di Maria Luisa Colledani
La Pieve di San Pietro in Carnia fu voluta nel 1312 dal Patriarca di Aquileia e, ogni anno, in occasione dell'Ascensione, ospita l'antico rito del Bacio delle Croci
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Venti tappe per 260 chilometri, 10mila metri di dislivello e quindici giorni pieni di boschi, pievi, sentieri, cjarsons e qualche buon formaggio di malga. La Carnia ha il suo Cammino: è il Cammino delle Pievi (camminodellepievi.it) che, come un filo d’Arianna, unisce le 11 Pievi dell’area, avamposto dell’evangelizzazione della montagna friulana e, all’epoca della fondazione, fra V e X secolo, vere entità giuridico-religioso-sociali.
La partenza è da Imponzo, per raggiungere la Pieve di San Floriano a Illegio, e proseguire poi per Cesclans, Villa Santina e Socchieve dove la chiesa di San Martino è fasciata dagli affreschi rinascimentali di Gianfrancesco da Tolmezzo. Si prosegue, sempre per boschi, verso Forni di Sotto (fermatevi a San Lorenzo) e Forni di Sopra. Dopo la visita agli affreschi rinascimentali in San Floriano, pranzo all’Albergo Nuoitas: Pierluigi-Pili è un fuoriclasse nei piatti a base di cervo. È tempo di salire verso le Dolomiti friulane. Casera Tartoi, poi Casera Tragonia, dove Daniele e Adounis Cedolin sono ospiti accoglienti e sinceri, in mezzo ai pascoli alti e ai rododendri in fiore. Ecco Sauris, con la sua lingua alto-tedesca, le sue case in legno, la sua birra saporita.
Il Cammino prosegue, attraverso il Rifugio Tenente Fabbro, il De Gasperi e la bellezza delle creste, verso Sappada, Pesariis, Prato Carnico, Ovaro, Timau, Paluzza e Paularo. Per chiudersi alla Pieve di San Pietro di Zuglio, armonia bianca nella luce avvolgente dell’estate.
Maria Luisa Colledani
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