di Andrea Gagliardi
Il presidente Mattarella: "Tra poco arrivera' la nuova normalita'"
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L’incidenza dei contagi Covid in Italia è stabile, dopo la forte flessione della scorsa settimana. Ma il trend resta in lenta discesa. E le macchie rosse sulla cartina geografica, ormai colorata quasi tutta di arancione, si sono ridotte ancora dopo l’ultimo monitoraggio dell’Iss. Una delle quattro regioni rimaste in lockdown, la Campania, passerà da lunedì 19 aprile nella fascia con minori restrizioni.
Restano rosse Valle d’Aosta, Puglia e Sardegna. Le zone gialle continuano a essere sospese ancora la prossima settimana (saranno riattivate dal 26 aprile). Ma, in base al monitoraggio dell’Iss, Lombardia e altre 10 regioni del centro-nord (Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio, Molise) avrebbero, in base all’attuale normativa, dati da zona gialla.
La Campania viaggia sotto la soglia critica dei 250 contagi cumulati settimanali ogni 100mila abitanti. Negli ultimi giorni i numeri sono cresciuti fino a quota 237. La regione è in zona rossa a causa del valore Rt (l’indice che misura la velocità di contagio) sopra 1,25 registrato due settimane fa. Per venire riclassificati in arancione è obbligatoria la «permanenza per quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive». Negli ultimi due monitoraggi (9 e 16 aprile) l’Rt è sceso sotto la soglia critica. Di qui il passaggio in arancione. Tanto più che in Campania siamo sotto la quota d’allarme del 30% dei posti letto occupati in terapia intensiva da malati Covid.
Se a determinare la zona rossa non è l’ Rt ma solo l'incidenza dei casi settimanali oltre 250 per 100mila abitanti, basta una settimana di dati sotto soglia per cambiare colore. La Puglia ci ha sperato. Ma l’obiettivo negli ultimi giorni si è allontanato. La settimana di monitoraggio si è chiusa a quota 261. Anche se l’Rt viaggia sotto 1. Preoccupa peraltro il 47% di posti letti occupati in terapia intensiva da malati Covid. Zona rossa confermata comunque. E niente da fare neanche per la Sardegna e la Valle d’Aosta destinate a restare in lockdown almeno, rispettivamente, per due e per un’altra settimana.
In base al monitoraggio odierno dell’Iss restano in arancione tutte le altre regioni. L’ultimo decreto legge anti-Covid ha sospeso le aree gialle. Ma sulla scorta della normativa attuale (basata su Rt e tenuta del sistema ospedaliero) sono ben 11 le regioni che si collocano da «quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive». E fanno registrare dati da zona gialla (con Rt sotto 1 e rischio complessivo basso o moderato) in due monitoraggi consecutivi. Si tratta di Lombardia (164 positivi settimanali ogni 100mila abitanti), Piemonte (205), Emilia-Romagna (181), Friuli-Venezia Giulia (156), Veneto (134), Trentino Alto Adige (Bolzano 85 e Trento 128), Umbria (102), Marche (155), Abruzzo (123), Lazio (161), Molise (89).
Anche se va sottolineato che in regioni come la Lombardia e il Piemonte il fronte delle terapie intensive resta critico. In Lombardia il tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti Covid è al 51%. In Piemonte siamo al 46 per cento. Né va dimenticato che le Regioni chiedono di semplificare il sistema di monitoraggio eliminando dieci dei 21 indicatori che decidono i colori, inserendo anche un parametro sulla percentuale di vaccinati.
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Andrea Gagliardi
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