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Ottobre parte con il piede sbagliato per le Borse europee, Milano la peggiore a -1,4%

di Stefania Blasioli e Flavia Carletti

La Borsa, gli indici del 2 ottobre 2023

A Piazza Affari sotto i riflettori Banca Mps in una seduta debole per i petroliferi, con il greggio in calo. Torna a scendere lo spread Btp/bund

2 ottobre 2023
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3' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - I listini europei iniziano il mese di ottobre con il piede sbagliato e chiudono in rosso la seduta in attesa dell'intervento del presidente della Fed, Jerome Powell, in programma nel tardo pomeriggio italiano. Gli indici avevano aperto la seduta in rialzo grazie all'accordo sul bilancio Usa che ha evitato lo shutdown almeno fino al 17 novembre, ma hanno poi progressivamente annullato i guadagni mentre gli investitori aspettano novità sulle prossime mosse di politica monetaria delle banche centrali. Sul fronte macro, a settembre l’industria dell’Eurozona resta profondamente in territorio di recessione. L'indice Pmi manifatturiero è salito di soli 0,1 punti a 43,4 rispetto ad agosto, rimanendo per il quinto mese consecutivo sotto la soglia dei 50 punti. A Piazza Affari il Ftse Mib ha perso l'1,39%, anche a causa dalla corsa degli ordini per il nuovo BTp Valore che il Tesoro oggi ha lanciato sul mercato, quando a Parigi il Cac40 è sceso dello 0,94%, a Francoforte il Dax40 dello 0,91%, ad Amsterdam l'Aex dello 0,63% e Londra il Ftse100 dell'1,28 per cento.

Wall Street chiude contrastata, rendimenti Treasury Usa in rialzo

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Wall Street chiude contrastata. Il Dow Jones perde lo 0,22% a 33.433,22 punti, il Nasdaq sale dello 0,67% a 13.307,77 punti mentre lo S&P 500 è praticamente invariato a 4.288,41 punti, +0,01%.

Una volta evitato lo shutdown delle attività federali, sono aumentati i rendimenti dei titoli del Tesoro, con il decennale tornato ai massimi dal 2007 - già raggiunti la scorsa settimana - mettendo pressione sugli indici. Nel frattempo, l'indice sull'attività manifatturiera statunitense è aumentato a settembre più delle attese, restando però a un livello associato a una contrazione del settore. Il dato - stilato da Ihs Markit - che ne misura l'andamento è cresciuto, in lettura finale, a 49,8 punti dai 47,9 punti di agosto. Le attese erano per un dato a 48,9 punti, pari alla lettura preliminare. Resta in contrazione e vicino al livello più basso dal maggio 2020, in piena pandemia di coronavirus, l'Ism manifatturiero, l'indice che misura la performance del settore manifatturiero negli Stati Uniti. A settembre, è salito da 47,6 a 49 punti, contro attese per 47,9.

A Piazza Affari in luce Mps, deboli i petroliferi e le utility

Tra i titoli a Piazza Affari ancora in vetta Banca Mps (+1,82%), seguita da Ferrari (+0,86%) e Banco Bpm (+0,18%). Bene Tim (+0,47%), in un settore sotto ai riflettori dopo la lettera degli amministratori delegati del comparto alla Ue per chiedere un contributo degli operatori big tech agli investimenti sulle reti. Sopra la parità anche St (+0,17%) in vista della stagione delle trimestrali. In fondo al listino Tenaris (-3,3%) e Saipem (-3,39). In rosso le utility che vanno male in tutto il continente, con l'Euro Stoxx 600 di settore che cede il 2,63%: in perdita Hera (-2,93%), Enel (-2,73%), A2A (-2,49%), Snam (-2,43) e Terna (-1,57%).

Spread chiude a 189 punti, rendimento in risalita

Seduta negativa per l'obbligazionario europeo scambiato sul secondario telematico MTs. L'arretramento dei corsi è stato generalizzato, tuttavia quello del Bund tedesco è risultato più ampio con la conseguenza che è tornato a restringersi lo spread con i BTp a dieci anni. A fine seduta, infatti, il differenziale di rendimento tra il decennale italiano benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco è risultato pari a 189 punti base dai 192 punti base dell'avvio di seduta (194 punti venerdì scorso). In rialzo i rendimenti di tutti i titoli di Stato dell'eurozona con il decennale italiano che nel finale si è riportato al 4,8% dal 4,78% di stamani (4,78% anche in closing di venerdì).

Il dollaro resta forte, in calo il prezzo del petrolio

Il mercato valutario, si indebolisce ancora l’euro che vale 1,05 dollari. La moneta unica vale anche 157,37 yen giapponesi, mentre il biglietto verde scambia con la divisa nipponica a 149,83. In deciso ribasso il prezzo del gas naturale TTF scambiato ad Amsterdam a 38,795 euro al megawattora (-7,32%). In calo anche il prezzo del petrolio con il Brent dicembre che scambia a 90,94 dollari al barile (-1,4%), mentre il Wti novembre è a 89,04 (-1,93%).


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