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Gm, 13 miliardi di investimenti sulle fabbriche Usa

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Gm, 13 miliardi di investimenti sulle fabbriche Usa

Gm, 13 miliardi di investimenti sulle fabbriche Usa

L’accordo con il sindacato Uaw rilancia la scommessa del colosso sugli stabilimenti americani e l’occupazione

4 novembre 2023
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2' di lettura

I colossi dell’auto di Detroit sbloccano gli investimenti dopo gli accordi sul costo del lavoro. Tredici miliardi di dollari di investimenti sugli stabilimenti negli Stati Uniti e per aumentare i salari degli operai. Questo prevede l’accordo preliminare raggiunto tra la General Motors e il sindacato dei lavoratori dell’auto Uaw, dopo lo storico sciopero di sei settimane nelle fabbriche di tutto il Paese. Secondo l’agenzia Bloomberg, Gm ha già investito 4 miliardi di dollari nel suo stabilimento di Orion, fuori Detroit, e investirà altri 2 miliardi nella sua fabbrica di assemblaggio di auto elettriche a Spring Hill, in Tennessee.

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La scommessa sulle batterie

L’accordo prevede, inoltre, misure volte ad aumentare i benefici per i lavoratori degli stabilimenti di batterie elettriche, incluso un aumento dello stipendio come chiesto all’inizio della protesta. «Abbiamo vinto questo round. Ma se vogliamo vincere il prossimo e il successivo e il successivo ancora, il movimento operaio deve tornare a combattere», ha dichiarato il leader del sindacato Shawn Fain. Grazie all’intesa, il salario base aumenterà di circa il 70% entro la fine del contratto, mentre quello massimo aumenterà di circa il 33%. Questa settimana Joe Biden, che ama definirsi il «presidente più sindacalista della storia» e con una mossa a sorpresa nelle scorse settimane ha partecipato ai picchetti degli operai a Detroit, ha chiamato Fain per congratularsi e fargli gli auguri per il suo 55esimo compleanno. Il rapporto con l’Uaw, che raccoglie oltre 38.000 lavoratori, sarà cruciale per il presidente nelle elezioni del 2024. Quasi tutti i lavoratori, infatti, vivonoi in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, tre stati chiave e in bilico che nelle ultime elezioni hanno deciso l’inquilino della Casa Bianca. Delle ’Big Three’, con Ford e Stellantis le tre grandi case automobilistiche americane, quella a General Motors è stata la protesta che è durata più a lungo scatenando il caos nella produzione automobilistica statunitense con costi miliardari per il settore.

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