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Il Lanificio Colombo aumenta gli investimenti in ricerca e sostenibilità

di Chiara Beghelli

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Fra i best seller della collezione dell’azienda, che nel 2022 ha fatturato 103 milioni, resta il Cashmere 4.0, caratterizzato da un'innovativa fibra cava che lo rende il più leggero al mondo. Positiva l'esperienza a Milano Unica 37

14 luglio 2023
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2' di lettura

«La fiera è stata molto positiva, anzi, direi che è stata la prima, vera edizione dopo quella del 2019, prima della pandemia. Sono tornati finalmente tutti, da Europa, Stati Uniti, ma anche da Cina, Corea, Giappone, mancati nelle scorse edizioni. E noi, che siamo leader mondiali nella produzione di tessuti in cashmere e fibre nobili, siamo stati protagonisti»: Roberto Colombo, ad del Lanificio che porta il suo cognome, commenta i giorni di Milano Unica con la riservatezza, ma anche la passione, che lo contraddistingue, insieme alla soddisfazione per i risultati della sua azienda.

Con sede a Borgosesia e protagonista del distretto biellese, il Lanificio Colombo ha chiuso il 2022 con 103 milioni di fatturato e ha ottenuto il suo primato grazie a una politica di costanti e ingenti investimenti sulla ricerca e l'innovazione, espressi anche dalla presenza di 280 diverse tipologie di macchinari. Fra i prodotti più apprezzati, il Bio Cashmere, «un marchio registrato che si sta affinando sempre di più - sottolinea Colombo -. Per produrlo non vengono usati prodotti di sintesi chimica, ma minerali e vegetali. Oltre ai colori più chiari, propri delle fibre naturali, siamo riusciti a ottenere quasi tutta la gamma di colori, persino il blu e il nero, usando soltanto minerali. Si tratta in realtà della versione affinata e migliorata di un modo di produrre tessuti antico di millenni».

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Fra i best seller della collezione resta il Cashmere 4.0, caratterizzato da un’innovativa fibra cava che lo rende il più leggero al mondo: viene usato anche per blazer, del peso di appena 300 grammi e ingualcibili, della collezione uomo del marchio dell’azienda (che sta crescendo molto bene e conta di aprire 10 nuovi negozi in Cina). Anche in questo caso, tale performance è stata ottenuta applicando sofisticate tecnologie a fibre 100% naturali. «In azienda abbiamo tre ingegneri che si occupano esclusivamente di sostenibilità- prosegue l’ad-. Depuriamo totalmente l’acqua che usiamo prima di rimetterla nell’ambiente, e stiamo acquistando nuovi macchinari con cui puntiamo a ridurre i consumi idrici del 45%. Stiamo implementando il nostro approvvigionamento di energia rinnovabile con altri 10 mila mq di pannelli fotovoltaici. E un nuovo progetto ci porterà a produrre vapore acqueo a partire dalla combustione dei nostri rifiuti». Un impegno che proseguirà nel tempo, anche grazie all’ingresso in azienda di Luigi, figlio di Roberto, terza generazione della famiglia e che porta il nome del nonno, fondatore dell’azienda.

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