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«La sinistra è molto in difficoltà. Non solo dice che c’è una deriva autoritaria se sulla Corte dei Conti proroghi le norme del governo Draghi. Sommessamente osservo che facciamo quello che ha fatto il precedente governo. Allora il problema è che c’è una deriva autoritaria, o che qualcuno che viene da destra e non da sinistra non può fare le stesse cose e non ha gli stessi diritti che avevano loro? Questo è un problema. Loro dicono che c’è una deriva autoritaria sulla Corte dei Conti che continua a fare i controlli, fa la relazione semestrale e nessuno le ha messo un bavaglio». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni intervistata da Quarta Repubblica su Retequattro.
«In campagna elettorale si diceva che con la Meloni sarebbero arrivate le cavallette, la Borsa sarebbe crollata. Invece la Borsa sta andando molto bene, lo spread è più basso rispetto al precedente Governo, gli hedge fund hanno smesso di scommettere contro il debito pubblico italiano, il BTp Valore è andato strabene» ha aggiunto la premier. «So benissimo - ha ammesso - che c'è un problema debito e stiamo facendo una politica prudente e seria, siamo guardinghi e prudenti nelle stime ma c'è una solidità distante anni luce dal racconto che è stato fatto e questo è un problema per la sinistra italiana e anche a livello internazionale è un problema perché il dibattito internazionale che ruota sul Governo italiano non è figlio di una nostra debolezza, semmai di una nostra forza».
«Io non ho cambiato idea rispetto a quello che dissi qui due anni fa: se per privilegiare me stessa devo svendere me stessa o la nazione io non sono disposta a farlo. Poi certo devi cercare le soluzioni praticabili, ci sono cose che pensavi e poi studiando il dossier ti rendi contro che il quadro è diverso, ma ancora oggi che sono premier preferisco andare a casa che diventare diversa» ha aggiunto Meloni
«Io spero di avere un vantaggio, il tempo. Io sono a capo di una maggioranza solida, mi do 5 anni di orizzonte. Questo significa che non sto governando guardando al consenso immediato, posso permettermelo». «Quando si ha questa fortuna - ha spiegato - si possono fare scelte che magari nell’immediato comprimono il consenso, ma poi sulla lunga distanza verranno lette per quello che meritano»
«Domani sono in Tunisia» e lì si affronterà - tra l’altro - «anche la questione migratoria. Oggi la Tunisia è in difficoltà. Vive una situazione molto delicata perché rischia un default finanziario e chiaramente se va giù il governo tunisino vivremo uno scenario assolutamente preoccupante. Ed è su questo scenario su cui lavoriamo» ha concluso Meloni a Quarta Repubblica su Rete 4.
«Noi, sul piano migratorio, ci siamo trovati in una congiuntura che oggettivamente è la peggiore che mai si sia verificata» ha spiegato la premier Meloni portando gli esempi della «situazione che vive l’Africa - che è uno dei terreni su cui sto lavorando - ma anche per tutto quello che accade in Turchia, Siria, Afghanistan, con la crisi alimentare, la Libia e la Tunisia».
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