(Reuters)
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L’assemblea di Mediobanca ha votato per la lista del consiglio uscente che ha prevalso su quella di Delfin. La lista del cda ha ottenuto il 52,6% del capitale presente, pari al 40,4% del capitale totale), Delfin il 41,74% (il 32,06% del capitale totale) mentre Assogestioni ha ottenuto il 4,64% dei presenti (3,5% del totale).
All’appuntamento presenti 2.701 soci in proprio o per delega, pari al 76,82% del capitale, record di presenze degli ultimi 10 anni.
Dalla lettura del libro soci fatta dal presidente di Mediobanca, Renato Pagliaro, gli azionisti con una quota superiore al 3% sono Delfin con una partecipazione rimasta invariata al 19,74%, il gruppo Caltagirone che ha ufficializzato la salita al 9,98%, BlackRock confermato al 4,15% e Mediolanum al 3,43%.
«Mediobanca proseguirà il percorso di crescita iniziato nell’ultimo decennio» ha assicurato l’amministratore delegato Alberto Nagel ai soci in assemblea. Nagel ha ricordato che nel piano 2013-2016 il gruppo aveva raggiunto 2 miliardi di ricavi con una remunerazione ai soci di 500 milioni di euro mentre col nuovo piano 2023-2026 “One brand One culture” punta a raggiungere 3,8 miliardi di ricavi e a distribuire in totale di soci di 3,7 miliardi fra dividendi e buyback.
«Siamo ben contenti che Delfin partecipi al nostro cda e dia un contributo. Le voci critiche per noi sono salutari e utili» ha detto Nagel rispondendo alle domande dei soci in assemblea. «I nostri rapporti sono orientati a continuità e costruttività - ha detto Nagel - Complice il fatto che conosciamo Delfin, i rapporti sono facili e immediati e abbiamo sempre promosso l’engagement. In questo ambito abbiamo ricercato sia con Delfin che col dottor Caltagirone una quadra per la composizione del consiglio. Sempre all’interno di un dialogo facile e non complicato».
«Ci sono stati due temi che hanno impedito di trovare un accordo - ha spiegato - Uno di carattere tecnico: sarebbe stato un accordo tra un cda e due azionisti con una partecipazione complessiva superiore alla soglia di Opa. Inoltre si è registrata una divergenza di vedute sui temi di governance soprattutto tra il consiglio e Delfin. «Non è stato un tema di 3, 4 o 5 posti. È stato un tema di impostazione e di tecnica», ha aggiunto.
Quanto alla partecipazione più rilevante in portafoglio, «non abbiamo intenzione di vendere Generali a meno che non ci siano alternative migliori» ha detto Nagel rispondendo alle domande dei soci in assemblea. Mediobanca detiene una storica partecipazione del 13% nel capitale del Leone di Trieste.
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