3' di lettura
Semestre nettamente più debole per Porsche rispetto a un anno prima, con ricavi a 19,46 miliardi di euro contro 20,43 miliardi (-4,8%), utile operativo a 3,06 miliardi contro 3,86 (-20,5%), margine operativo al 15,7% contro il 18,9% e consegne pure in calo del 6,8% (155.945 contro 167.354). Il secondo trimestre ha visto tuttavia un miglioramento per quanto riguarda il fatturato, l’utile operativo e i margini. Il ritorno sulle vendite del secondo trimestre, pari al 17,0%, ha raggiunto la fascia alta delle aspettative.
Tutto questo messo nero su bianco un giorno dopo aver tagliato le previsioni per il resto dell’anno a causa di una carenza nella catena di approvvigionamento che, secondo le stime, ridurrà la produzione di oltre 10mila auto. Le azioni guadagnano il 2% a 70 euro, recuperando in parte le perdite registrate martedì (5,09%) dopo aver reso noto l’impatto della carenza di alluminio. Porsche ha dichiarato che la riduzione delle forniture influirà sulla produzione di tutti i suoi modelli e potrebbe portare alla chiusura di un’altra serie di veicoli.
Le azioni di Porsche, controllata del Gruppo Volkswagen che si è quotata in borsa poco meno di due anni fa, sono scivolate dai massimi dell’anno toccati lo scorso aprile a causa di una serie di problemi di software, ritardi nel lancio di nuovi modelli e un netto indebolimento delle consegne in Cina (-33% nel semestre).
La maggiore sfida, ha ammesso il ceo Oliver Blume, oggi sarà proprio quella sul mercato cinese, dove i volumi sono in deciso calo. L’azienda sta mettendo comunque mano alla struttura dei costi e c’è fiducia che la profittabilità possa complessivamente tornare al 17-19% entro il 2025. I gravi problemi di approvvigionamento di leghe di alluminio dovuti alle alluvioni che a fine giugno hanno colpito gli impianti di un fornitore dovrebbero rientrare in tempi non lunghi, secondo Blume. Per Porsche, che ha un’alta percentuale di auto in preordine, «è più complesso cambiare fornitore in casi di eventi inattesi».
Una importante novità l’ha comunicata Lutz Meschke, direttore finanziario di Porsche: la casa automobilistica ripenserà il proprio mix di prodotto a causa del rallentamento della domanda di veicoli elettrici in Europa e nel mercato cinese del lusso. «In relazione al rallentamento dell’adozione delle auto a batteria (Bev) nel mondo occidentale e alla modesta domanda di lusso in Cina, rifocalizzeremo e ricalibreremo il nostro budget», ha dichiarato Meschke.
Il produttore tedesco di auto sportive sta registrando comunque una forte domanda per la sua nuova 911 Carrera GTS T-Hybrid. L’aggiornamento dell’iconica 911 e la nuova Macan completamente elettrica hanno arricchito il portafoglio prodotti a lungo termine. Anche dal punto di vista finanziario l’azienda ha ripreso velocità dopo un inizio d’anno di contenimento: il margine operativo del gruppo nel secondo trimestre è stato pari al 17%, un valore che si colloca nella fascia alta delle aspettative.
L’esercizio finanziario in corso continua a essere caratterizzato dall’anno di lancio dei nuovi prodotti. Il costruttore di Zuffenhausen ha aggiornato cinque delle sue sei linee di modelli in pochi mesi e, una volta completato il passaggio completo, offrirà la più giovane gamma di prodotti degli ultimi anni.
Stante il contesto, il consiglio di amministrazione ha deciso di modificare le previsioni per l’esercizio finanziario 2024:
redditività tra il 14% e il 15% (previsione precedente: tra il 15% e il 17%);
ricavi tra 39 e 40 miliardi di euro (previsione precedente: tra 40 e 42 miliardi di euro);
margine Ebitda tra il 23% e il 24% (previsione precedente: tra il 24% e il 26%);
quota di modelli elettrici a batteria (Bev) tra il 12% e il 13% (previsione precedente: tra il 13% e il 15%.
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy