di Gianni Bocchieri
Assegno di inclusione, per non lasciare indietro nessuno
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Con la partenza dell’assegno di inclusione (Adi) a inizio anno, si completa il superamento del reddito di cittadinanza, iniziato il primo settembre 2023 con il supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) dedicato ai suoi ex beneficiari considerati occupabili. Le verifiche delle condizioni di accesso all’assegno sono effettuate dall’Inps attraverso l’incrocio delle banche dati di Comuni, ministero della Giustizia, ministero dell’Istruzione e del Merito, anagrafe tributaria, pubblico registro automobilistico e di altre pubbliche amministrazioni detentrici di dati utili.
Per il riconoscimento dell’Adi, è richiesto il possesso di Isee in corso di validità al momento della compilazione della domanda di accesso al beneficio. Tuttavia, per le domande presentate entro febbraio si può fare riferimento all’Isee 2023, in assenza di quello nuovo.
Dopo la presentazione della domanda, il richiedente deve iscriversi alla piattaforma di attivazione per l’inclusione sociale e lavorativa del nuovo Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl), al fine di sottoscrivere il patto di attivazione digitale (Pad) del nucleo familiare, propedeutico al patto di inclusione sociale. Nel caso in cui non provveda dopo 30 giorni dalla verifica positiva dei requisiti di accesso, l’Inps mette a disposizione dei Comuni i dati dei nuclei richiedenti l’Adi, per il tramite della piattaforma Gepi in modo da promuovere la sottoscrizione del patto di attivazione.
Entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Pad, i beneficiari dell’assegno devono essere convocati dai servizi sociali del comune di residenza per la valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo familiare al fine di acquisire gli elementi necessari per la definizione del patto per l’inclusione sociale, necessario ad accompagnare il sostegno economico con un progetto orientato alla rimozione delle cause della condizione di povertà.
Con la stessa valutazione multidimensionale, vengono individuati i componenti del nucleo familiari di età compresa tra i 18 e i 59 anni con responsabilità genitoriale, che non studiano e non lavorano, senza carichi di cura, considerati attivabili al lavoro. I loro dati vengono trasmessi ai centri per l’impiego, o ai soggetti accreditati dalle Regioni ai servizi al lavoro, per il patto di servizio personalizzato entro 60 giorni, previa sottoscrizione del Pad individuale entro 30 giorni dalla valutazione. In caso di non sottoscrizione del patto di servizio personalizzato, anche a causa della mancata convocazione degli attivabili al lavoro da parte dei servizi competenti, l’erogazione del beneficio è sospesa.
I componenti del nucleo familiare beneficiario di Adi attivabili al lavoro, non tenuti a presentarsi ai servizi all’impiego (perché occupati o studenti o con carichi di famiglia) possono richiedere il Sfl, purché non calcolati nella scala di equivalenza per la determinazione delle soglie Isee e reddituali di accesso all’Adi e di sua determinazione.
Con riguardo al supporto per la formazione e il lavoro, Inps, tramite il messaggio 27/2024, ha precisato che il Siisl, come piattaforma di piattaforme, ha bisogno di ricevere informazioni precise dalla scheda anagrafico professionale (Sap) del beneficiario aggiornata attraverso il sistema informativo unitario del lavoro (Siul). Più precisamente, l’istituto ricorda che il beneficio economico del Sfl è erogato a condizione che sia provata l’effettiva partecipazione alle attività che, combinate tra loro, costituiscono il percorso di politica attiva comunque denominata (orientamento specialistico; accompagnamento al lavoro; attivazione del tirocinio; incontro tra domanda e offerta; avviamento a formazione; sostegno alla mobilità territoriale; lavori socialmente utili e progetti di utilità collettiva; supporto all’autoimpiego; servizio civile universale) .
Azione fondamentale è quindi l’aggiornamento delle informazioni da parte degli operatori dei centri per l’impiego e delle agenzie private coinvolte, che devono indicare elementi necessari per l’erogazione del beneficio, tra cui la data di inizio e quella di termine, se già disponibile in fase di avvio. Entro lo stesso mese di conclusione del percorso di politica attiva, questi servizi al lavoro devono inserire l’informazione nel Siul, in modo da aggiornare automaticamente la Sap e il Siisl e, per il suo tramite, l’Inps.
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