di Enrico Miele
La Borsa, gli indici del 19 aprile 2022
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(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Le Borse europee tornano dalle ferie pasquali senza grandi entusiasmi ma, chiudendo in ordine sparso, dimostrano al contempo di non temere particolarmente l’allarme del Fmi sulla crescita mondiale (già scontato dai mercati). Eppure la giornata è apparsa priva di notizie positive, con gli investitori che si sono barcamenati tra il rallentamento dell’economia cinese, certificato dai dati macro, il prosieguo della guerra in Ucraina, con l'offensiva russa in Donbass, e il monito del Fondo monetario internazionale che ha messo in guardia sui rischi per la stabilità finanziaria, la stretta imminente sui tassi d’interesse e il taglio delle stime del Pil a livello globale. Sullo sfondo prosegue la stagione delle trimestrali negli Usa, dove continuano a salire i rendimenti dei titoli del Tesoro, ai massimi dal 2018, mentre alla vigilia il presidente “falco” della Fed di Sant Louis, James Bullard, non ha escluso un rialzo dei tassi da oltre 50 punti base. In questo clima, il Ftse Mib di Milano ha chiuso con un “rosso” aritmetico dello 0,96% rispetto all’ultima seduta, ma in realtà lo stacco cedola di otto big di Piazza Affari ha pesato per un -1,05% (quindi il saldo reale è praticamente piatto). Chiusura in ordine sparso per le Borse di Parigi (CAC 40), Francoforte (DAX 40), Madrid (IBEX 35), Londra (FT-SE 100) e Amsterdam (AEX).
Chiusura positiva, invece, per Wall Street: il Dow Jones sale dell’1,46% a 34.912,88 punti, il Nasdaq avanza del 2,15% a 13.619,66 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dell’1,61% a 4.462,48 punti.
A Piazza Affari stacco cedola per otto big del listino milanese, dove hanno trattato ex dividendo le partecipate della galassia Agnelli-Exor (Stellantis,Ferrari, Cnh Industrial), Unicredit, Banco Bpm e Banca Mediolanum nel settore finanziario, Prysmian e Davide Campari. Gli stacchi hanno determinato un impatto negativo sulla chiusura dell'indice dell'1,05%. Si sono registrati per tutta la seduta del 19 aprile acquisti sui titoli dell'industria petrolifera (Saipem in primis) e sulle principali utility. Due le notizie che hanno alzato l'attenzione degli investitori: la decisione di Stellantis di sospendere la produzione in Russia nel suo stabilimento di Kaluga «al fine di garantire il pieno rispetto di tutte le molteplici sanzioni e di tutelare i propri dipendenti» e l'offerta non vincolante presentata da Credit Agricole, secondo quanto riporta Repubblica, per le attività assicurative di Banco Bpm, istituto di cui la banca francese è diventato primo azionista con il 9% circa. Fuori dal listino principale, invece, ha strappato il gruppo Autogrill sulle indiscrezioni per una possibile fusione con il gruppo svizzero Dufry (interlocuzioni «con operatori del settore» poi confermate, pur senza far nomi, da Autogrill a ridosso della chiusura dei mercati).
Chiusura in calo per lo spread tra BTp e Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco è indicato a 161 punti base rispetto ai 165 punti base dell'ultimo closing. In aumento, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione al 2,53% dal 2,50% precedente.
Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni per il Pil italiano nel 2022, dal 3,8% di tre mesi fa al 2,3%. Lo si legge nell'aggiornamento del World Economic Outlook. Rispetto a sei mesi fa, la previsione per il 2022 è scesa di 1,9 punti. Tra il quarto trimestre del 2021 e quello del 2022, previsto un rialzo dello 0,5%, contro il precedente 2,5%. A pesare sulla crescita italiana sono la guerra in Ucraina e le sanzioni contro la Russia, che hanno provocato l'aumento dei costi dell'energia, vista la dipendenza dalle importazioni energetiche da Mosca.
Un rialzo dei tassi da oltre 50 punti base da parte della Fed non si può escludere ma secondo James Bullard, uno dei "falchi" della banca centrale Usa, non è necessario. Il presidente della Fed di Saint Louis in un intervento ha detto di attendersi che il Fomc della Fed proseguirà con una serie di rialzi da 50 punti base per contenere il rialzo dell'inflazione, ora ai massimi da 40 anni. La Fed ha indicato un target per i Fed funds al 3,5% entro la fine dell'anno. La prossima riunione del Fomc per decidere sui tassi è in programma ad inizio maggio. «L'inflazione è troppo alta per essere in una situazione di confort» ha detto Bullard «dobbiamo muoverci per riportarla sotto controllo». Secondo l'esponente della Fed «non tutte le speranze sono perdute. Penso che siamo in una posizione nella quale possiamo mantenere la credibilità e ridurre l'inflazione».
Il dollaro è ai massimi da cinque anni guardando il Dollar Index, che misura l'andamento della valuta su un paniere delle principali monete. In particolare il biglietto verde tocca il top da circa 20 anni nei confronti della moneta giapponese (a 128 yen per 1 dollaro) e il cambio tra euro e dollaro scende sotto quota 1,08, quindi ai minimi da maggio 2020. Il cambio tra dollaro e rublo russo torna a calare invece in area 80. Poco movimento sui prezzi del barile di petrolio: il Brent è sotto i 112 dollari al barile, il Wti cala a 102,56 dollari al barile (-5,2%). A pesare sono il taglio delle stime di crescita del Fondo Monetario Internazionale e il dollaro forte. Il greggio viene da quattro rialzi consecutivi che hanno sfruttato anche la sospensione dell'attività di due siti produttivi in Libia (a cominciare dal principale a Sharara) per le proteste contro il primo ministro.In calo invece il gas naturale in Europa a 92 euro al megawattora.
Le prospettive dell'economia cinese non tranquillizzano gli investitori delle principali piazze azionarie del Paese e in particolare Hong Kong, alla ripresa dopo la pausa pasquale. La crescita del Pil cinese nel primo trimestre è risultata migliore del previsto (+4,8%) ma i dati su vendite al dettaglio (-3,5%) e disoccupazione (al 5,8%), tutti diffusi lunedì 18 aprile, sono risultati deludenti. La ripresa del Covid-19, in particolare a Shanghai, non aiuta la fiducia degli investitori sul mercato azionario. Ad Hong Kong l'indice Hang Seng dei titoli guida chiude a 21.027 punti, in calo del 2,28%. Più contenuti i ribassi nella Cina continentale: a Shanghai l'indice composito termina a 3.194 punti, in calo dello 0,05% e a Shenzhen l'indice composito chiude a 2.020,28 punti, in calo dello 0,1 per cento.
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Enrico Miele
Redattore Radiocor
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