di Nicoletta Cottone
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L’Italia è leader nella Ue nell’economia circolare. Nel 2022 ha riciclato l’83,4% della totalità dei rifiuti (urbani e speciali). Un tasso di riciclo di oltre 30 punti sopra la media della Ue (52,6%) e ben superiore a tutti gli altri grandi Paesi europei, come Francia (64,4%), Germania (70%), Spagna (59,8%). A segnalarlo è la 14/a edizione del rapporto Greenitaly di Fondazione Symbola, Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne.
«Abbiamo il giacimento di materie prime migliore d’Europa: la nostra capacità di recupero e riciclo dei materiali», ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in un videomessaggio alla presentazione a Roma del 14/o rapporto Greenitaly di Symbola e Unioncamere. «Io sono impegnato a costruire una transizione che sia non solo accettata dall’opinione pubblica e dalle categorie produttive, ma che crei anche lavoro. Vanno lette in questa chiave le nostre battaglie per la gradualità delle misure, per la neutralità tecnologica», ha sottolineato. «Nessuno di noi ignora il nodo delle materie prime critiche essenziali per molte tecnologie di rinnovabili - ha concluso il ministro -, e che rischiano di indurre nuove dipendenze. Esiste una chiara consapevolezza che la transizione potrà essere realizzata solo attraverso il consenso sociale».
«Consentitemi di sorridere quando penso a chi ci ritiene negazionisti: le rinnovabili erano ferme e noi le abbiamo rimesse in moto con misure efficaci. Intendiamo installare 10 Gigawatt (GW) all’anno, questo è l’obiettivo», ha sottolineato il ministro dell’Ambiente.
«Accelerare gli investimenti nella transizione verde e nelle energie rinnovabili aumenta la stabilità finanziaria come dimostrano gli studi della Bce e della Banca d’Italia, dà forza al made in Italy, riduce i costi a medio termine per famiglie e imprese, rafforza la nostra indipendenza energetica», ha sottolineato il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci in occasione della presentazione del rapporto GreenItaly.«Sul tentativo di negare o sminuire la portata della crisi climatica, Papa Francesco, con l’esortazione apostolica Laudate Deum, ha detto parole chiare in vista della Cop28 di Dubai - ha osservato Realacci - una crisi legata a doppio filo a dinamiche ambientali, economiche, sociali».
Ha detto che «non possiamo permetterci le incertezze con cui procede l’attuazione dell’Agenda 2030. Anche in alcune politiche del nostro Paese. Pensiamo al ritardo sulle energie rinnovabili. Sono 510mila le imprese italiane che negli ultimi cinque anni hanno investito sulla green economy e sono 3,2 milioni i green jobs». «Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare - ha detto Realacci - e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Nel rapporto GreenItaly si legge un’Italia che va verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori».
Il report evidenzia che una impresa italiana su tre ha effettuato eco-investimenti nel quinquennio 2018-2022, 510.830, il 35,1% del totale. Gli occupati nella green economy sono arrivati al 13,9% degli occupati totali, 3,2 milioni. Nel 2022 i contratti attivati nelle aziende dell’economia verde sono stati il 35,1 del totale, 1,8 milioni su 5,2 complessivi, 215.660 unità in più. Le aree più interessate dai contratti nei settori green sono state progettazione e sviluppo (87%), logistica (81,7%), marketing e comunicazione (79,2%).
Il Nord Ovest è l’area col maggior numero di contratti green nel 2022, 598.250, +13,5% rispetto all’anno precedente. Seguono il Centro, con 323.590 nuovi contratti nel 2022, (+15,9%), il Sud con 453.620 (+11,2%) e il Nord Est con 440.660 (+14,1%). La Lombardia è la regione con il maggior numero di nuovi contratti green nel 2022, 421.170, seguita da Veneto, Emilia Romagna e Lazio. Queste tre regioni da sole concentrano il 51,9% dei nuovi contratti.
L’Italia nel 2022 ha installato soltanto 3 gigawatt di nuova potenza rinnovabile, mentre la Germania ne ha installati 11 gigawatt e la Spagna 6, rivela il rapporto Greenitay. Le rinnovabili coprono il 31,1% del fabbisogno elettrico nazionale. L’obiettivo del Piano nazionale dell’energia (Pniec) è di installare 8-9 gigawatt di nuova potenza rinnovabili all’anno fino al 2030.
Nicoletta Cottone
Caporedattore
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