Norme e Tributi
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Case green, direttiva europea verso l’accordo. Priorità ai lavori su 5 milioni di edifici

di Giuseppe Latour

Direttiva case green: dalla norma all’applicazione

Novità sulla direttiva Ue sulle case green: punta su un sistema di regole aperto, nel quale i paesi membri avranno maggiore discrezionalità

19 novembre 2023
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4' di lettura

Direttiva case green all’allungo decisivo. Dopo che il 14 marzo scorso il Parlamento ha approvato la sua proposta negoziale, per andare alla trattativa tra istituzioni europee, il trilogo, nel quale Parlamento, Consiglio e Commissione si ritrovano per arrivare a un testo condiviso, è andato avanti a passi lenti almeno fino al 12 ottobre. Quel giorno una riunione fiume di dieci ore, chiusa all’alba, ha sbloccato alcuni dei punti più controversi del dossier. E adesso è possibile analizzare le bozze di testo uscite da quel passaggio negoziale, che in questi giorni stanno passando da una frenetica attività di drafting. In attesa dell’incontro fissato per il prossimo 7 dicembre, che sarà probabilmente l’ultimo.

Gli obiettivi di Bruxelles

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Sulle prospettive dell’incontro, il relatore per il Parlamento europeo, l’irlandese Ciaran Cuffe (Verdi) spiega: «Il picco di povertà energetica in Europa mostra che solo cambiamenti strutturali proteggeranno famiglie e imprese dalla volatilità dei prezzi dell’energia nel lungo periodo. La mia priorità, dall’inizio di questo negoziato, è stata la protezione delle persone, che sono le più colpite dalle bollette in aumento, nella definizione di questi importanti cambiamenti. Sono convinto che il mese prossimo potremo arrivare a un accordo che non solo raggiunga questi obiettivi, ma riduca le emissioni e le bollette».

I traguardi

La novità più importante, in queste settimane, è arrivata sull’articolo 9 della cosiddetta Epbd (Energy performance of buildings directive). Nella versione del Parlamento qui veniva ipotizzato, per gli edifici residenziali, l’obiettivo di raggiungere la classe energetica E nel 2030 e D nel 2033. Questo approccio, adesso, viene superato. E si punta su un sistema di regole aperto, nel quale diventa fondamentale il ruolo dei paesi membri, che avranno maggiore discrezionalità.

Ogni Stato dovrà preparare una road map per la riqualificazione del suo patrimonio immobiliare. Andrà, così, disegnata una traiettoria di progressiva riduzione dei consumi degli edifici fino al 2050, quando si dovrà tendere alle emissioni zero. L’obiettivo è ridurre l’utilizzo medio di energia primaria, misurando il consumo al metro quadrato dei nostri edifici, a partire dal 2020. I paesi dovranno specificare il numero di edifici e unità immobiliari da ristrutturare annualmente.

I compiti degli Stati

In sostanza, rispetto alla prima versione del testo, l’Europa si occupa di definire la cornice, all’interno della quale i paesi membri sono liberi di fissare le loro priorità. La direttiva, prima del 2050, indica dei traguardi intermedi per misurare il lavoro di efficientamento: dal 2030 in poi ogni cinque anni. I livelli di riduzione da raggiungere saranno definiti nel corso dell’ultimo incontro politico di dicembre.

Questa operazione di miglioramento dell’efficienza energetica media degli immobili non potrà essere messa in atto puntando solo sull’impatto benefico degli edifici nuovi, perché la direttiva impone che i paesi membri assicurino che «almeno il 55% della riduzione del consumo di energia primaria sia raggiunto attraverso il rinnovo degli edifici più energivori». È la stessa direttiva a spiegare che gli edifici più energivori sono quelli che rientrano nel 43% di immobili con le performance più basse nel patrimonio nazionale.

La situazione in Italia

Quindi in Italia, dove gli edifici residenziali sono circa 12 milioni, in base ai dati Istat, saranno considerati prioritari circa 5 milioni di edifici. Anche se, su questo punto, va fatta una precisazione: se nella precedente versione gli obiettivi di riqualificazione agivano su un arco temporale molto breve, perché teoricamente bisognava portare milioni di immobili dalle classi più basse (F e G) al livello minimo della classe E già entro il 2030, questo assetto della direttiva dà più tempo ai paesi membri. Per conoscere il calendario preciso, comunque, bisognerà guardare il testo uscito dalla riunione del 7 dicembre.

A questi obiettivi di efficientamento potranno contribuire anche le operazioni di riqualificazione di immobili colpiti da disastri naturali, come i terremoti e le inondazioni. In questo modo, le risorse spese per piani straordinari di intervento sul territorio potranno comunque contribuire al raggiungimento degli obiettivi comunitari. A vigilare sul rispetto della direttiva sarà la Commissione europea.

Le priorità

Un assetto che Isabella Tovaglieri (Lega), relatrice ombra della direttiva al Parlamento europeo, commenta così: «L’indicazione di procedere in via prioritaria alla ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni chiarisce un aspetto tecnico della direttiva, fissando una percentuale frutto di un compromesso, che lascia tuttavia agli Stati membri un discreto margine di manovra. Per noi l’importante è aver ottenuto la revisione dell’articolo 9, che ora si concentra sulla riduzione graduale dei consumi energetici degli edifici, con scadenze temporali che devono ancora essere fissate, e non impone più onerosi passaggi di classe energetica ai proprietari di casa».

Per il futuro, prosegue Tovaglieri, «teniamo monitorato il negoziato tecnico di martedì prossimo, nel quale per la prima volta verrà affrontata la questione del divieto di utilizzare i combustibili fossili nelle abitazioni a partire dal 2035. Anche su questo ci prepariamo a dare battaglia».

Prima del 7 dicembre, infatti, si svolgeranno almeno due vertici tecnici, nei quali gli sherpa delle diverse istituzioni proveranno a chiudere gli ultimi punti controversi del testo.

Tra questi, spicca il bando totale dell’uso di combustibili fossili negli edifici proprio dal 2035, proposto dal Parlamento. Una misura (contestatissima) che avrebbe impatti soprattutto sulle caldaie a gas e che appare direttamente collegata a quello che la Commissione stabilirà con il nuovo regolamento Ecodesign.

LE PROSSIME TAPPE

1

I tempi

l via a dicembre

Il prossimo 7 dicembre è in calendario il nuovo incontro del trilogo delle istituzioni europee che avrà come obiettivo la chiusra definitiva dei lavori sul testo di direttiva

2

Nodo combustibili

Stop in discussione

Tra i nodi da sciogliere nelle prossime riunioni dei tecnici c’è il bando totale dei combustibili fossili entro il 2035, intreesate soprattutto le caldaie

3

Effetto disastri

Sì a riqualificazione

Agli obiettivi di maggiore efficienza potranno contribuire anche i piani di intervento sul territorio provocati da disastri ambientali

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