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Riforma fiscale: Irpef 2024 a tre aliquote, atti sempre motivati e tutoraggio più esteso

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Meloni: Attuazione della delega fiscale sta procedendo molto velocemente

In Consiglio dei ministri via libera definitivo ad altri quattro decreti attuativi della delega fiscale

28 dicembre 2023
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3' di lettura

La delega fiscale prova a calare il poker. Dopo il pre Consiglio di ieri, che ha visto protagonisti tre testi all’esame definitivo (Statuto del contribuente, contenzioso tributario e cooperative compliance), nel Cdm di oggi si aggiunge anche il quarto e più atteso per gli effetti diretti sul taglio delle tasse: il primo modulo della riforma Irpef, slittato proprio all’ultimo dall’esame della precedente riunione del 19 dicembre. Dal 1° gennaio e per il momento solo per un anno, in questo modo, le aliquote Irpef scenderanno da quattro a tre, con quella del 23% che arriverà a coprire anche l’attuale secondo scaglione di reddito tra 15.000,01 e 28mila euro. Un primo passo che nelle intenzioni del Governo dovrebbe portare a un vantaggio soprattutto per i redditi medio bassi.

ll Cdm odierno ha approvato definitivamente quattro decreti legislativi attuativi della Delega fiscale, provvedimenti che vanno nella direzione di migliorare e semplificare il sistema fiscale. Si tratta di 4 provvedimenti su: adempimento collaborativo, contenzioso tributario, statuto del contribuente e il primo modulo della riforma Irpef che riduce gli scaglioni da 4 a 3.

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Resta taglio detrazioni per donazioni a partiti

Resta il taglio alle detrazioni per le donazioni ai partiti politicii: nell’ultima versione del decreto legislativo attuativo della delega fiscale approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, secondo quanto si apprende, le donazioni ai partiti restano tra le voci che subiranno una decurtazione di 260 euro. Salve invece quelle per le Onlus e gli enti del terzo settore

Le ricadute della riduzione a tre delle aliquote

L’impatto massimo della riduzione a tre delle aliquote per effetto del sistema progressivo dell’Irpef si avvertità nella fascia di reddito tra 30mila e 50mila euro con un risparmio fiscale su base annua di 260 euro (circa 21,7 euro al mese se calcolato su 12 mensilità). Oltre i 50mila euro, invece, il vantaggio sarà annullato dal taglio delle detrazioni che comporterà una sforbiciata di 260 euro. Tra le novità del testo definitivo del decreto che approvato dal Consiglio dei ministri di oggi, c’è l’esclusione dalla stretta sulle detrazioni per le erogazioni liberali in favore delle Onlus, delle iniziative umanitarie, religiose o laiche, e quelle per gli enti del Terzo settore.

Innalzata la detrazione per lavoro dipendente

Più in generale, invece, il decreto Irpef innalza per il prossimo annuo da 1.880 a 1.955 euro la detrazione per lavoro dipendente allineando la no tax area a 8.500 euro come per i titolari di reddito di pensione. Ne consegue anche una rimodulazione del calcolo del trattamento integrativo per i redditi fino a 28mila euro (l’ex bonus Renzi) per evitare che l’innalzamento della no tax area potesse determinare la perdita del beneficio. Mentre sul versante delle imprese il decreto definitivo sancirà l’addio al bonus aumenti di capitale (Ace) a partire dal 2024 e il debutto (anche in questo caso solo per il prossimo anno) della maxideduzione per i neoassunti (120% o 130% in caso di lavoratori svantaggiati), per la quale viene confermato che non sarà considerato l’effetto di riduzione negli acconti.

Gli altri tre decreti attuativi della riforma

Ma arrivano al traguardo, come anticipato, altri tre decreti attuativi della riforma. Nel menù c’è il contenzioso dopo le osservazioni (anche se non vincolanti per l’Esecutivo) arrivate la scorsa settimana dalle commissioni di Camera e Senato. Ritocchi sulla cooperative compliance (con la possibilità di un coinvolgimento anche per i consulenti del lavoro), ossia il tutoraggio per le grandi imprese le cui soglie di accesso scenderanno gradualmente fino ad arrivare a 100milioni di euro. Sono state accolte anche le richieste dei parlamentari sullo Statuto del contribuente: non solo l’obbligo di motivazione rafforzata se il Fisco non accoglie le osservazioni difensive, ma anche un’estensione del perimetro dell’autotutela obbligatoria che si estende anche all’errore sul presupposto d’imposta, alla considerazione di pagamenti d’imposta regolarmente eseguiti e alla documentazione successivamente sanata, non oltre i termini eventualmente previsti a pena di decadenza.

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