ChatGPT manda in pensione i programmi di fotoritocco: Adobe crolla a Wall Street
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Un venerdì delle quattro streghe nerissimo, in Borsa, per Adobe che è crollata fino a oltre il 14% a causa delle deboli prospettive di vendita per il trimestre in corso. Dati che hanno alimentato le preoccupazioni circa la minaccia competitiva portata sul mercato dall’intelligenza artificiale, ormai sempre più impattante in settori come il fotoritocco (dove Adobe è leader da sempre grazie a software come Photoshop).
I dati forniti dalla società con sede a San Jose (California) dicono che per il trimestre in corso, che finisce il prossimo 31 marzo, i ricavi di Adobe saranno compresi tra 5,25 e 5,3 miliardi di dollari nel periodo. Gli analisti, in media, prevedevano invece 5,31 miliardi di dollari. L’utile, escludendo alcune voci, sarà pari a 4,40 dollari per azione, rispetto alla stima media degli analisti di 4,38 dollari.
Numeri a parte, la vera preoccupazione è che il colosso dei software più famosi per editing di foto e video debba far fronte all’arrivo, sul mercato, di sempre più startup basate sull’intelligenza artificiale generativa, capaci di mandare in pensione i software esistenti in ambito foto e video. E non è un caso che la stessa Adobe, negli ultimi mesi abbia inserito modelli di AI nei suoi prodotti di punta come Photoshop e Illistrator.
Tentativo abbastanza difficile, considerato che una recente dimostrazione da parte di OpenAI del suo modello di generazione video, Sora, ha riacceso le preoccupazioni degli investitori riguardo alla concorrenza.
Adobe prevede 440 milioni di dollari in nuove attività creative ricorrenti nel trimestre in corso, al di sotto dei 459 milioni di dollari previsti dagli analisti. Ciò probabilmente ha deluso gli investitori che si aspettavano un maggiore impatto finanziario dalle nuove funzionalità di intelligenza artificiale.
Così in Borsa, le azioni di Adobe sono scivolate nel peggior calo intraday da settembre 2022.
Il titolo di Adobe, nel 2023 è cresciuto del 77%, spinto dall’euforia sui titoli tecnologici. Da inizio anno, invece, il titolo è sceso del 18%. Una sottoperformance dovuta, come detto, ai timori sulla concorrenza guidata dall’Intelligenza artificiale generativa, ma anche alla crescita di competitor di lunga data come Canva.
Per Adobe,una delle società più longeve sell’intera industria tecnologica americana, c’è davanti una grande sfida. E in ballo c’è molto di più di un calo a Wall Street.
Biagio Simonetta
Redattore
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