di Marco Masciaga
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I vertici della diplomazia e della difesa di India e Stati Uniti si sono incontrati ieri a New Delhi con l’obiettivo di approfondire la partnership strategica tra i due Paesi e la collaborazione sul fronte tecnologico e della difesa.
Dopo il colloquio con il suo omologo indiano Subrahmanyam Jaishankar, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha ribadito l’apprezzamento americano per la linea indiana sulla guerra in Medio Oriente («Apprezziamo il fatto che fin dal primo giorno l’India abbia condannato fermamente gli attacchi del 7 ottobre») e chiesto collaborazione con il Canada nelle indagini sull’uccisione di un leader separatista sikh di cui Ottawa ritiene responsabile New Delhi.
India e Canada, ha detto Blinken «sono due dei nostri partner più stretti e, naturalmente, vogliamo vedere che risolvano eventuali divergenze o dispute che hanno. Come amici di entrambi, riteniamo molto importante che l’India collabori con il Canada nella sua indagine e che trovino un modo per risolvere questa differenza in modo cooperativo».
Il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin e il suo collega indiano Rajnath Singh hanno spiegato di aver discusso una roadmap per una più intensa collaborazione sui fronti dell’intelligence, della sorveglianza e degli armamenti. I negoziati per dotare i Tejas della Hindustan Aeronautics di motori prodotti dalla General Electric hanno fatto progressi, ma non si sono conclusi, come anche quelli per l’acquisto da parte di New Delhi, per circa 3 miliardi di dollari, di 31 droni prodotti dalla General Atomics.
È ufficiale invece che India e Usa collaboreranno per la produzione di un numero imprecisato di blindati Stryker da dispiegare nelle regioni al confine con Cina e Pakistan.
Dopo decenni di diffidenza durante la Guerra Fredda, quando New Delhi era il Paese capofila dei non-allineati e coltivava solidi rapporti con l’Unione Sovietica, India e Stati Uniti stanno vivendo una stagione di forte collaborazione sul fronte diplomatico e strategico. Washington da alcune amministrazioni sembra aver individuato nel popoloso Paese asiatico l’unico contrappeso credibile all’ascesa politica e militare cinese.
Un ruolo, quello indiano, reso ancora più centrale dalla posizione geografica del Paese, affacciato sulle tratte navali che, attraverso l’Oceano Indiano, collegano il Medio Oriente con le regioni affacciate sul Pacifico.
Parallelamente New Delhi, sempre più cosciente del pericolo potenzialmente rappresentato dalla Cina sui propri confini nord-orientali, è diventata meno diffidente degli Stati Uniti e del loro ruolo di gendarme globale, vedendo inoltre nell’industria bellica americana, un valido sostituto di quella russa dopo decenni di semi-monopolio.
Proprio sul fronte della collaborazione in campo tecnologico e bellico, due settimane fa la US Space Force ha siglato due accordi di collaborazione in materia di Ricerca & sviluppo con due società indiane, una scelta non scontata per quanto riguarda i rapporti delle agenzie americane della Difesa con società straniere.
Una delle due startup indiane coinvolte nel progetto si occupa di applicazioni di Intelligenza artificiale nel settore della difesa spaziale.
Marco Masciaga
Corrispondente da New Delhi
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