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Dimissioni di Toti: Liguria pronta per nuove elezioni entro 3 mesi

di Redazione Roma

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Dimissioni di Toti: Liguria pronta per nuove elezioni entro 3 mesi

Dimissioni di Toti: Liguria pronta per nuove elezioni entro 3 mesi

Giovanni Toti si dimette da governatore della Liguria, aprendo la strada a nuove elezioni regionali nel giro di tre mesi

26 luglio 2024
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5' di lettura

Giovanni Toti ha dato le dimissioni dall’incarico di governatore della Liguria. A consegnare la lettera di dimissioni irrevocabili all’ufficio protocollo della Regione è stato questa mattina alle 10.40 l’assessore Giacomo Raul Giampedrone su delega dello stesso Toti. Quest’ultimo, a due terzi del suo secondo mandato da governatore, era stato eletto per la prima volta presidente alla guida della Regione Liguria l’11 giugno 2015 e confermato alle elezioni regionali del 2020. Il passo indietro del governatore, ai domiciliari dal 7 maggio con l’accusa di corruzione (e più di recente anche di finanziamento illecito), era ormai atteso. Segnali in questa direzione erano arrivati anche ieri. La Lista civica del presidente Toti durante il Consiglio regionale ha cambiato nome: da «Cambiamo con Toti presidente» a «Lista Toti Liguria».

Toti: dimissioni irrevocabili, entro 3 mesi alle urne

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«Dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall’incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da Presidente della Giunta Regionale della Liguria». Così il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti nella lettera con la quale ha rassegnato le proprie dimissioni dalla guida della Liguria questa mattina. «Lascio una Regione in ordine. Ho atteso fino ad oggi per rassegnare le mie dimissioni - aggiunge - per consentire al Consiglio regionale di approvare l’assestamento di bilancio e il rendiconto, fondamentali per la gestione dell’ente. E spiega: «Mentre viene resa pubblica questa mia lettera - aggiunge Toti - che ho pregato il mio difensore, avv. Stefano Savi, di diffondere, il testo formale delle dimissioni viene consegnato al Presidente facente funzione della Giunta e al Presidente dell’Assemblea Legislativa per tutti gli adempimenti di legge. Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro».

«Si apre fase nuova, a elettori compito giudicare»

«Si apre per tutti una fase nuova, agli elettori il compito di giudicare la Liguria che abbiamo costruito insieme in questi lunghi anni e decidere se andare avanti su questa strada» scrive ancora Toti nella lettera con la quale ha rassegnato le proprie dimissioni. E incalza: «Ai partiti della maggioranza la responsabilità valorizzare con orgoglio i risultati raggiunti, non tradire il consenso raccolto, valorizzare la classe dirigente cresciuta sul territorio. Ai tribunali della Repubblica valutare le responsabilità chiamate in causa dall’inchiesta. Al Parlamento Nazionale e all’opinione pubblica del paese il dovere di fare tesoro di questa esperienza e tracciare regole chiare e giuste per la convivenza tra giustizia e politica all’interno del nostro sistema democratico».

Legale Toti: nuova istanza libertà, ok a processo immediato

«A noi l’immediato va benissimo. Non vogliamo farlo in costanza di misura cautelare. Ci fa anche comodo piuttosto che stare ancora due, tre anni sulla graticola». A dirlo è l’avvocato Stefano Savi difensore di Giovanni Toti. Lunedì il legale presenterà istanza di revoca degli arresti domiciliari. Se venisse accolta, il ricorso in Cassazione contro il rigetto da parte del Riesame decadrà automaticamente.

Lega: inchieste e arresti per sovvertire il voto

«In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista». Così una nota della Lega a commento delle dimissioni di Toti.

Renzi: noi con il centrosinistra anche in Liguria

Nel frattempo si fanno già i conti su quando si tornerà a votare. Questione di regole e di leggi. Tra i 60 e i 90 giorni. La data non c’è ancora ma la stagione invece è certa: l’autunno. E intanto il leader di Italia Viva Matteo Renzi annuncia che Iv «starà insieme per le regionali, anche in Liguria» , con il centrosinistra e «non presenterà» una sua candidatura che “verrà invece presentata dalla coalizione

Crosetto: da questa vicenda esce sconfitta la Giustizia

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha scritto sui social: «Un cittadino incensurato e tutt’ora innocente si è dovuto dimettere per poter sperare di essere libero e poter ottenere nuovamente i suoi diritti costituzionali. Da questa vicenda esce sconfitta la Giustizia e si palesa una rattristante debolezza della Politica, quella con la P maiuscola, quella che sa difendere i principi e non solo gli amici più prossimi o i cerchi magici. Noto troppa sudditanza, quasi paura, nei confronti di un potere delle Stato che non dovrebbe incutere alcun timore alle persone oneste. Forse perché sanno che in Italia non basta essere onesti per sentirsi tranquilli. Perché la storia ci ha dimostrato che l’onestà magari emerge dopo 10, 15 o venti anni. Io invece mi ostino a credere che occorra fare battaglie di principio, senza paura. Perché la paura di una ritorsione non è un sentimento che può avere spazio in una democrazia vera e matura».

Confronto aperto nel centrodestra sulla successione

Nel centrodestra, invece, si è aperto il confronto sulla successione. La Lega punta alla guida della Regione ma non è ancora chiaro se con un civico o con un politico di lungo corso e profondo conoscitore della Liguria come Edoardo Rixi, attuale vice di Salvini alle Infrastrutture.

L’inchiesta

Intanto, a 500 metri dal palazzo del Consiglio regionale c’è la procura dove sfilano gli ultimi testimoni dell’inchiesta sulla corruzione che ha portato agli arresti domiciliari Toti, inchiesta che è ormai alle battute finali. Dovrebbe concludersi a breve l’analisi forense dei telefonini e dei dispositivi sequestrati quasi tre mesi fa poi la procura valuterà cosa fare per Toti, l’imprenditore Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini . Una scelta che non potrà arrivare prima di martedì visto che lunedì scadono i termini per il governatore per presentare un eventuale ricorso al Riesame per la seconda custodia cautelare. Un tempo che potrebbe non trascorrere senza colpi di scena, perché formalizzare le dimissioni consentirebbe a Giovanni Toti di chiedere subito la revoca degli arresti domiciliari. E se Toti venisse rimesso in libertà nei prossimi giorni potrebbe disinnescare una eventuale richiesta di giudizio immediato della Procura

Le accuse

Nella maxi indagine della Procura di Genova e dalla Guardia di finanza Toti è accusato dai pm, guidati da Nicola Piacente, di aver ricevuto in più tranche, attraverso il proprio comitato elettorale, 74.100 euro dagli imprenditori del settore logistica e immobiliare Aldo e Roberto Spinelli per agevolare affari. Figura chiave dell’inchiesta il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, ex sindaco di Portovenere e uomo forte nelle Cinque Terre. Raggiunto da due diverse misure cautelari ai domiciliari (Genova e La Spezia) per corruzione e turbativa d’asta. L’inchiesta, secondo quanto ricostruito, inizia nel gennaio 2020 quando la Fondazione Change che fa capo a Toti finisce sotto i riflettori di Bankitalia per alcuni finanziamenti che ricevono l’etichetta di ’Segnalazione di operazioni sospette’, le cosiddette Sos.

Lo scorso 18 luglio, l’ormai ex presidente della Regione Liguria ha ricevuto una nuova misura cautelare per presunti finanziamenti illeciti occultati attraverso spot elettorali pilotati dall’ex manager di Esselunga Francesco Moncada, a sostegno della candidatura del sindaco Marco Bucci alle amministrative del 2022, ma in realtà per ottenere agevolazioni - secondo l’accusa - per l’apertura di altri punti vendita sul territorio della città. Condotte analoghe sono state riscontrate dagli inquirenti anche nella gestione della campagna elettorale per le politiche dello stesso anno. La seconda ordinanza ribadisce l’esistenza di una ’consolidata sistematicità del meccanismo corruttivo’

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