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Banche, in arrivo lettera Bce: critiche su tassa extraprofitti

Extraprofitti, Tajani: "Piccole banche del territorio, Bcc e Popolari vanno escluse da tassa"

Contestati merito e metodo, potenzialmente dannosi. Ma non è un’iniziativa della Bce: l’opinione di Lagarde è stata richiesta dal Mef. La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera.

18 agosto 2023
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2' di lettura

Una lettera riguardante la tassa sugli extraprofitti delle banche è in arrivo al ministero dell'Economia da parte della Banca centrale europea. Lo riporta il Corriere della Sera. Nella missiva «ci sarebbe una netta censura al provvedimento», è scritto nell’articolo, che nell’idea di Francoforte, «potrebbe essere potenzialmente dannoso per l'economia e il credito».

Non si tratta di un’iniziativa della Bce. Un portavoce della banca centrale europea ha confermato al Sole24Ore che la presidente Christine Lagarde ha ricevuto «la richiesta ufficiale di consultazione» da parte del ministro italiano delle Finanze. La richiesta, confermata al Sole24Ore anche da una portavoce del Mef, sarebbe arrivata a Francoforte prima di questa settimana. La richiesta di un parere ufficiale della Bce si rende necessaria in quanto interventi governativi sul sistema bancario possono avere ripercussioni sulla trasmissione della politica monetaria e sulla stabilità finanziaria.

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L’opinione della presidente della Bce Christine Lagarde sulla tassa sugli extraprofitti delle banche è stata richiesta ufficialmente dal Mef seguendo la prassi stabilita dalla normativa europea. La decisione del Consiglio europeo del 29 giugno 1998 relativa alla consultazione della Banca centrale europea da parte delle autorità nazionali sui progetti di disposizioni legislative stabilisce infatti che le autorità degli Stati membri consultano “la Bce su ogni progetto di disposizioni legislative che rientri nelle sue competenze ai sensi del trattato” e, in particolare, per quanto riguarda anche “le norme applicabili agli istituti finanziari nella misura in cui esse influenzano la stabilità di tali istituti e dei mercati finanziari”.

Critiche anche sul metodo

Critiche anche sul metodo seguito dall'esecutivo di Roma: secondo il Corriere della sera viene contesta la mancata comunicazione preventiva alla Banca d'Italia e a Francoforte. Il Trattato Ue stabilisce che la Bce debba essere «consultata dalle autorità nazionali su ogni progetto di legge» nei campi di sua competenza.

Le modifiche chieste da Forza Italia

È stata la premier Giorgia Meloni a intestarsi la responsabilità del provvedimento, ma la norma contenuta del decreto Omnibus, entrato in vigore l'11 agosto, è contestata anche all’interno della maggioranza. In particolare Forza Italia, con il segretario Antonio Tajani, ha già indicato alcuni interventi possibili: la tassa deve essere deducibile e va confermato la sua natura di intervento una tantum. Inoltre, ha aggiunto il vicepremier, «bisogna escludere le banche del territorio dal provvedimento».

Le ripercussioni internazionali

Occorre considerare anche le conseguenze indirette che rischiano di farsi sentire nel lungo periodo agli occhi degli investitori, soprattutto quelli esteri. Questi ultimi in particolare potrebbero essere condizionati dall’incertezza creata attorno al comparto del credito nazionale (e non solo) da simili iniziative una tantum dell’esecutivo, come è stato sottolineato soprattutto sulla stampa internazionale. Ed è su questo terreno più insidioso, a maggior ragione perché legato alla fiducia, che si dovrà lavorare a valle della conversione del Decreto legge Omnibus.

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