefferies rileva inoltre che per adesso la società è poco sotto i riflettori dei social media. «Il 2023 sarà un anno di investimenti in marketing e di ristrutturazione dei negozi in vista del nuovo store concept: si tratta di un cambio di direzione significativo, il cui esito, però, è ancora tutt'altro che chiaro», è il commento di Flavio Cereda, esperto di lusso di Jefferies. Per la casa d’affari alla fine è stata poco chiara anche l’indicazione sull’andamento del business in Cina a inizio 2023. L’ad, Marco Gobbetti, si è limitato a dire che «il trend è in miglioramento».
Non la pensano allo stesso modo gli esperti di Equita, che invece hanno ribadito la raccomandazione di ‘Buy’ alzando il target di prezzo dell’1% a 20,2 euro, pur ammettendo che l’ultimo trimestre del 2022 della casa di moda è stato «molto debole». Sul 2023 il margine lordo è previsto in flessione (per Equita di circa 70 punti base) risentendo dell’inflazione e delle spese per marketing, oltre che eventuale scontistica sulle collezioni passate. Gli esperti hanno comunque ritoccato il prezzo obiettivo in modo da tenere conto dell'andamento della cassa, risultata sopra le attese grazie al circolante. «Complessivamente non vediamo catalyst, ma il titolo è stato già il peggiore del settore», hanno spiegato gli analisti di Equita, ricordando che su base annua le azioni si sono rivalutate del 12% contro il 20% medio del settore. «Le valutazioni restano elevate, ma la società vanta una cassa netta pari a circa il 10% della capitalizzazione e prospettive di forte accelerazione degli utili dal 2024 in avanti».

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Sono cauti gli esperti di Intermonte, che hanno ribadito il giudizio di ‘Neutral’ con target di prezzo a 17 euro, rivisto però dal precedente di 15,8 euro. «Pensiamo che sia improbabile che il consenso del 2023 si sposti in modo significativo. Nei prossimi mesi, l'esecuzione delle azioni per rivitalizzare il marchio entrerà in pieno svolgimento, impattando i margini. Sebbene apprezziamo il forte potenziale del marchio e la credibilità del management, confermiamo la view neutral in attesa di una maggiore visibilità sul potenziale di recupero dei ricavi», hanno spiegato. Gli esperti della sim hanno anche sottolineato che il target di prezzo sulla base dei fondamentali sarebbe di 16,5 euro, ai quali va aggiunta « una probabilità del 5% di un takeover a 26,1 euro per azione, ossia a 3 volte il rapporto ev su fatturato atteso per fine anno».

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