di Chiara Beghelli
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«La fiera è stata molto positiva, anzi, direi che è stata la prima, vera edizione dopo quella del 2019, prima della pandemia. Sono tornati finalmente tutti, da Europa, Stati Uniti, ma anche da Cina, Corea, Giappone, mancati nelle scorse edizioni. E noi, che siamo leader mondiali nella produzione di tessuti in cashmere e fibre nobili, siamo stati protagonisti»: Roberto Colombo, ad del Lanificio che porta il suo cognome, commenta i giorni di Milano Unica con la riservatezza, ma anche la passione, che lo contraddistingue, insieme alla soddisfazione per i risultati della sua azienda.
Con sede a Borgosesia e protagonista del distretto biellese, il Lanificio Colombo ha chiuso il 2022 con 103 milioni di fatturato e ha ottenuto il suo primato grazie a una politica di costanti e ingenti investimenti sulla ricerca e l'innovazione, espressi anche dalla presenza di 280 diverse tipologie di macchinari. Fra i prodotti più apprezzati, il Bio Cashmere, «un marchio registrato che si sta affinando sempre di più - sottolinea Colombo -. Per produrlo non vengono usati prodotti di sintesi chimica, ma minerali e vegetali. Oltre ai colori più chiari, propri delle fibre naturali, siamo riusciti a ottenere quasi tutta la gamma di colori, persino il blu e il nero, usando soltanto minerali. Si tratta in realtà della versione affinata e migliorata di un modo di produrre tessuti antico di millenni».
Fra i best seller della collezione resta il Cashmere 4.0, caratterizzato da un’innovativa fibra cava che lo rende il più leggero al mondo: viene usato anche per blazer, del peso di appena 300 grammi e ingualcibili, della collezione uomo del marchio dell’azienda (che sta crescendo molto bene e conta di aprire 10 nuovi negozi in Cina). Anche in questo caso, tale performance è stata ottenuta applicando sofisticate tecnologie a fibre 100% naturali. «In azienda abbiamo tre ingegneri che si occupano esclusivamente di sostenibilità- prosegue l’ad-. Depuriamo totalmente l’acqua che usiamo prima di rimetterla nell’ambiente, e stiamo acquistando nuovi macchinari con cui puntiamo a ridurre i consumi idrici del 45%. Stiamo implementando il nostro approvvigionamento di energia rinnovabile con altri 10 mila mq di pannelli fotovoltaici. E un nuovo progetto ci porterà a produrre vapore acqueo a partire dalla combustione dei nostri rifiuti». Un impegno che proseguirà nel tempo, anche grazie all’ingresso in azienda di Luigi, figlio di Roberto, terza generazione della famiglia e che porta il nome del nonno, fondatore dell’azienda.
Chiara Beghelli
Redattore
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