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I cento anni di Kissinger: come evitare la terza guerra mondiale

di Piero Fornara

Henry Kissinger compie 100 anni

Henry Kissinger arriva all'eccezionale traguardo dei cento anni – il 27 maggio 2023 – con la mente acuta e lucida, seppure un po' incurvato nella postura e con qualche difficoltà nel camminare

26 maggio 2023
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9' di lettura

Henry Kissinger arriva all’eccezionale traguardo dei cento anni – il 27 maggio 2023 – con la mente acuta e lucida, seppure un po' incurvato nella postura e con qualche difficoltà nel camminare. Problemi di salute, anche importanti, non sono mancati nella vita dell'ex segretario di Stato americano: nel luglio 2014, a 91 anni, ha subito un'operazione al cuore per sostituire una valvola aortica. Altri due interventi cardiovascolari erano avvenuti in precedenza, un triplice bypass coronarico e un'angioplastica.

Con un paradosso potremmo dire che Kissinger ha attraversato tre secoli. Come docente all'Università di Harvard, studiò Metternich e la diplomazia del XIX secolo: la sua tesi di dottorato uscì come libro in America nel 1957 e anche in Italia nel 1973 con il titolo “Diplomazia della Restaurazione”.

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Gli anni Settanta del XX secolo lo videro protagonista della politica internazionale, prima consigliere per la Sicurezza nazionale e poi segretario di Stato, dei presidenti Richard Nixon e Gerard Ford.

Attraversare tre secoli

Arrivati al XXI secolo, troviamo Kissinger consulente di sovrani, presidenti e primi ministri; già ultranovantenne ha scritto altri due libri: il primo - “World Order”- pubblicato nel 2014 e uscito in Italia l'anno dopo da Mondadori, riavvolge la bobina della storia a partire dalla Guerra dei trent'anni (1618-1648), quando nel Vecchio continente si mescolarono controversie politiche e religiose tra cattolici e protestanti in un conflitto totale e quasi un quarto della popolazione dell'Europa centrale morì in battaglia, di malattia o di fame. Ma le potenze europee dell'epoca trovarono il modo di mettere fine alla carneficina con la cosiddetta Pace di Westfalia e precisamente con i trattati di Münster e Osnabrück (1648), che diedero forma al sistema di relazioni internazionali degli Stati sovrani su base paritaria tuttora vigente.

Una possibile via d'uscita anche per l’Ucraina? L'anno scorso ha pubblicato un nuovo volume di 500 pagine, “Leadership: Six Studies in World Strategy” (anche questo uscito per l'Italia dall'editore Mondadori in novembre) dedicato a sei capi di Stato o di governo del ‘900: Adenauer, de Gaulle, Nixon, Margaret Thatcher, l'egiziano Sadat e Lee Kwan Yew (Singapore). Sei leader con i quali Kissinger ha avuto modo di interagire o collaborare, che vengono raccontati attraverso ritratti inediti.

Rifugiato negli Stati Uniti dalla natia Germania

Nato nel 1923 come “Heinz” Kissinger a Fürth (città nel nord della Baviera) in una famiglia ebraica tedesca, lascerà con i genitori la Germania nel 1938 per sfuggire alle persecuzioni antisemite del nazismo, trovando rifugio prima a Londra e poi negli Stati Uniti, dove cambierà il nome in Henry. Lavorò anche come operaio per poter proseguire gli studi, ma con il sopraggiungere della guerra, nel 1943 (insieme al fratello Walter) si arruolò nell’esercito degli Stati Uniti e venne ingaggiato come traduttore e interprete di tedesco, acquisendo la cittadinanza americana. Finita la guerra, nel 1947 fece richiesta di ammissione all'università di Harvard e la sua domanda fu accolta. Cominciava per lui a 24 anni un altro periodo della sua vita.

Poche settimane fa, essendo vicina la ricorrenza del “centenario”, Kissinger ha concesso un'ampia intervista alla rete televisiva americana Cbs e ha ricevuto gli inviati del settimanale britannico “The Economist” conversando con loro per otto ore in due giorni. Sorge spontaneo il paragone con un altro grande diplomatico e saggista americano del secondo dopoguerra, George Kennan (nato nel 1904 e scomparso nel 2005 alla veneranda età di 101 anni). Incaricato d’affari a Mosca ed esperto di cose sovietiche, oltre che fine analista, il 22 febbraio 1946 Kennan spedì a Washington il “lungo telegramma” (8 mila parole), che nella Guerra fredda diventerà la base della politica americana di “containment” del temuto espansionismo sovietico; negli anni successivi Kennan diventerà un convinto assertore della distensione Usa-Urss.

Usa e Cina: meno di 10 anni per evitare lo scontro totale

Secondo Henry Kissinger gli Stati Uniti e la Cina hanno soltanto da cinque a dieci anni di tempo per evitare la Terza guerra mondiale. Invece che dal binomio di Washington con Mosca, adesso il destino dell'umanità dipende da quello con Pechino: «Il test più urgente, dove si potrà vedere la capacità di convivenza tra le due maggiori potenze, è la questione di Taiwan», così leggiamo su “The Economist”, che ha ripreso la conversazione sul numero datato 20-26 maggio. «Oggi siamo sulla strada del confronto tra grandi potenze, dove entrambe pensano che l’altra rappresenti un pericolo, non solo a livello militare, ma anche e soprattutto a livello economico e tecnologico». Una classica situazione di pre-guerra, dove nessuna delle due parti ha molto margine di concessione politica e in cui qualsiasi disturbo dell’equilibrio può portare a conseguenze catastrofiche. «Se dopo la Guerra dei trent'anni, le guerre di Napoleone e il secondo conflitto mondiale il progresso dell'umanità è ripreso, questa volta, con le armi nucleari, non sarebbe più così».

Dall’intelligenza artificiale una possibile minaccia

Ma Stati Uniti e Cina devono trovare il modo di convivere. Ai tempi della presidenza Nixon negli Stati Uniti c'erano inimicizie e ostilità, ma rimaneva ancora un certo qual grado di unità nella nazione, mentre adesso Trump e Biden sono andati sopra le righe. Per Kissinger, oltre alla minaccia nucleare, c'è il pericolo di una guerra tecnologica, distruttiva per l'uso improprio di strumenti come l'intelligenza artificiale. Una vera ossessione per lui, al punto da fargli immaginare pestilenze globali o altre pandemie, da cui l'assoluta necessità di leader responsabili. Kissinger racconta che, quando accompagnò Nixon nella prima visita in Cina del febbraio 1972, soltanto Mao Zedong aveva l'autorità di negoziare su Taiwan, ma quando Nixon sollevò il tema con lui, Mao disse: «Io sono un filosofo, non tratto questi argomenti». Fu invece il primo ministro Zhou Enlai a parlare di Taiwan con Kissinger: «Sono una brigata di controrivoluzionari, adesso non abbiamo bisogno di loro. Forse un giorno, chissà. Ma c'è tempo, possiamo aspettare cento anni».

Henry Kissinger, i 100 anni di un grande protagonista della politica internazionale

38 foto

Henry Kissinger, professore all’Università di Harvard, viene scelto come Consigliere per la sicurezza nazionale dal presidente Nixon (AP Photo)
Henry Kissinger a Parigi il 4 agosto 1969. (AFP)
Kissinger incontra una delegazione di alto livello a Pechino, per preparare la visita del presidente Usa Nixon nel Paese (AP Photo)
Richard Nixon e Henry Kissinger (AFP)
Henry Kissinger a Laax, in Svizzera, il 15 agosto del 1972 siede con sua figlia 13enne Elizabeth (AP Photo)
Kissinger e il presidente vietnamita Nguyen Van Thieu a Saigon il 17 agosto 1972. (AP Photo/Laurent Rebours)
Il presidente Richard Nixon ascolta il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Henry Kissinger, sul portico sud della Casa Bianca, 16 settembre 1972. (Foto AP)
Henry Kissinger, a destra, riferisce al presidente Richard Nixon sui suoi quattro giorni di colloqui a Parigi con i negoziatori del Vietnam del Nord a colazione nella sala da pranzo della Casa Bianca, 13 ottobre 1972. (Foto AP/Giovanni Duricka)
Il 25 novembre 1972 il presidente Nixon conferisce con Henry Kissinger a New York dopo che il consigliere presidenziale è tornato da una settimana di negoziati segreti a Parigi con il vietnamita Le Duc Tho (Foto AP)
Il presidente Richard Nixon incontra alla Casa Bianca l’inviato sudvietnamita Nguyen Thu Duc, a sinistra, e Henry Kissinger il 30 novembre 1972 (Foto AP)
Henri Kissinger, consigliere del presidente degli Stati Uniti Nixon per gli affari di sicurezza nazionale, firma il 27 gennaio 1973 a Parigi un accordo di cessate il fuoco che pone fine alla guerra del Vietnam. Le trattative, avviate nel 1968, avevano subito vari e lunghi rinvii e sfociarono nell’accordo firmato dai capi delle delegazioni ufficiali il 27 gennaio 1973 all’Hotel Majestic di Parigi. La guerra terminò il 31 aprile 1975 quando Saigon si arrese quasi senza combattere alle forze comuniste vietcong, ponendo fine al coinvolgimento quindicennale degli Stati Uniti in Vietnam. (Foto /AFP)
Il consigliere presidenziale Henry Kissinger saluta Le Doc Tho nel sobborgo parigino di St. Nom La Breteche il 23 maggio 1973, dove si sono incontrati per la sesta volta sull’accordo di pace del Vietnam (AP Photo Michel Lipchitz)
In questa foto d’archivio di mercoledì 13 giugno 1973, il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Nixon Henry A. Kissinger, a sinistra, e Le Duc Tho, membro del Politburo di Hanoi, fuori da una casa di Gif Sur Yvette a Parigi dopo una sessione di negoziati. (Foto AP/Michel Lipchitz, file)
Il 27 settembre 1973, Kissinger è accolto per la prima volta nel Dipartimento di Stato come Segretario di Stato. (Foto AP/Jim Palmer)
Una foto del nuovo Segretario di Stato, Henry Kissinger, per la prima volta nel suo ufficio al Dipartimento di Stato il 27 settembre 1973. (AP Photo/Jim Palmer)
Il Segretario di Stato Henry Kissinger parla alle Nazioni Unite il 25 settembre 1973 (AP Photo/Marty Lederhandler)
Henry Kissinger, a destra, consigliere speciale del presidente Nixon, e Le Duc Tho, massimo negoziatore di Hanoi, lasciano la casa di Saint-Nom-la-Breteche vicino a Parigi il 17 maggio 1973, dove si svolse la prima sessione dei loro colloqui sull’accordo di pace del Vietnam. (Foto AP)
Il Segretario di Stato Henry Kissinger con il presidente Richard Nixon nell’ufficio ovale della Casa Bianca. (Foto AP)
Il segretario di Stato Henry Kissinger stringe la mano al presidente egiziano Anwar Sadat al Palazzo Tahira al Cairo durante il loro incontro sulla crisi in Medio Oriente, 7 novembre 1973. (Foto AP)
Il Segretario di Stato Henry Kissinger viene informato venerdì 7 dicembre 1973 nel suo ufficio sul crescente livello di combattimenti in Vietnam dal Ministro degli Esteri del Vietnam del Sud Vuong Van Bac. (Foto AP)
Il presidente Richard Nixon e il leader sovietico Leonid Brezhnev firmano un accordo a Mosca per limitare i test nucleari sotterranei, il 3 luglio 1974. Il segretario di Stato americano Henry Kissinger sta dietro al presidente Nixon. (Foto AP)
Il segretario di Stato americano Henry Kissinger e il ministro degli Esteri sovietico Andrei Gromyko firmano accordi a Mosca, il 3 luglio 1974. Dietro Kissinger c’è il presidente Richard Nixon. Dietro Gromyko ci sono il presidente sovietico Nikolai Podgorny, il premier Alexei Kosygin e il leader sovietico Leonid Brezhnev. (Foto AP)
Il Segretario di Stato Henry Kissinger informa i giornalisti a Washington dopo evacuazione finale degli americani dal Vietnam, martedì 23 aprile 1975. (Foto AP)
Henry Kissinger con la leader dei conservatori inglesi Margaret Thatcher, il 18 Febbraio 1974 a Londra. (Photo by AFP)
Il segretario di Stato Henry Kissinger brinda con l’imperatrice giapponese Nagako dopo una cena di stato alla Casa Bianca, giovedì 2 ottobre 1975. (Foto AP)
Il presidente cinese Mao Tse-Tung dà il benvenuto a Henry Kissinger, Segretario di Stato degli Stati Uniti, nella sua casa-bungalow nella Città Proibita di Pechino, il 21 ottobre 1975. (AP Photo)
Hosni Mubarak parla con Henry Kissinger durante una cena a New York City, il 28 gennaio 1983. (AP Photo/Elias)
Incontro dei membri della “Chase Manhattan Bank” a Berlino Ovest il 15 giugno 1980, vicino alla Porta di Brandeburgo: da sinistra a destra sono Henry Kissinger, Dietrich Stobbe e David Rockefeller (Foto AP/Elke-Bruhn-Hoffmann)
Il presidente Usa Ronald Reagan, al centro, incontra i membri della sua nuova commissione sull’America centrale nella Cabinet Room della Casa Bianca a Washington, il 11 agosto 1983. A sinistra è il presidente della commissione, Henry Kissinger e sullo sfondo è il segretario di Stato George Shultz. A destra c’è Lane Kirkland. (Foto AP/Dennis Cook)
L’ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger stringe la mano al Segretario Generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, Mikhail Gorbaciov il 4 febbraio 1987 a Mosca. (Foto di TASS/AFP)
Il presidente onorario della Fiat Gianni Agnelli parla con l’ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger prima della partita del quarto di Coppa del mondo di calcio 1998 tra Francia e Italia, il 3 luglio allo Stade de France di Saint-Denis. FOTO AFP
Papa Benedetto XVI saluta l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger durante un incontro privato nella sua residenza estiva di Castelgandolfo, il 28 settembre 2006. AFP PHOTO / OSSERVATORE ROMANO
L’ex segretario di stato americano Henry Kissinger partecipa a una sessione del World Economic Forum Annual Meeting il 24 gennaio 2013 presso la località svizzera di Davos. AFP PHOTO / JOHANNES EISELE
Incontro a New York tra Aung San Suu Kyi ed Henry Kissinger AFP PHOTO
L’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump stringe la mano all’ex Segretario di Stato Henry Kissinger durante il loro incontro nell’Ufficio Ovale della Casa Bianca il 10 ottobre 2017 a Washington, DC. (Foto di MANDEL NGAN/AFP)
Il presidente cinese Xi Jinping incontra l’ex segretario di stato americano Henry Kissinger nella Grande Sala del Popolo di Pechino l’8 novembre 2018. (Foto di THOMAS PETER / POOL / AFP)
La cancelliera tedesca Angela Merkel siede accanto all’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger prima di ricevere il “premio Henry A. Kissinger” all’Accademia americana di Berlino il 21 gennaio 2020 (Foto di John MACDOUGALL / AFP)
L’ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger partecipa a un pranzo presso il Dipartimento di Stato americano a Washington, DC, il 1° dicembre 2022. (Foto di ROBERTO SCHMIDT / AFP)

Lo status quo del 24 febbraio 2022

Kissinger ha parlato anche dell'Ucraina con una sorprendente proposta: il primo passo per evitare disastri, specie in Europa, è far aderire Kiev alla Nato. Kissinger ha lodato il presidente ucraino Zelensky, mentre «quello che gli europei affermano è pericoloso, in quanto sostengono di non volere l’Ucraina nell'Alleanza atlantica, perché tale scenario sarebbe un rischio troppo grande di uno scontro aperto con la Russia. Stiamo mandando agli ucraini le armi più avanzate, ma non dovremmo porre fine alla guerra nel modo sbagliato». Supponendo che il risultato più probabile dovrebbe portarci allo status quo esistente prima dell’invasione russa del 24 febbraio 2022, l'obiettivo dovrebbe essere quello in cui l'Ucraina rimanga protetta dall'Europa e non diventi uno Stato solitario che bada solo a se stesso.«Se parlassi con il presidente russo Putin, gli direi che anche lui starebbe più al sicuro con l'Ucraina nella Nato. Se la guerra finirà, come può succedere, con la Russia che perderà buona parte dei suoi successi ottenuti in battaglia, ma conservando la base di Sebastopoli in Crimea, potremmo avere una Russia insoddisfatta, ma anche un'Ucraina insoddisfatta. Dunque «per la sicurezza europea, è meglio avere l'Ucraina nella Nato, dove non potrebbe prendere da sola decisioni sulle rivendicazioni territoriali».

L'accordo per il Vietnam

Sul finire degli anni '60 e poi negli anni ‘70 il dialogo nucleare e la politica della distensione fra Stati Uniti e Unione Sovietica richiedevano la rimozione di non pochi ostacoli e il primo fra questi era la guerra in Vietnam. Già il presidente democratico Johnson aveva cercato di avviare dei negoziati a Parigi; il repubblicano Nixon, eletto nel 1968, vietnamizzò il conflitto con l’assistenza di Kissinger e gli affidò la conduzione delle trattative. Kissinger seppe tessere la tela dei negoziati segreti a Parigi con il nuovo capo della delegazione nord-vietnamita Le Duc Tho, con cui l'accordo sarebbe stato lentamente raggiunto. Il compromesso per il cessate-il-fuoco, firmato a Parigi il 27 gennaio 1973, prevedeva il ritiro di tutte le truppe Usa, la restituzione dei prigionieri di guerra e la conferma del 17° parallelo come linea di demarcazione fra i due Stati. Nel 1973 venne assegnato a Kissinger e a Le Duc Tho il premio Nobel della pace per l’avvio della composizione del conflitto vietnamita; Le Duc Tho rifiutò il premio per il protrarsi del conflitto, per cui anche Kissinger non si presentò, scusandosi, alla cerimonia. Ma in effetti per l'applicazione dell'armistizio non esistevano vere garanzie, per cui durante tutto il resto del 1973 e il 1974, ci fu la continuazione della guerra senza gli americani.

Il 1974 è stato anche l'anno delle dimissioni di Nixon, travolto dallo scandalo Watergate e sostituito dal suo vice Gerald Ford. Con l'inizio del 1975 scattò l'offensiva finale dei nordvietnamiti e dei vietcong, fino alla capitolazione di Saigon il 30 aprile 1975. Già nel 1971 però Nixon, alla ricerca di una via d'uscita dalla guerra del Vietnam e per attenuare le conseguenze negative della sconfitta americana che andava profilandosi, voleva sparigliare le carte nel campo comunista, avviando il riconoscimento diplomatico della Cina, anche quale forte contraltare all'Unione Sovietica.

La stretta di mano Nixon-Mao

Il capo della Casa Bianca volò verso la Cina nella notte fra il 20 e il 21 febbraio 1972, fece scalo a Shanghai, dove salì a bordo un ufficiale di rotta cinese per l'ultima parte del viaggio verso Pechino. Mao anticipò l'appuntamento con gli ospiti americani e incontrò il giorno stesso Nixon e il suo consigliere per la sicurezza nazionale Henry Kissinger: la telefoto della stretta di mano del presidente Usa con il “Grande Timoniere” della Cina fece il giro del mondo. Al colloquio, a parte l'interprete, partecipò anche il primo ministro cinese Zhou Enlai, ma non il segretario di Stato americano William Rogers.

La distensione con la Cina era cominciata con la “diplomazia del ping-pong” nell'aprile 1971, quando la nazionale statunitense di tennis da tavolo, giunta a Pechino per affrontare quella cinese, veniva ricevuta dal primo ministro Zhou Enlai. Ma è in estate che Kissinger si reca a Pechino, preparando la visita di Nixon. La missione diplomatica di Kissinger in Cina fu segretissima, quasi romanzesca. Nel corso di un viaggio in Asia, la sera dell'8 luglio 1971 a Rawalpindi (in Pakistan), durante un banchetto accusò un finto malore, lasciò la sala e fece annunciare una breve vacanza in montagna; in realtà si era recato in aeroporto (protetto da due agenti segreti ignari della destinazione), dove un aereo era pronto a decollare verso Pechino. Qualche mese dopo, ottobre 1971, la Cina comunista viene ammessa all'Onu (entrando a far parte dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza, con diritto di veto) al posto della Cina nazionalista – l’isola di Taiwan – dove al potere c'era ancora l'ultraottantenne generale Chiang Kai-shek. Da ogni punto di vista Nixon poteva sembrare agli antipodi di Mao: l'uno convintamente anticomunista, l'altro schierato contro l'imperialismo americano e il sistema capitalista degli Stati Uniti. Ma da parte sua Mao doveva preoccuparsi della crescente minaccia dell’Urss: il dissidio fra le due capitali del comunismo mondiale aveva già portato nel 1969 le truppe russe e quelle cinesi a scontrarsi ripetutamente lungo il fiume Ussuri e sui confini del Sinkiang.

I trattati Usa-Urss sulle armi strategiche

Tre mesi dopo il viaggio a Pechino – sul finire del maggio 1972 - Nixon sarebbe stato ospite al Cremlino. Anche in questo caso era la prima volta che un presidente americano metteva piede a Mosca: con il leader sovietico Leonid Breznev avviene la firma degli accordi “Salt-1” per la limitazione delle armi strategiche. Un secondo accordo limita a due per ciascuna superpotenza la costruzione dei sistemi antimissile (Abm).

Kissinger ha sempre sostenuto di essere stato estraneo alle vicende che portarono al golpe del settembre 1973 di Pinochet in Cile, ma alcuni suoi metodi di azione diplomatica e interferenze, anche militari, su governi e politici stranieri, per salvaguardare la leadership statunitense e contrastare realtà politiche ritenute ostili, nel corso degli anni sono stati aspramente criticati.

La guerra dello “Yom Kippur”

In Medio Oriente il presidente egiziano Anwar Sadat attendeva l'occasione favorevole per vendicare la sconfitta del 1967 da parte di Israele. Il 6 ottobre 1973, cogliendo di sorpresa gli israeliani nel giorno dello “Yom Kippur”, la festa religiosa più solenne del calendario ebraico, Sadat lanciò le truppe egiziane sulla sponda orientale del canale di Suez, mentre i siriani attaccavano sulle alture del Golan. Grazie agli armamenti forniti dall’Urss, le forze corazzate avanzarono rapidamente nel Sinai: il mito dell'invincibilità israeliana era stato infranto. In pochi giorni, però, Israele riorganizzò le proprie forze, riprendendo le posizioni perdute nel Golan e fermando l‘avanzata egiziana nel Sinai. Circondate le truppe di Sadat e formata una robusta testa di ponte al di là del canale di Suez, si profilava perfino una minaccia per la stessa città del Cairo. Intanto i sovietici avevano preso nettamente posizione a favore degli arabi - che avevano deciso il blocco petrolifero contro l'Occidente – mentre gli americani erano schierati a fianco di Israele. In questa situazione – scrive Ennio Di Nolfo nella sua “Storia delle relazioni internazionali dal 1918 ai giorni nostri” (editore Laterza, 2008) – Kissinger, dopo essersi recato sia a Tel Aviv che a Mosca, «attuò una estenuante navetta diplomatica di incontri al chilometro 101 della strada che va da Suez al Cairo, incontrando ripetutamente e separatamente i rappresentanti militari egiziani e quelli israeliani, ottenendo la firma di un cessate-il-fuoco provvisorio». Un negoziato meno frenetico portò il 18 gennaio 1974 a stipulare, sempre bilateralmente, al chilometro 101 accordi di disimpegno militare, che interponevano forze dell'Onu fra i due contendenti, cui seguì una conferenza a Ginevra, sotto la presidenza congiunta di americani e sovietici, che il 31 maggio 1974 confermò le intese raggiunte.

La distensione in Europa con l'Atto finale di Helsinki '75

Nell'estate 1975 il Muro di Berlino era ancora ben saldo quando i leader di 35 paesi europei, degli Stati Uniti e del Canada firmarono a Helsinki l’Atto finale della Conferenza sulla sicurezza e cooperazione in Europa (30 luglio-1° agosto 1975). Henry Kissinger, presente ad Helsinki come segretario di Stato del presidente Ford, tenne un “profilo basso” nei tre giorni del vertice. Ma la Csce è stata l'immagine della coesistenza pacifica e della distensione in Europa, e pur con i suoi limiti, ha rappresentato la più solida speranza di evitare una guerra nucleare tra Est e Ovest.


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