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Vaticano: no a maternità surrogata e suicidio assistito. Ecco tutte le violazioni della dignità umana per la Chiesa di Papa Francesco

di Carlo Marroni

Il Papa ai Paesi in guerra, "fermatevi per negoziare"

Pubblicato documento del Dicastero per la Dottrina della Fede “Dignitas infinita”

8 aprile 2024
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4' di lettura

Guerra, povertà, violenza sui migranti e sulle donne, aborto, maternità surrogata, tratta delle persone eutanasia, teoria del gender, violenza digitale. È un elenco lungo e non esaustivo quello contenuto nel documento del Dicastero per la Dottrina della Fede “Dignitas infinita” della Santa Sede - presieduto dal cardinale Víctor Manuel Fernández, fedelissimo di Bergoglio - che ha richiesto cinque anni di lavoro e include il magistero papale dell’ultimo decennio.

Un documento che fa memoria del 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e riafferma «l’imprescindibilità del concetto di dignità della persona umana all’interno dell’antropologia cristiana». La principale novità del documento, frutto di un lavoro durato cinque anni, è l’inclusione di alcuni temi portanti del recente magistero pontificio di Papa Francesco che affiancano quelli bioetici, su cui tra tutti spicca da sempre l’interruzione della gravidanza.

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Tornielli: «Superata dicotomia tra difesa della vita e altri attentanti alla dignità umana»

Il nuovo testo contribuisce – scrive Andrea Tornielli, direttore editoriale della Santa Sede, su Vatican News - a superare «la dicotomia esistente tra quanti si concentrano in modo esclusivo nella difesa della vita nascente o morente dimenticando tanti altri attentati contro la dignità umana e, viceversa, coloro che si concentrano soltanto sulla difesa dei poveri e dei migranti dimenticando che la vita va difesa dal concepimento fino alla sua naturale conclusione». Il documento richiama i principi fondamentali per la Chiesa e mette in luce l’equivoco rappresentato dalla posizione di coloro che all’espressione “dignità umana” preferiscono “dignità personale”, «perché intendono come persona solo “un essere capace di ragionare”». Di conseguenza, sostengono «non avrebbe dignità personale il bambino non ancora nato e neppure l’anziano non autosufficiente, come neanche chi è portatore di disabilità mentale. La Chiesa, al contrario, insiste sul fatto che la dignità di ogni persona umana, proprio perché intrinseca, rimane al di là di ogni circostanza». Inoltre, si afferma «il concetto di dignità umana, a volte, viene usato in modo abusivo anche per giustificare una moltiplicazione arbitraria di nuovi diritti... come se si dovesse garantire la capacità di esprimere e di realizzare ogni preferenza individuale o desiderio soggettivo.

Condanna anche delle carcerazioni arbitrarie e lo sfruttamento dei lavoratori

La dichiarazione presenta quindi l’elenco di alcune gravi violazioni della dignità umana, cioè «tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario»; ma anche «tutto ciò che viola l’integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche». Ed infine «tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili». Si cita pure la pena di morte che «viola la dignità inalienabile di ogni persona umana al di là di ogni circostanza».

Povertà, guerra e tratta delle persone. Non c’è una “guerra giusta”

Si parla innanzitutto del «dramma povertà», «una delle più grandi ingiustizie del mondo contemporaneo». Poi c’è la guerra, «tragedia che nega la dignità umana» ed «è sempre una “sconfitta dell’umanità”», al punto che «oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile “guerra giusta”». Si prosegue con il “travaglio dei migranti”, la cui «vita è messa a rischio perché non hanno più i mezzi per creare una famiglia, per lavorare o per nutrirsi». Il documento si sofferma poi sulla tratta delle persone, che sta assumendo «dimensioni tragiche» e viene definita «un’attività ignobile, una vergogna per le nostre società che si dicono civilizzate» invitando «sfruttatori e clienti» a fare un serio esame di coscienza. Allo stesso modo si invita a lottare contro fenomeni quali «commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato». Si citano inoltre “l’abuso sessuale”, che lascia «profonde cicatrici nel cuore di chi lo subisce»: si tratta di «sofferenze che possono durare tutta la vita e a cui nessun pentimento può porre rimedio». Si continua con la discriminazione delle donne e la violenza su di esse, citando tra queste ultime «la costrizione all’aborto, che colpisce sia la madre che il figlio, così spesso per soddisfare l’egoismo dei maschi» e «la pratica della poligamia». Si condanna il “femminicidio”.

Ribadita la condanna di aborto e maternità surrogata. No alla teoria del gender

Netta - ma questa non è mai stato affievolita - è poi la condanna dell’aborto: «Fra tutti i delitti che l’uomo può compiere contro la vita, l’aborto procurato presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente grave e deprecabile» e si ricorda che la «difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano». Forte anche il no alla maternità surrogata, «attraverso la quale il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto», una pratica «che lede gravemente la dignità della donna e del figlio... fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto». Dopo aver ribadito che nei confronti delle persone omosessuali va evitato «ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza», denunciando «come contrario alla dignità umana» il fatto che in alcuni luoghi persone «vengano incarcerate, torturate e perfino private del bene della vita unicamente per il proprio orientamento sessuale» , il documento critica la teoria del gender, «che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali».

Debutta la violenza digitale, in testa cyberbullismo

L’elenco si completa con la “violenza digitale”, e cita le «nuove forme di violenza si diffondono attraverso i social media, ad esempio il cyberbullismo» e la «diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d’azzardo» sul web. La dichiarazione finisce esortando «a porre il rispetto della dignità della persona umana al di là di ogni circostanza al centro dell’impegno per il bene comune e di ogni ordinamento giuridico».

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