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Fallito il golpe in Bolivia, i militari smobilitano. Arrestato il generale Zuniga

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Fallito il golpe in Bolivia, i militari smobilitano. Arrestato il generale Zuniga

Fallito il golpe in Bolivia, i militari smobilitano. Arrestato il generale Zuniga

Il ministro della Difesa boliviano, Edmundo Novillo, ha assicurato che “la situazione è già sotto controllo all’interno delle Forze Armate”, invitando la popolazione a “riprendere le proprie attività”

27 giugno 2024
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3' di lettura

E’ durato poco più di tre ore il tentativo di golpe, che nel pomeriggio ha gettato la Bolivia nel caos. A scompaginare la trama guidata dall’ormai ex comandante dell’Esercito, Juan José Zuñiga, è stata la nomina dei nuovi vertici militari. Non appena incaricato, il generale Jose Wilson Sanchez Velasquez, ha ordinato a tutti i militari a fare immediato ritorno nelle caserme ed “evitare lo spargimento di sangue”. La risposta è stata quasi immediata. I soldati che nel pomeriggio avevano fatto irruzione nel palazzo del governo, occupando piazza Murillo, mentre il presidente Luis Arce era riunito con l’intero gabinetto, hanno ripiegato eseguendo gli ordini. E lo stesso Zuniga è stato visto lasciare la piazza a bordo di un carroarmato, mentre il popolo cantava l’inno nazionale.

Al culmine della tensione, a metà pomeriggio, mentre il presidente Luis Arce si mostrava in una trasmissione in diretta nel Palazzo del Popolo con tutto il suo gabinetto deciso a resistere al tentativo di golpe, le truppe al comando di Zuñiga hanno fatto irruzione nell’edificio con un blindato forzando il portone principale del palazzo. Pochi minuti e l’ex comandante - destituito ieri dopo aver minacciato pubblicamente l’ex presidente Evo Morales - è tornato in piazza per chiedere le dimissioni di Arce e del suo esecutivo, e annunciare ai media la nomina di un nuovo governo e la liberazione di tutti i detenuti politici. Intanto Morales ha invitato ad uno sciopero e alla mobilitazione denunciando: “il colpo di Stato è stato preparato in anticipo”.

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il comandante destituito Juan José Zuñiga è stato arrestato dalla polizia mentre lasciava il quartier generale dello Stato Maggiore boliviano alle 19, ora locale. Lo riporta l’agenzia Efe. Il generale Zuniga era giunto nell’edificio con un gruppo di soldati che con i carri armati hanno fatto irruzione nel palazzo del governo a La Paz.

Almeno 12 persone sono rimaste ferite in seguito al tentativo di colpo di Stato, alcune ferite dai colpi sparati dai soldati in rivolta sulla Plaza Murillo di La Paz e nelle sue vicinanze. Il bilancio dei feriti è stato fornito la notte scorsa sia dalla ministra della Presidenza, Maria Nela Prada, sia da quella della Sanità, María Renée Castro. Quest’ultima ha dichiarato che “le nostre brigate mediche sono entrate rapidamente in azione e hanno trasferito i feriti nelle strutture sanitarie cittadine competenti”.

Il ministro della Difesa boliviano, Edmundo Novillo, ha assicurato che “la situazione è già sotto controllo all’interno delle Forze Armate”, invitando la popolazione a “riprendere le proprie attività”. In dichiarazioni ai media, Novillo ha reso noto che dopo l’insediamento dei nuovi vertici militari, il presidente Luis Arce li ha incontrati, e ha dato loro l’incarico di assumere il pieno controllo delle forze armate. “Voglio rassicurarvi - ha infine detto il ministro ai giornalisti - che è tutto sotto controllo. Non c’è bisogno di preoccuparsi, stiamo adottando le misure di sicurezza necessarie. Le unità militari hanno ricevuto istruzioni di tornare a svolgere a partire da subito tutte le loro attività normali”. Novillo ha quindi fatto riferimento alle segnalazioni di lunghe file alle stazioni di servizio per il rifornimento di carburante, invitando i cittadini “a non preoccuparsi”. Probabilmente, ha infine detto, “c’è chi ha paura, pensando che la situazione durerà a lungo, ma vogliamo dire loro che non è così. Tutto ora è sotto controllo”

Immediate le reazioni a livello internazionale a partire dall’Alto rappresentante Ue Josep Borrell che ha “condannato qualsiasi tentativo di sconvolgere l’ordine costituzionale e di rovesciare i governi democraticamente eletti”. In campo anche il premier spagnolo Pedro Sanchez che ha “Inviato al governo di Bolivia e al suo popolo appoggio e solidarietà”. Le voci di ripudio si sono levate forti anche dalla regione, da Cuba al Brasile, dal Nicaragua al Venezuela. Il ministro degli Esteri Antonio “Tajani ha seguito l’evoluzione” degli eventi. E anche la Farnesina ha monitorato la situazione “con l’Unità di Crisi e l’Ambasciata d’Italia in Bolivia”.-Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso ’’preoccupazione’’ per la situazione in Bolivia, dove è stato sventato un colpo di Stato, e ha chiesto che venga ’’protetto l’ordine costituzionale’’. Il suo portavoce, Stéphane Dujarric, ha detto che ’’il Segretario generale è molto preoccupato per gli avvenimenti a La Paz, in Bolivia, e il tentato colpo di Stato. Il Segretario invita tutte le componenti della società boliviana, comprese le Forze Armate, a proteggere l’ordine costituzionale e a preservare un clima di pace”, ha aggiunto.

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