Tutti i governatori di Bankitalia, da Stringher a Panetta
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Lo scorso anno, dopo l’eccezionale recupero del 2021, l’attività ha continuato a crescere in maniera robusta in tutte le aree – Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sul e Isole - beneficiando anche dell’eliminazione delle residue misure di contenimento dovute alla crisi sanitaria. L’espansione è stata più marcata nel Nord Est e al Centro. Lo rileva il rapporto di Banca d’Italia sulle economie regionali. L’incremento del Pil è stato trainato dalle costruzioni, sostenute dagli incentivi all’edilizia residenziale, e dal terziario. Nell’industria in senso stretto l’attività si è indebolita in ogni macroarea, riflettendo soprattutto la difficoltà dei comparti a maggiore intensità energetica, più colpiti dai rincari. La capacità dell’economia italiana di fare fronte agli shock energetici potrà in futuro essere rafforzata da una riduzione della dipendenza dalle fonti fossili, nonché da una maggiore efficienza energetica nei processi produttivi, coerentemente con quanto previsto dagli obiettivi climatici dell’Unione europea.
Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) elaborato dalla Banca d’Italia, nella prima metà del 2023 la dinamica del Pil si è progressivamente affievolita in tutte le ripartizioni, risentendo del rallentamento della domanda interna ed estera. Al contempo, le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e beni intermedi sono progressivamente venute meno, così come quelle connesse con i rincari energetici. I piani di investimento delle imprese si sono indeboliti, pur beneficiando in parte dell’avanzamento dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I prestiti bancari alle imprese si sono ridotti, in particolare al Centro. Il rapporto tra le attività più liquide e i debiti a breve scadenza delle imprese si è collocato ancora su valori nettamente superiori a quelli registrati nel periodo precedente l’emergenza sanitaria.
Nella prima metà dell’anno in corso l’occupazione, tornata già nel 2022 al di sopra dei livelli precedenti la pandemia in ogni ripartizione, è ulteriormente cresciuta, con tassi leggermente più pronunciati al Centro Nord. Nel Paese è proseguito l’aumento della partecipazione al mercato del lavoro. Nonostante il diffuso calo del tasso di disoccupazione, permangono ampi margini di forza lavoro inutilizzata, specialmente nelle regioni meridionali. La dinamica delle retribuzioni – debolmente positiva lo scorso anno – si è rafforzata durante il 2023, per effetto dei rinnovi contrattuali in alcuni comparti manifatturieri, maggiormente concentrati nelle regioni centro-settentrionali.
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