di Cristina D'Antonio
Lotto 301. Leonor Fini “L'amitié”, 1958, olio su tela, cm 60x92. Venduto: € 250.000. Courtesy Il Ponte Casa d'Aste.
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In attesa di poter festeggiare il centenario della sua nascita, il 1° gennaio 2023, Valentina Cortese rivive attraverso gli oggetti che hanno incorniciato una favolosa esistenza in dimore altrettanto importanti: dagli inseparabili foulard che le coprivano il capo all'abito bianco di Ljuba nel Giardino dei ciliegi, messo in scena da Giorgio Strehler (uomo amato con tanta furia), alle foto ricordo che le tenevano compagnia da ogni angolo del suo salone verde, alle valigie di Louis Vuitton, dalle quali non si separava mai.
Valentina Cortese insieme a François Truffaut, una foto tratta dal suo archivio personale.
Sono stati 301 gli oggetti che la casa d'aste Il Ponte ha battuto l'1 e 2 marzo a Milano a scopo benefico: patrocinata dalla Camera della Moda e da Palazzo Marino, l'iniziativa, ha spiegato Carlo Severgnini, presidente del Trustee del Valentina Cortese Family Trust che si occupa dell'eredità, va in aiuto dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e del Piccolo Teatro, lo spazio al quale l'attrice era indubbiamente più legata. Conclusasi con grande successo, è stata come un ultimo fragoroso applauso virtuale alla grande diva da parte di ammiratori, collezionisti e amici che hanno partecipato online e al telefono da tutto il mondo. Il risultato è stato oltre 1,3 milioni di euro di fatturato e il 100 per cento di lotti venduti, con prezzi decuplicati.
La Direttrice Rossella Novarini mentre batte il top lot dell’asta di Valentina Cortese. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste.
Un guardaroba da collezione
Amica della principessa Grace e di Ingrid Bergman, che le dedicò l'Oscar nel 1975 (commenterà: «Lo meritava lei per Effetto notte, non io»), Valentina Cortese disponeva di un guardaroba sterminato, che adesso servirà a raccogliere fondi per la ricerca sul timoma, una rara forma di tumore, al riordino dell'archivio donato al Piccolo e all'istituzione di una borsa di studio per il teatro.
Lotto 109. Roberto Capucci. Abito di gala in seta jacquard con corpetto in moiré e gonna nera con micro pois color argento, unito a un sopravestito a kimono in seta jacquard a fiori con bordi in moiré viola e verde smeraldo, sul retro un grande fiocco rigido. Unito al lotto un piccolo ventaglio rigido con inserti in madreperla di ispirazione orientale. Venduto: € 8.750. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste.
A distinguersi, tra gli incantevoli modelli di alta sartoria in asta, le aggiudicazioni delle creazioni del maestro Roberto Capucci, tra cui l'abito cosiddetto a kimono (lotto 109, venduto a 8.750 euro), quello di gala color blu notte con grande papillon (lotto 103, venduto a 5mila euro) e il peculiare cappotto/mantella in velluto viola (lotto 97, venduto a 3mila euro).
Lotto 87. Vestito retrò in cotone e pizzo bianco utilizzato per la pièce “Il giardino dei ciliegi” unito a un ombrellino. Venduto: € 3.750. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste.
Ai telefoni e sulle piattaforme online è stato un avvicendarsi di rilanci per il vestito utilizzato per la celebre pièce Il giardino dei ciliegi (lotto 87, venduto a 3.750 euro), la finissima vestaglia cinese regalatale da Franco Zeffirelli (lotto 72, venduto a 2.750 euro), l'abito con ricamo-scultura di Christian Dior (lotto 58, venduto a 3.125 euro), l'esemplare firmato Mila Schön, ispirato alle sculture cinetiche di Alexander Calder (lotto 60, venduto a 3.250 euro).
Lotto 72. Abito cinese a vestaglia in seta color carta da zucchero con grandi ricami di fiori policromi. Venduto: € 2.750. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste.
Arredi e ricordi
Ma nel catalogo di Il Ponte c'erano anche mobili, tra cui una pendola “a lira” di fine Settecento di Dieudonné Kinable (lotto 297, venduto a 68.750 euro), un camino in marmo, gli oggetti d'arredo e quelli cari, come i ventagli in piuma di struzzo degli anni Venti, i servizi di porcellana dipinta, le sculture di cani, una delle sue passioni (dirà: «Mettete le mie ceneri accanto a quelle dei miei cani, che sono già sei.
Lotto 297. Kinable a Paris. Importante Pendola a “lira” con cassa in porcellana di Sèvres rosa e bronzi dorati. Quadrante firmato da Dubuisson in smalto con ore, minuti, mesi, segni zodiacali e giorni del mese. Francia, 1785/1790. Venduto: € 68.750. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste.
E io vi prometto che conserverò il mio sguardo incuriosito se, di là, dovessi scoprire che esiste il paradiso»). E poi i quadri, come il ritratto che Leonor Fini fece a lei e al figlio Jackie (lotto 300, venduto a € 56.250 euro), la tela L’amitié, sempre di Leonor Fini, migliore aggiudicazione dell'asta (lotto 301, venduto a 250.000 euro) - e il dipinto Le Retour des absents (lotto 298, venduto a 237.500 euro), che rende omaggio all'affetto che le lega per l'eternità, oltre la caducità della vita.
Lotto 258. Coppia di finali di alari in bronzo dorato e brunito raffiguranti cani seduti su cuscini. Fascia decorata a motivi stilizzati a valva di conchiglia. Piedini torniti. Francia, secolo XIX (cm 25x32x25). Venduto: € 18.750. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste.
I suoi ricordi li aveva già riordinati in Quanti sono i domani passati (autobiografia, scritta con Enrico Rotelli per Mondadori): a 25 anni era già a Hollywood e, alla fine, potrà dire di aver girato 69 film e contribuito a rendere grande il teatro (Arlecchino servitore di due padroni, Il gioco dei potenti e I giganti della montagna, per restare al sodalizio con Strehler). Ma la storia è lunga e c'è molto da raccontare: dopo Valentina Cortese. 100 ritratti, pubblicato da Skira, l'associazione Profumo, che con l'attrice collaborava, sta preparando Album di famiglia, un volume di inediti, fotografie e documenti originali. Il foulard, quello che portava sempre, era un modo per tenersi addosso il calore della contadina di Agnadello, vicino Cremona, alla quale l'aveva affidata la madre biologica. Valentina, una figlia illegittima che ha trovato il suo vero nome nel mondo.
Lotto 298. Leonor Fini “Le Retour des absents”, 1965, olio su tela, cm 81x116. Venduto: € 237.500. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste.
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