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“Women Talking”, intenso film al femminile candidato agli Oscar

di Andrea Chimento

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Tra le novità in sala l'attesissimo lungometraggio di Sarah Polley e l'esordio di Giacomo Abbruzzese, “Disco Boy”

9 marzo 2023
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3' di lettura

In attesa degli Oscar arriva nelle nostre sale uno dei grandi protagonisti della cerimonia: “Women Talking” di Sarah Polley, candidato come miglior film e per la miglior sceneggiatura non originale.

In questa seconda categoria ha anche ottime possibilità di vittoria, vista la forza del notevole copione scritto dalla stessa regista e tratto dal romanzo omonimo di Miriam Toews del 2018.

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Alla base di quest'ultimo c'era però un agghiacciante fatto di cronaca, ripreso sulle pagine e poi adattato anche nella pellicola: in una comunità mennonita in Bolivia, le donne della colonia si svegliavano scoprendo di essere state violentate nel sonno. Se inizialmente pensavano che la causa fossero dei demoni misteriosi, ben presto scoprirono che all'origine c'era un potente anestetico dato loro dagli uomini del gruppo per potersi approfittare dei loro corpi.

Nonostante le evidenti differenze, questo tragico episodio viene ripreso da Sarah Polley per dare vita una pellicola profondamente impegnata e politica, che si concentra sulle conseguenze di quella scoperta e sul diritto delle protagoniste di scegliere cosa fare: se rimanere nella colonia e combattere, oppure scappare.

“Women Talking ” e gli altri film della settimana

4 foto

Women Talking
Women Talking
Disco Boy
Disco Boy

Una fotografia raffinata

Nonostante qualche passaggio troppo studiato a tavolino, “Women Talking” è un'esperienza intensa e capace di far riflettere, ambientata quasi unicamente in un solo spazio dove i personaggi femminili (più uno maschile chiamato a riportare quello che si stanno dicendo) possono discutere liberamente della situazione.La forza della sceneggiatura è dominante, ma un peso notevole c'è l'ha anche una fotografia raffinata e ben accompagnata da una sinuosa colonna sonora che aiuta il coinvolgimento dello spettatore.

Sarah Polley aveva già dimostrato la sua grande sensibilità con il bellissimo “Away From Her” e con il documentario “Stories We Tell”, due prodotti decisamente intimi e personali. Qui si conferma un'abile regista e, vista anche la sua carriera di attrice, riserva sempre un occhio speciale alla scelta del cast e alla direzione delle sue interpreti: diversi i volti noti, tra cui possiamo ricordare Rooney Mara, Claire Foy, Jessie Buckley e Frances McDormand.

Disco Boy

Tra le novità della settimana si segnala anche “Disco Boy”, esordio di Giacomo Abbruzzese e unico film diretto da un regista italiano presentato in concorso all'ultimo Festival di Berlino.Nonostante si tratti di un'opera prima, Abbruzzese ha potuto contare, come protagonista, su uno degli attori tedeschi più importanti del cinema contemporaneo: Franz Rogowski, noto per i suoi ruoli in “Happy End” di Michael Haneke, “La donna dello scrittore” di Christian Petzold o “Freaks Out” di Gabriele Mainetti.Rogowski interpreta Aleksei, un giovane rifugiato che riesce ad arruolarsi nella Legione Straniera francese, ma sarà solo l'inizio di un lungo e difficile viaggio: Aleksei viene infatti mandato subito in Niger dove il suo destino si intreccerà con quello di un uomo che vive nel Delta del Niger e che ha come missione quella di salvare il suo villaggio dallo sfruttamento.Scritto dallo stesso regista, “Disco Boy” è un film che parte da premesse suggestive e affascinanti, soprattutto grazie a una messinscena di grande impatto visivo e sonoro, merito delle ottime musiche elettroniche di Vitalic, noto disc jockey francese.Attraverso uno stile ambizioso, Abbruzzese ci porta in un universo distante dalle logiche che spesso si rifanno alle opere prime, di solito meno azzardate e più convenzionali.Non mancano virtuosismi di troppo, ma il limite principale è una parte finale purtroppo inconcludente, seppur il disegno d'insieme sia così curioso e ricco di stimoli da meritare senza dubbio la visione. Viene in mente più volte un'autrice come Claire Denis e, in particolare, il film “Beau travail”: “Disco Boy” può ricordare questa e altre pellicole ma rimane comunque particolarmente distintivo il tratto autoriale di un talento registico su cui c'è da scommettere per il futuro.

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