di Stefania Blasioli e Chiara Di Michele
La Borsa, gli indici del 8 novembre 2023
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le Borse europee riescono nel recupero dopo un avvio di seduta all’insegna della debolezza con il Ftse Mib di Milano che chiude in positivo a +0,13%. Archiviata l’ottava brillante sella scorsa settimana sulla scia delle decisioni delle banche centrali che hanno confermato uno stop ai rialzi dei tassi (tra le altre Fed e BoE), i mercati si lasciano alle spalle la debolezza di lunedì e martedì con il numero uno della Fed, Jerome Powell, che nel suo discorso preparato per una conferenza a Washington non ha fatto cenno né alla politica monetaria, né all'outlook economico. Così gli investitori attendono gli interventi del banchiere e della presidente della Bce Christine Lagarde, in calendario giovedì 9 novembre, tentando di cogliere indicazioni utili per decifrare le mosse future degli istituti.
Tra i comparti a livello continentale si distinguono auto (con il sottoindice Stoxx 600 di settore a +1,2%) vendita al dettaglio (+1,13%) e viaggi(+1,1%); giornata fiacca per utility (-1,1%), materie prime (-0,5%) e energia (-0,4%). Intanto prosegue fitta la stagione delle trimestrali. Giovedì saranno alla prova dei conti, tra le altre, Banca Mediolanum e Banca Ifis, Azimut, Inwit, Pirelli, Leonardo, Nexi, Prysmian, Webuild, Snam e Iren.
Wall Street chiude contrastata. Il Dow Jones lascia lo 0,12% a 34.112,80 punti, il Nasdaq avanza dello 0,08% a 13.650,41 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,10% a 4.382,81 punti. Alla vigilia, lo S&P 500 ha registrato la settima seduta in rialzo consecutiva e il Nasdaq Composite l’ottava: per entrambe, si tratta della serie positiva più lunga dal novembre 2021, grazie soprattutto ai titoli tecnologici, spinti dal calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro. L'attenzione è rivolta ai commenti dei banchieri della Federal Reserve per avere ulteriori indizi sulle prossime mosse relative ai tassi d'interesse. Ma il presidente Powell non ha fatto cenno né alla politica monetaria, né all'outlook economico nel discorso che ha preparato per l'apertura di una conferenza organizzata dalla Fed a Washington per il centenario della sua divisione Ricerca e statistica. Alla vigilia, Michelle Bowman, componente del Board della Fed, ha detto di aspettarsi che "saranno necessari altri rialzi dei tassi" e di essere "favorevole" ad altri rialzi "se i progressi sull'inflazione si interromperanno". Nel complesso, le indicazioni che emergono dagli ultimi giorni sono per una Fed intenzionata a raffreddare l'entusiasmo del mercato, già troppo convinto della fine dei rialzi dei tassi d'interesse
Per il governatore della Banca d'Inghilterra, Andrew Bailey, è troppo presto per parlare di tagli dei tassi di interesse. Secondo quanto riporta il Financial Times, ha spiegato che mentre l’inflazione diminuirà drasticamente nei prossimi mesi a causa dei movimenti dei prezzi dell’energia, la politica monetaria dovrà rimanere restrittiva per un lungo periodo di tempo e che permangono “rischi al rialzo”, inclusa la minaccia di un conflitto più ampio nel Medio Oriente. «Le nostre previsioni suggeriscono che l'inflazione tornerà al livello target entro un orizzonte di circa due anni», ha indicato il governatore della BoE, nel corso di una conferenza a Dublino. «Sono ottimista, penso che accadrà. Ma temo che dobbiamo continuare a lavorare perché ciò si realizzi»,
A piazza Affari è Banca Mps la migliore (+3,28%), in vetta al Ftse Mib dopo la diffusione della trimestrale, seguita da Iveco che chiude a +2,64%. Seduta ancora difficile per i petroliferi con Tenaris (-3,1%) fanalino di coda, come Saipem (-2,4%) e Eni (-1,2%). Tra i peggiori anche Hera (-1,1%) dopo i conti che vedono un consistente calo dei ricavi nei primi nove mesi dell’anno, in un contesto di debolezza generalizzata per le utility (in rosso anche Terna a -0,2% dopo la trimestrale). In coda al listino Recordati (-2,7%), dopo la brillante performance della vigilia a seguito dei conti.
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Chiusura in calo per lo spread tra BTp e Bund. A fine contrattazioni il differenziale di rendimento tra il decennale italiano e il pari durata tedesco si attesta a 186 punti base, due in meno rispetto al riferimento precedente. Il rendimento del BTp decennale scende al 4,47%. Sul mercato valutario il cambio tra euro e dollaro si riporta su quota 1,07 (1,0689 alla vigilia in chiusura) e l’euro/yen è a 161,43 (160,836). Ancora in frenata il prezzo del petrolio con il Brent gennaio che tratta a 80 dollari al barile (-1,97%) e il Wti di pari scandenza a 75,65 dollari (-2%). Gas in calo (-1,2%) a 45,5 euro al megawattora
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Stefania Blasioli
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