di Silvia Anna Barrilà
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Dai risultati delle aste degli ultimi mesi, sembra esserci un ritorno degli Old Masters. Dopo anni in cui il mercato dell'arte è stato dominato dal contemporaneo, arredi e dipinti antichi sembrano essere ritornati in auge. “È da un po' di tempo che ci lavoriamo” ha dichiarato ad Arteconomy24 Cristiano Collari, responsabile del dipartimento Arredi e Dipinti di Aste Bolaffi. “Ho l'impressione che con il Covid ci sia stato un ritorno ai valori di una volta. Un ritorno al passato tipico dei momenti di crisi, in cui si rinuncia a tante cose e si sente la necessità di fermarsi a riflettere e guardare indietro. I collezionisti hanno voglia di opere e oggetti di qualità, che rispetto al contemporaneo hanno anche prezzi molto più contenuti. L'antico è il nuovo moderno”.
I risultati dell'ultima asta di Bolaffi hanno lasciato la casa d'aste torinese particolarmente soddisfatta: 600.000 euro in totale con una percentuale di venduto pari al 125% per valore. “Abbiamo venduto oggetti che prima faticavamo a vendere – continua Collari – con rialzi continui e moltiplicando le stime in molte occasioni”. Per esempio, una Madonna con Bambino del Seicento napoletano partita da una stima di 4.000 euro è arrivata a 81.200 euro. “C'erano dieci clienti ai telefoni e tanti altri su internet per quest'opera – così Collari – nonostante fosse di piccole dimensioni (49 x 36 cm). Fosse stata più grande, avrebbe realizzato il triplo. Un monetiere da tavolo del ’600 partito anch'esso da 4.000 euro ha raggiunto il risultato di 37.000 euro. Due battaglie in stile di Jacques Courtois sono passate da una stima di 400 euro a 3.000 euro, mentre un dipinto di Cornelis Van Poelenburgh da 1.000 euro di stima è arrivato a 12.000”. Ma è cambiata la clientela? “Ahimè, con l'online, tanti clienti non li conosci, hai solo il nome e il paese di provenienza; sicuramente c'è stata un'elevata partecipazione internazionale, con 130 paesi registrati, ma abbiamo avuto anche 300-400 visitatori in presenza alla mostra a Torino. La gente ha voglia di tornare a vedere l'arte”.
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Anche Il Ponte di Milano celebra il ritorno del dipinto antico e dell'antiquariato dopo le quattro giornate di aste del 20-23 aprile, durante le quali sono stati battuti 1.305 lotti per un risultato totale di oltre 3,5 milioni di euro, un record del dipartimento e una rivalutazione dei prezzi di base di oltre il 220%. La casa d'aste è riuscita a vendere in media l'80% dei lotti, con picchi di oltre il 93% nella terza e quinta tornata. Già all'uscita del catalogo online la casa d'aste ha dichiarato di aver notato un grande attenzione con 350.542 visualizzazioni alla pagina dedicata. Durante l'asta c'è stata la conferma di tale interesse sia da parte del pubblico italiano che internazionale. Ha contribuito anche la presenza di collezioni private rinomate, come quella di Cesare e Gina Romiti (III tornata 21 aprile), di Villa Orlando a Bellagio (V tornata 22 aprile) e di Philippe Daverio (VII tornata 23 aprile). “Sembra ci sia, dalle ultime due o tre aste, un ritorno dell'antico e anche un riavvicinamento al mobile” ha commentato al telefono l'esperto di arredi e argenti, Marco Radaelli. “I prezzi sono ancora lontani da qualche anno fa, ma credo che un anno rinchiusi in casa ci abbia fatto vedere in modo diverso le nostre dimore asettiche, arredate in stile moderno e contemporaneo. Forse qualche architetto dissentirà, ma credo si senta la necessità di un modo di vivere più caldo rispetto a quello a cui ci siamo abituati nel recente passato”. Il risveglio d'interesse nei confronti dell'antico sembra riguardare in modo trasversale tutte le forme di espressione artistica, dal dipinto all'oggetto d'arte. “Forse il mobile è ancora un po' in sofferenza rispetto all'oggetto e alla scultura – continua Radaelli –, ma c'è un ritorno, soprattutto, se c'è la qualità. In particolare, si nota una rinnovata passione per la scultura o l'oggetto d'arte curioso e di singolare fattura, indipendentemente dall'epoca”. Un esempio? La scultura in terracotta di Donato Creti “Bacco”, Bologna, secolo XVII, 35 cm di altezza, nonostante l'avviso di interesse culturale, è stata venduta per 25.000 euro rispetto ad una stima di 7-8.000 euro. Una coppia di étagères liguri provenienti da Villa Orlando, stimate 450-500 euro, sono volate a 6.500 euro. Per i collezionisti di antico sembra arrivato il momento della rivincita.
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